Il secondo appuntamento con Leonardo, la serie kolossal interpretata da Aidan Turner, si è appena concluso su Rai 1.
Ancora una volta, storia e finzione si intrecciano, ma veniamo ai fatti.
A Milano Leonardo inizia a progettare la sua prima macchina da guerra e quando è al cospetto di Sua Eccellenza Ludovico Sforza, Leonardo non è più pittore, ma ingegnere.
I meccanismi per respingere gli assalti alle mura, i cannoni.
“la verità deve essere decorata per essere appetibile”
Ma la guerra non fa per lui e l’incontro con Madama Beatrice lo rende scenografo, affidandogli il progetto per la realizzazione della fabula di Orfeo di Poliziano.
“non lascerò mai il segno con quello che fanno tutti”
dice, e pur non essendo convinto e soddisfatto di quell’incarico, Leonardo sfida ancora una volta se stesso.
“l’arte ci può innalzare, dà significato alla vita”
Paradiso e inferno possono coesistere, nel mondo di Leonardo e anche questa volta, ci riesce: un grande palcoscenico girevole che, ruotando su di un’asse centrale, svela al suo interno “il paradiso di Plutone”, il mondo degli Inferi, dove si trova prigioniera Euridice.
Nel mentre Leonardo è medico, nel preparare l’antidoto che salva il Moro da morte certa, dopo essere stato avvelenato.
“I miei pigmenti sono dei veleni e ne conosco le proprietà”
La finzione si mescola alla storia, e un complotto ai danni del Moro, viene svelato.
“l’amore avvelena la ragione”
Nel frattempo continua il suo studio matto e disperato del corpo e dei volti, mentre un salto in avanti nel racconto ogni tanto ci ricorda qual è il filo conduttore della narrazione, l’accusa di Leonardo per l’omicidio di Caterina, avvelenata con o stesso veleno dal quale Leonardo aveva salvato il Moro.
“porta gloria al casato degli Sforza, e porterai gloria a te stesso”
Sono queste le parole con le quali il Moro lo convince a realizzare la statua di Francesco Sforza a cavallo.
Lui vede, immagina, sogna, accarezza, scruta e infine crea, dal nulla, dalla sua immaginazione.
Una struttura di legno e argilla e una forgiatura in bronzo, il primo cavallo che si erge su due zampe, e intanto Leonardo si riconosce in un’altra anima tormentata, il giovane duca di Milano, Gian Galeazzo Sforza, e ripone la sua fiducia in una persona in cui nessuno la riporrebbe: Salaì (Carlos Cuevas), un giovane ladro pieno di risorse.
Leonardo e Caterina, al pari di due investigatori, si trovano invischiati in oscure trame e tentati omicidi che iniziano a farci storcere il naso, ma di questo, parleremo più in là.