Lunedì 4 marzo sono iniziate le riprese del nuovo film di Nanni Moretti, tratto dal romanzo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo Tre piani
Nanni Moretti ci stupisce: due film nel giro di due anni. Normalmente passavano quattro o cinque anni da un film all’altro. Dopo lo stupendo docufilm Santiago, Italia, che ha vinto il Nastro d’Argento dell’anno, Moretti ha iniziato un film vero e proprio. Per la prima volta il soggetto non è originale, ma è tratto da un romanzo, Tre piani, ambientato a Tel Aviv, ma la sceneggiatura, scritta dal regista stesso, assieme a Federica Pontremoli e Valia Santella, adatta i fatti in Italia.
I tre piani del romanzo sono quelli di un tranquillo condominio borghese. Eshkol racconta tre storie di tre inquilini, sono storie molto dolorose, simboliche, con risvolti sociali e politici. Per l’autore, i tre piani sono anche i tre piani dell’inconscio: Io, Es e SuperIo.
Come Moretti adatterà queste tre storie non lo sappiamo. Conosciamo, invece il cast: Riccardo Scamarcio, Margherita Buy, ormai al terzo film con Moretti, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini, Elena Lietti, lo stesso Nanni Moretti, Denise Tantucci, Alessandro Sperduti, Anna Bonaiuto, Paolo Graziosi, Tommaso Ragno, Stefano Dionisi. Il film uscirà nel 2020.
Alla cerimonia per la consegna del Nastro d’Argento, Moretti ha dichiarato: “Quando ho cominciato a lavorare al documentario c’era un’Italia un po’ meno rancorosa e incattivita. Sono contento che questo piccolo film sull’accoglienza sia uscito in un periodo in cui un gran pezzo della società italiana è andato nella direzione opposta alla solidarietà. Questa bella storia di cui andare fieri ha purtroppo acquistato ancora più attualità”.
Come abbiamo già detto (vedi: il ritorno di Nanni Moretti con Santiago, Italia), Moretti è uno che sta attento al mondo che lo circonda: nel Caimano ha intuito che l’opinione pubblica avrebbe stigmatizzato l’operato della giustizia e assolto il malfattore, Habemus papam ha, in un certo senso, previsto la rinunzia al soglio pontificio di Papa Ratzinger, quando ha girato Santiago, Italia, l’Italia si apprestava a diventare quel paese intollerante, razzista ed egoista che è sotto gli occhi di tutti.
E ora aspettiamo di vedere cosa altro ha capito che noi ancora non abbiamo colto.