Oggi andremo a scoprirne insieme le origini con X-men Origins: Wolverine
Dopo gli scontri di un conflitto finale, descritti nel nostro ultimo appuntamento di The great saga of the children of atom, ci ritroviamo a fare un viaggio nel tempo per riscoprire le origini di un grande personaggio che ha reso questa saga memorabile, sia come interpretazione e sia per il ruolo prestigioso che ricopre in tutta la saga. Naturalmente parliamo di Logan, meglio conosciuto come Wolverine (che ha le fattezze di Hugh Jackman), il mutante che ha avuto un ruolo determinante in tutte le linee temporali di questa grande epopea.
Non esiste personaggio così intrinseco con l’attore che lo ha interpretato, Logan è Hugh Jackman, Hugh Jackman è Logan, naturalmente non crediamo proprio che il simpatico e talentuoso attore australiano sia un mutante o abbia un portamento cosi burbero come il nostro simpatico artigliato canadese, ma a livello di somiglianza e di interpretazione siamo davanti ad una incomparabile sinergia. Un attore, Jackman, che ha donato così tanto ad un personaggio da averlo interpretato per più di nove volte (è un record particolare che ben in pochi hanno raggiunto) sintomo del fatto che questa categoria di film diviene, con gli anni, sempre più presa in considerazione dal pubblico e dagli attori che contano sfatando, di fatto, il concetto di cincecomics attribuito a spettatori di tenera età o di mediocre gusto.
Dedutta in Italia con il titolo Wolverine: le origini del 2009 diretto da Gavin Hood, film dedicato al supereroe dei fumetti della Marvel Comics. Il film nonostante sia non canonico è il quarto della saga cinematografica degli X-Men.
Hugh Jackman torna nel ruolo del protagonista (che, per la prima volta, pronuncia la sua peculiare frase dei fumetti «Sono il migliore in quello che faccio, ma quello che faccio non è piacevole») e viene affiancato da Liev Schreiber nel ruolo di Victor Creed; insieme a loro Danny Huston, Lynn Collins, Will.i.am, Taylor Kitsch e Kevin Durand.
TRAMA
Il film è uscito nelle sale in molti paesi del mondo il 1º maggio 2009, mentre in Italia il 29 aprile 2009 in questo capitolo si vede protagonista James Howlett detto Logan, alias Wolverine. Un film che viaggiando a ritroso nel tempo ci spiega come si svolge la storia di questo mutante dotato sin dalla nascita da poteri di fattore rigenerativo, che fra le altre cose, lo fa invecchiare molto più lentamente delle persone comuni e lo rende quasi immune a qualsiasi tipo di ferita inflitta. Nel film Wolverine dopo una serie di vicissitudini burrascose e stravolgimenti vari, tra cui l’aver fatto parte di una Task Force governativa, trova la sua sistemazione in Canada con un lavoro umile (taglialegna) e una compagna amorevole (Kayla Silverfox), per poi scoprire di essere stato raggirato dal governo che in tutti questi anni lo ha monitorato in attesa di farlo rientrare operativo per i propri scopi. In tutto questo trambusto Logan dovrà affrontare il suo passato nella figura vendicativa di suo fratello (Victor Creed / Sabretooth) per poi mettersi alla ricerca delle radici del suo potere, cercando verità e vendetta da chi lo ha reso quello che è, un arma letale.
LE ORIGINI
Wolverine è un personaggio dei fumetti creato da Len Wein e dal disegnatore Herb Trimpe con la collaborazione di John Romita Sr., pubblicato negli Stati Uniti d’America dalla Marvel Comics. La sua prima apparizione è in The Incredible Hulk (vol. 2) n. 180 (ottobre 1974) in un breve cameo, ma il vero e proprio esordio è stato il mese successivo sul n. 181 della stessa serie.
Il mistero legato ai trascorsi del mutante artigliato ha finalmente trovato una risposta in Wolverine: le origini, progetto ideato da Bill Jemas e Joe quesada, che nel 2001 lanciarono la sfida ad alcune prestigiose penne del comicdom quali Grant Morrison, Mark Millar, Brian Michael Bendis, Joe Casey, Paul Jenkins. Fu quest’ultimo ad affrontare da par suo l’arduo compito di narrare le origini di Wolverine.
Molto prima del suo incontro con gli X-men, molto prima di quando lo trasformarono in Arma X
Un tuffo nell’infanzia perduta di Logan che vi farà scoprire cosa lo lega alla maestosa villa di John Howlett, ricco possidente terriero nel Canada di fine Ottocento, all’ingenua e premurosa Rose al piccolo e gracile James, unico erede alla dinastia Howlett. Una cavalcata nel passato remoto di Wolverine affidata a Paul Jenkins, sublime scrittore, a Andy Kubert maestoso disegnatore.
