L’attore inglese, uno dei più grandi del dopoguerra, si è spento all’ età di 82 anni lo scorso 8 febbraio. Ripercorriamo la sua lunga carriera
Albert Finney nasce a Salford, nella contea di Manchester, il 9 maggio 1936. Dopo il diploma alla Royal Academy of Dramatic Arts inizia a recitare in teatro, cimentandosi con ruoli shakespeariani e riscuotendo grande successo, da degno erede di Sir Laurence Olivier. Come lui si avvicina al mondo del cinema e l’incontro col regista Tony Richardson, anche lui proveniente dall’ ambiente teatrale, che aveva esordito nel 1958 col notevole Look Back in Anger (I giovani arrabbiati, 1958), tratto dal celebre testo Ricorda con Rabbia, si tradurrà in una promettente collaborazione per il film Gli Sfasati (1960).
Nel 1963 i due girano insieme Tom Jones. Il vitalistico eroe del romanzo settecentesco viene ritratto da Albert Finney con maestria, con tutti i suoi pregi e difetti, mettendone in luce soprattutto il temperamento ribelle, in linea con l’atmosfera che si respira all’inizio degli anni ’60. Tom Jones è un figlio illegittimo che il signorotto Allworthy trova nel proprio letto, adotta e alleva con benevolenza insieme col suo figlio legittimo, l’astioso Blifil. Nella visione dello sceneggiatore John Osborne e di Richardson il capolavoro picaresco di Henry Fielding diviene una caustica satira contro il conformismo dell’ Inghilterra contemporanea: educato tra i nobili e ammesso alla loro presenza, il protagonista resta sempre un mezzosangue. Scrive l’ illustre critico Giovanni Grazzini: “Quelle che per i nati bene sono virtù mondane accettate dalla buona società come segni di esuberanza, divengono delitti da punire con la pena di morte se a compierli è un bastardo”. L’esuberanza del giovane Tom è innanzitutto sessuale: sempre attratto dalle donne, si tratti di sgualdrine o di nobili, di popolane o della sua amata, Sophie, l’impenitente dongiovanni è da loro ricambiato, mentre gli uomini lo disprezzano, senza mezze misure. Il fratellastro Blifil giunge perfino a corrompere un testimone per farlo accusare di omicidio a scopo di rapina e mandarlo in carcere. Tom verrebbe condannato all’ impiccagione, se non si scoprisse che Blifil ha mentito e che egli è in realtà figlio di una sorella di Allworthy. Il ribelle tutto istintivo e sensuale, che sembra amoreggiare anche quando mangia (celebre la scena del banchetto con Mrs. Walters), è di nobili natali: può peccare impunemente e sposare Sophie.
Il film come si può pensare spiace all’estabilishment conservatore, che lo trova di cattivo gusto ma conquista il pubblico giovanile, come manifesto del free cinema. A proposito del film Finney più tardi dichiara: “Eravamo influenzati dall’ideologia fabiana che impregnava l’ala intellettuale del partito laburista, non sopportavamo più i presonaggi interpretati da John Gielgud, David Niven o Robert Donat che incarnavano modelli aristocratici e borghesi.” Tra le polemiche Tom Jones ottiene 10 nomination e vince 4 Oscar,per il miglior film, regia, sceneggiatura e colonna sonora. L’alloro sfugge a Finney, che si deve arrendere a Sidney Poitier. Sarà una costante nella carriera dell’ attore, che verrà nominato altre 4 volte, nel 1976 per Assassinio sull’ Orient Express, in cui interpreta un geniale e raffinato Hercule Poirot, investigatore belga nato dalla penna di Agatha Christie, nel 1983 per Il servo di scena di Peter Yates, l’anno successivo per Sotto il Vulcano di John Huston. Nel 2001 riceve una segnalazione come attore non protagonista, per Erin Brockovich di Steven Soderbergh. Quest’ultimo film fa da veicolo alla consacrazione divistica di Julia Roberts, che si afferma come miglior attrice protagonista nel 2001; Finney, nella parte di un burbero avvocato dal cuore d’oro che si lascia convincere da una sboccata madre single a intentare una class action multimilionaria a un colosso industriale che avvelena le falde acquifere di una cittadina californiana, si dimostra un partner perfetto per la diva, la quale si giova dei frizzanti duelli verbali con una vecchia volpe del palcoscenico come lui e lo ringrazia pubblicamente dal palco del Kodak Theater di Los Angeles.
Albert Finney può fregiarsi di 3 Golden Globes, vinti nel 1964 come miglior attore debuttante per il già citato Tom Jones, nel 1971 per La più bella storia di Dickens e nel 2003 come miglior attore per il suo ruolo televisivo nel serial Guerra Imminente. In anni più recenti è indimenticabile nel ruolo del sognatore Edward Bloom in Big Fish di Tim Burton e lo vediamo prender parte al franchise di Jason Bourne accanto a Matt Damon e a quello di 007 in Skyfall, al fianco di Daniel Craig. Non bastano i premi a rendere giustizia alle sue doti. Mancherà a noi, come a tutti gli appassionati di Cinema.