Regia: Sean Anders; soggetto: Sean Anders; sceneggiatura: Sean Anders e John Morris; fotografia: Brett Pawlak; scenografia: Clayton Hartley; costumi: Lisa Lovaas; montaggio: Brad Wilhite; interpreti: Mark Wahlberg, Octavia Spencer, Rose Byrne; produttore: Sean Anders, Marc Evans, Stephen Levinson, John Morris, Mark Wahlberg; produttore esecutivo: Hellen Pollak; origine: Stati Uniti d’America – 2019.
Instant Family è ispirato ad una storia vera accaduta al regista stesso del film: Sean Anders. Una commedia che merita di essere guardata, che commuove senza abusare di luoghi comuni e senza giocare con facili cliché e piena di ottimi attori, in grado di bilanciare comicità e serietà, sebbene la prima superi di gran lunga la seconda!
Il film vede protagonista la coppia composta da Pete (Mark Wahlberg) e Ellie (Rose Byrne). Decisi ad avere un bambino, i due iniziano ad esplorare il mondo delle adozioni, incontrano vari tipi di potenziali genitori adottivi e intraprendono un percorso preparatorio all’incontro con i potenziali ragazzi ospiti dell’istituto gestito da Karen (Octavia Spencer) e Sharon (Tig Notaro).
Conoscono un’adolescente ribelle e spudorata: Lizzie (Isabela Moner) e proprio il suo caratterino li colpisce e li spinge a segnalare la ragazza come prescelta per l’affido. Ma le operatrici dell’istituto spiegano loro che per perfezionare l’affidamento dovranno essere disposti ad accettare anche i due fratellini minori di Lizzie: Lita (Julianna Gamiz) e Juan (Gustavo Quiroz Jr.). Pete ed Ellie accettano con entusiasmo la sfida di diventare genitori gettandosi a capofitto in questa nuova esperienza, ma non sarà per nulla semplice. Impareranno a conoscere tre ragazzi figli di una tossicodipendente in galera: Juan insicuro e costantemente timoroso di ricevere punizioni fisiche; Lita dolce e malnutrita e Lizzie ossessionata dal rifiuto e dalla sensazione di non essere amata.
Nel cast anche: Margo Martindale, Joan Cusack, Julie Hagerty e Michael O’Keefe.
Questo film ha il pregio di non essere una copia conforme dei tanti altri lavori che hanno trattato il tema dell’adozione. Instant Family si sofferma invece sulle problematiche dell’affidamento, in tutta la fase che precede in realtà l’adozione vera e propria, dei bambini sottratti alle famiglie e collocati in istituti e case famiglia, bambini che si trovano in quella sorta di limbo per cui non sono “appetibili” come gli orfani e nemmeno “desiderabili” come i neonati. Respinti due volte: per non essere completamente “slegati” dalla famiglia biologica e perché, nella maggior parte dei casi, sono considerati troppo cresciuti. Diciamoci la verità, quante coppie preferirebbero un teenager ad un bimbo? Si tratta indubbiamente di esseri umani senza alcuna colpa, spesso bistrattati e messi da parte da famiglie che selezionano un potenziale figlio, in alcuni casi, come se scegliessero un pezzo di carne di prima qualità. E’ probabilmente il sistema che è organizzato male e finisce per somigliare ad una grande fiera di ragazzini di ogni età.
Consiglio di guardarlo in famiglia, consiglio ai genitori di vederlo con i propri bambini e non soltanto perché si ride tanto, non mancano i colpi di scena e perché il finale è istruttivo e non scontato, ma perché mi piace l’idea che, dopo averlo visto, tutti si sentano più grati, più fortunati, che ridimensionino le piccole questioni quotidiane e soprattutto che parlino insieme del film, comprendendo che non esiste una SOLA forma di famiglia, che non ci sono schemi da seguire perché un nucleo famigliare possa dirsi tale.
Bello però ero stanca e mi sono addormentata verso la fine, potete dirmi come è finito? Grazie