Il capolavoro crowd pleaser di Peter Farelly si dimostra più di una semplice commedia. Una storia d’amicizia on the road che divora premi in attesa dell’agognato Oscar
Uci Cinemas ha regalato ai possessori della sua skincard la possibilità di vedere il film in anteprima gratuita senza pubblicità il 22 gennaio. Occasione imperdibile per un amante del cinema come me, che non ha esitato ad ammirare l’opera che ha già trionfato ai Golden Globe e ai PGA Awards e che ha ricevuto 5 nomination per gli Oscar. Green Book non ha affatto tradito le mie alte aspettative, anzi le ha persino superate e potrei definirlo come uno dei lungometraggi migliori mai visti.
Il titolo allude a The Negro Motorist Green Book, vademecum per viaggiatori afroamericani, pubblicato in varie edizioni tra il 1936 e il 1964, anno in cui i
Anche il pianista afroamericano Don Shirley ha quest’obbiettivo quando viaggia e per il suo tour nel Sud decide di adottare questa guida, consegnandola al suo autista Tony Lip, un buttafuori italoamericano in cerca di un nuovo lavoro. Il rapporto contrastante tra queste due personalità risulta l’elemento chiave sul quale ruota tutta la vicenda e che cambierà il modo di pensare e le vite di entrambi. L’eleganza, la raffinatezza, la cultura dell’artista nero si scontrano e allo stesso tempo si compensano con la rozzezza, la superficialità, l’ignoranza dello sfaccendato bianco.
Viggo Mortensen, grazie alla sua grande e simpatica interpretazione anch’egli in corsa per un Oscar nel 2019, veste i panni dell’italoamericano Tony Vallelonga, padre dello sceneggiatore del film, Nick. In cerca di un lavoro dopo la chiusura del Copacabana, dubbioso accetta l’incarico di accompagnare il musicista di colore. Il suo comportamento, la sua dizione faranno spesso arrabbiare il suo datore di lavoro, che però imparerà da lui la lezione dell’amicizia e dello stare insieme: “Il mondo è pieno di persone sole che aspettano di fare il primo passo”. Spesso usa la violenza, come d’abitudine per un buttafuori, ma essa non deve rivelarsi necessaria. “Non vinci quando usi la violenza, vinci quando mantieni la tua dignità!”, in questo magnifico modo Don Shirley ammonisce
Il finale può far commuovere, immerso in un’atmosfera natalizia, più adatta all’uscita americana del film a novembre rispetto a quella italiana di questi giorni, ma che non dispiace mai. Ora non ci resta che aspettare la cerimonia di premiazione degli Oscar per il coronamento di una pellicola fantastica, diretta, prodotta e scritta da Peter Farelly (Tutti pazzi per Mary, Scemo & più scemo) che è stato aiutato da Brian Currie e Nick Vallelonga nella sceneggiatura.