Una banda di criminali viene incaricata di rapire una dodicenne, Abigail. Apparentemente una graziosa e adorabile bambina che viene prelevata nella sua lussuosa villa e portata ai margini della città in una vecchia casa isolata approntata allo scopo. Un gioco da ragazzi, anche per la banda formata da sfortunati emarginati sociali.
Joey ex medico dell’esercito e tossicodipendente in recupero, Frank l’ex detective della polizia di New York, l’hacker in cerca di emozioni forti Sammy, l’ex cecchino dei marine Rickles, lo stupido agente della mafia Peter e l’autista sociopatico Dean. Tutto sembra proseguire per il meglio, finchè il gruppo scopre l’identità del padre del giovane ostaggio…
Abigail, la trama
New York, la giovane ballerina Abigail (Alisha Weir) viene rapita nella lussuosissima villa dove abita da un gruppo di criminali arrangiati da Lambert, mandante e leader del rapimento. Il piano è semplice, sorvegliare la dodicenne per 24 ore, a quel punto riceveranno una quota spartita in parti uguale di un riscatto di 50 milioni di dollari pagato da suo padre. Ad ogni membro viene assegnato un nome falso, per evitare che qualsiasi membro identifichi gli altri, il gruppo è composto da: Joey (Melissa Barrera), Frank (Dan Stevens), Sammy (Kathryn Newton), Rickles ( William Catlett), Peter (Kevin Durand) e Dean (Angus Cloud).
Tutto sembra proseguire per il meglio, finché la compagnia scopre l’identità della giovane vittima, e quella del padre. Una figura conosciuta nel mondo del crimine, Kristof Lazaar. Tra terrore e paura, si scatena l’inferno dentro quelle quattro mura, Abigail mette l’uno contro l’altro e scatena la sua ira. La bambina vampiro semina panico e sangue, qualcuno avrà scampo?
Abigail, la storia splatter sulla figlia di Dracula
Una trama interessante giocata sul filone dello splatter, tra esplosioni di sangue e teste mozzate, c’è una bambina al centro, che danza con un corpo senza testa sulle note del lago dei cigni di Tchaikovsky. È la figlia di Dracula, Abigail, la bambina che il gruppo di criminali ha rapito per una ricompensa molto cospicua. Un personaggio rinomato nel mondo dell’horror, che questa volta è rappresentata nelle fattezze di un’adolescente.
Inizialmente questo porta lo spettatore dalla sua parte, poiché vista come povera vittima del rapimento, ma man mano che la storia va avanti la ragazzina diventa un vero e proprio mostro, tanto da diventare l’incubo dei sei rapinatori. Un’ idea buffa, quattro uomini e due donne rincorse e massacrate da una bambina vampiro. Qualcosa che ci ricorda vagamente Scary Movie, ma con un pizzico di terrore alla Scream Movie. Infatti i registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett hanno realizzato Finché morte non ci separi (Ready or Not), Scream del 2022 e Scream VI.
Una storia di vampiri, di sangue ma anche di speranza e amore. Come ogni horror che non si rispetti c’è sempre un messaggio finale, e nel film l’unica sopravvissuta Joey, in punto di morte, chiama un ultima volta il figlio dopo anni dal suo abbandono per digli per l’ultima volta “ti voglio bene”. Infatti Abigail non è il film che tormenterà le tue notti, un susseguirsi di dinamiche personali, impregnati di pentimento e speranza, qualche volta inondate da fiumi di sangue che sgorgano qua e là dai corpi delle vittime.
E se pensate che sia un film originale e rivoluzionario sui vampiri, beh noi è cosi, infatti come la storia ci insegna l’unico modo per uccidere Abigail e i suoi convertiti, è il paletto di legno si proprio quello di The Vampire Diaries o con l’esposizione alla luce proprio come tramandano dalle lezioni alla Scooby Doo. A tratti banale e prevedibile.
Abigail e quegli elementi di troppo
Una trama sicuramente dagli spunti interessanti, e seguita fedelmente dai registi, che non ne danno un’idea contorta ma anzi vanno a costruire l’unico punto positivo del film. Inquadrature rilegate le maggior volte dall’ombra, quella della casa abbandonata e da anni sede di omicidi e torture. Un luogo dove le mura risucchiano la luce e il presente, ed emanano solo l’odore e la puzza costante del passato.
Effetti speciali, di corpi smembrati, sono eseguiti con cura e attenzione, seguendo il più possibile la linea diretta del reale. Troppo sangue che sgorga dai corpi dei dannati, tanto da non creare l’effetto paura o perturbante ma nausea e noia.
Sei topi in gabbia, rincorsi da un gatto, alias Abigail una bambina che ha più di duecento anni, fuori dai limiti del normale ma esilarante. Il film segue un ritmo costante, fino quasi alla fine dove da un sufficiente prodotto inizia ad affondare in un abisso di “perchè?“.
Sul finale, il buono si converte così inizia una lotta tra vampiri e un’umana, tra scene ai limiti della risata, alla fine il cattivo diventa buono, un pò come quei film che alla fine rivelano la parte umana dei mostri, Suicide Squad ne è la prova. Un pò tutto ai margini del reale, qualcosa sospeso tra lo splatter e il fantastico. Nel finale una dedica al giovane attore scomparso Angus Cloud, star di Euphoria e interprete di Dean.
Abigail, il vampirismo al femminile
Abigail, inquietante, la danza macabra con i corpi, l’esasperazione di sfida e follia che l’attrice giovanissima riesce a emanare. Un personaggio, nell’apoteisi costruito bene ma che poteva funzionare meglio con dinamiche diverse, senza poi portarlo all’esasperazione come è stato fatto nel film. Il vampirismo al femminile torna di moda, e questa volta Abigail poteva rivelare del potenziale, ma cosi non è stato.
Nelle prime fasi del progetto, il film doveva essere una sorta di remake del rinomato classico La figlia di Dracula (1936). Poi sviluppato su una trama più diegetica, con elementi contemporanei, esempio la violenza di genere accompagnata da impianto comico, a tratti demenziale per animare lo splatter tra pro e contro. Due opere agli antipodi, ma allo stesso tempo complementari per la presenza della figura femminile di spicco, audace e vendicativa, che si fa spazio nella Settima Arte, mostrando l’evoluzione morale e fisica dl personaggio.