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Lettura: Il Venerabile W, l’ultima parte della trilogia del male di Schroeder
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Il Venerabile W, l’ultima parte della trilogia del male di Schroeder

Lara 6 anni fa Commenta! 4
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Il regista Barbet Schroeder conclude con Il Venerabile W la sua trilogia del male iniziata nel 1974

Il primo capitolo della trilogia del male del regista francese Barbet Schroeder inizia nel 1974 con Generale Idi Amin Dada, dittatore dell’Uganda dal 1971 al 1979 il quale accettò di farsi riprendere da una troupe durante le sue giornate, mentre esponeva le sue idee sui paesi Arabi oppure mostrando al mondo una simulazione di guerra contro Israele; benché si dimostrasse un governatore benevolo, in realtà si macchiò di molti crimini durante il suo governo, tra cui persecuzioni razziali e religiose che portarono alla morte di più di 300.000 persone. Al Generale Idi Amin Dada ha dato il volto anche l’attore Forest Whitaker nel film del 2006 L’ultimo Re di Scozia, ruolo che gli valse l’Oscar come miglior Attore nel 2007; piccola curiosità, il dittatore Idi Amin Dada curò la colonna sonora del documentario del 1974.

Contenuti
Il regista Barbet Schroeder conclude con Il Venerabile W la sua trilogia del male iniziata nel 1974Se vuoi che gli altri siano felici, pratica la compassione. Se vuoi essere felice tu, pratica la compassione. Dalai Lama.

Il secondo capitolo arriva nel 2007 con L’avvocato del terrore, presentato al 60° Festival di Cannes, documentario incentrato sul controverso Jacques Vergès, avvocato francese morto nel 2013 il quale, nel corso della sua carriera, diventò noto perché difese terroristi di qualsiasi fazione e personaggi come il capo della Gestapo Klaus Barbie, Saddam Hussein e l’ex capo dei khmer rossi cambogiani Khieu Samphan.

Il venerabile w, l'ultima parte della trilogia del male di schroeder

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Nelle sale dal 21 Marzo il terzo e ultimo capitolo della trilogia Il Venerabile W, che ha il patrocinio di Amnesty International, ci fa conoscere il maestro buddhista birmano Wirathu il quale ha una singolare visione sulla religione che dice di professare e che ha come precetto di base la compassione, infatti lui è per lo sterminio del popolo musulmano Rohingya che descrive paragonandoli a pesci gatto africani i quali si riproducono velocemente, sono molto violenti arrivando a divorare anche membri della propria specie e a distruggere l’ambiente che li circonda. Un uomo Wirathu che si è reso responsabile del genocidio e della fuga di migliaia di musulmani verso il Bangladesh, che ammira la politica di Donald Trump e che sa manipolare i media birmani; ma il regista non si ferma qui, oltre parlare di Wirathu, ha avuto modo di esporre la sua opinione sulla situazione attuale della Birmania:

San Suu Kyi ha accettato il potere dopo aver fatto un patto coi militari. Non ha mai parlato direttamente e ufficialmente dei Rohingya, come se non esistessero. Sul suo sito anzi racconta che i musulmani darebbero fuoco alle case e che gli stupri ai loro danni sarebbero solo fake news. Ha fatto poi venire il Papa senza menzionare nulla di questa vicenda e ha manipolato anche Kofi Annan, ma prima o poi dovrà rispondere di tutto questo davanti a un tribunale. Wirathu ha visto il film e pensa di uscirne bene, proprio come era capitato ad Amin Dada e come capita a Donald Trump quando non capisce le reazioni della gente di fronte ai suoi comportamenti. (www.ansa.it).

Se vuoi che gli altri siano felici, pratica la compassione. Se vuoi essere felice tu, pratica la compassione. Dalai Lama.

https://www.youtube.com/watch?v=NCcwdl8jZVA

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