“c’è un mistero celato dentro di lui. Passa giorni interi sui monti…. Libera il suo lato oscuro…. Dentro di lui c’è un essere spaventoso in attesa di mostrare il suo volto al mondo”
Ho gioito molto nel sapere che sarebbe stato realizzato questo film, non solo per la mia fanatica ammirazione nei confronti del personaggio in questione, ma per la curiosità che ruotava intorno al progetto, scoprire se le origini del personaggio sarebbero state trattate con fedeltà alla loro controparte letteraria, e in generale rivedere Hugh Jackman nella parte di Wolverine mi avrebbe comunque reso un uomo felice.
RIFLESSIONI
Purtroppo le mie aspettative furono deluse in parte, un po’ per la sceneggiatura troppo pretenziosa a mio avviso per contenere dettagli e approfondimenti sul mondo di Wolverine, un po’ per la poca meticolosità con cui sono state affrontati le scelte di utilizzo personaggi al di fuori di qualsiasi tipo di contesto espresso nei fumetti. E’ vero un film narra in maniera diverse una storia, i concetti espressi sono differenti e spesso le ritmiche sono essenziali per rendere il film godibile e comprensibile a tutti, però nulla toglie che si potesse comunque adottare una tecnica simile pur mantenendo fedeltà alle storie su cui si basano questi personaggi.
Cambiare interprete e caratteristiche al personaggio di Victor Creed, ad esempio, è stata una scelta poco azzeccata (con tutto rispetto per Liev Schreiber). Se si vuole mantenere un collante con gli altri film lo fai attraverso dettagli e particolari come la scelta degli attori. Stesso esempio per il Colonello Stryker, che pur comprendendo la diversità a livello di età rispetto al personaggio apparso in X-men 2, si poteva tranquillamente trovare un escamotage migliore per creare maggiore somiglianza con i due attori.
Inserire un Wade Wilson (in arte Deadpool) e deturparlo in qualsiasi modo possibile, rendendolo un personaggio disgustoso, senza anima e traviato da qualsiasi segno di riconoscimento che possa lontanamente ricongiungerci al nostro amato mercenario chiaccherone (e menomale che in tutto questo Ryan Reynolds ci ha messo una pezza sopra) è risultata una scelta davvero pessima sopratutto se si vuole fare incattivire una buona cerchia di fan del fumetto.
Ma come non poter citare Gambit? Che in questa storia che non ha letteralmente senso, visto che nel ciclo a fumetti riguardanti le origini di Wolverine della spia francese non vi è traccia, e magari sarebbe stato più efficace avvicinarlo a Rogue in un eventuale capitolo dedicato agli x-men dato la loro intensa relazione, lo stesso vale anche per le comparsate a random di Xavier (giovane ma vecchio) e Ciclope.
Tolti tutti questi piccoli ma odiabili dettagli, il film ha due grandi potenzialità, il comprato tecnico, ovvero la regia e il montaggio, la fotografia e la musica con risalta e si dà un dinamismo importante a tutto il contesto cinematografico, ma soprattutto, e non mi scorderò di menzionarlo ripetutamente, l’attore dietro il volto di Wolverine, che ha letteralmente salvato il film, perché Hugh Jackman non solo da carisma e profondità al suo Logan ma lo rende così coinvolgente ed espressivo da far ridefinire il concetto di trasposizione alla Marvel Comics. Arrivare a rendere il proprio personaggio a fumetti più simile a Hugh Jackman di quanto non lo fosse prima (data soprattutto la bassa altezza del personaggio nei fumetti) proprio per risaltare la figura di un attore che ha saputo dare a Wolverine la giusta dimensione in live action.
Detto questo mi sento di poter esprimere un parere sufficientemente positivo nel complesso per questa pellicola, sebbene sia piena di imperfezioni a livello narrativo e poco contestualizzata al resto della saga. Un episodio da prendere a se stesso che costruisce una cornice attraverso la quale si possono comunque esplorare alcuni dei punti fondamentali che compongono la complessa profondità del personaggio, nonché un panorama più completo delle vicissitudini che hanno definito la temperanza e la durezza caratteriale di Logan.
Il nostro spazio termina qui, spero di esser stato abbastanza esaustivo e di avervi donato un quadro abbastanza preciso sul film preso in questione, vi rimando alla prossima puntata di The Great saga of the children of atom e vi mando i miei più graffianti saluti, dal vostro Capitano Alexander solo per voi solo su Icrewcinema, snikt!!