Con a disposizione più di 55 ore di filmati inediti e 140 ore di audio, Peter Jackson si appresta a fare il film che tutti i fan dei Beatles hanno sempre sognato
Il docufilm più atteso da qualsiasi fan dei Beatles che si rispetti percorre poco meno di un mese, dal 2 al 30 gennaio 1969, ossia quando i Beatles si rinchiusero negli studi della Apple per registrare Let it be. A conclusione ci fu il mitico concerto sul tetto della Apple corps che fu interrotto dalla polizia. Sono passati cinquant’anni giusti, per cui un film celebrativo dell’evento s’impone.
I filmati furono girati da Michael Lindsay-Hogg in studio, durante le registrazioni di Let It Be. All’inizio le riprese avrebbero dovuto servire a realizzare uno speciale televisivo poi, nel 1970, ne fu tratto il documentario Let It Be, che indugiava soprattutto sul clima teso che c’era in quei giorni fra i quattro Fab. Furono gli stesso Beatles a boicottare il progetto, che venne pubblicato solo in videocassetta, ma ormai, da tempo, il filmato è fuori circolazione.
L’intenzione di Sir Peter è di realizzare qualcosa di completamente diverso
Un tuffo nel passato con i quattro musicisti “più famosi di Gesù Cristo”, come diceva John, che suonano insieme. E, udite, udite: “Sono stato sollevato di scoprire che la realtà è molto diversa dal mito. Dopo aver esaminato tutto il materiale e l’audio che Michael Lindsay-Hogg ha reperito diciotto mesi prima dello scioglimento, mi sono reso conto di quale incredibile e storico tesoro fosse. Certo, ci sono momenti di drammaticità, ma non emerge quella discordia a cui questo progetto è stato a lungo associato. Guardare John, Paul, George e Ringo lavorare insieme, creare canzoni da zero, non è solo affascinante: è divertente, edificante e sorprendentemente intimo“.
Grazie anche a questo punto di vista, che ridimensiona e sdrammatizza i fatti che precedettero lo scioglimento dei Beatles, Jackson ha avuto l’imprimatur di Sir Paul, Sir Ringo, Yoko e Olivia Harrison.
Un’altra cosa che ci fa piacere è che ascolteremo le registrazioni dei Beatles e non il prodotto finito. Ricordiamo che Let it be uscì un anno e mezzo dopo essere stato registrato, a band ormai sciolta, e vi fu aggiunta una quantità tale di archi da farlo credere un disco della London Simphony Orchestra, più tutta una serie di sovraincisioni ed effetti che poco avevano a che fare con il sound dei Beatles. Una canzone perfetta come The long and winding road, con tutti quegli archi sovraincisi, non l’avrebbero voluta manco a San Remo. Per questo già fu pubblicato, nel 2003, forse più per farci soldi che per filologia musicale, Let it be naked. Il disco uscì doppio: nel primo disco c’erano i pezzi così come li avevano suonati i Beatles, con Billy Preston alle tastiere; nel secondo disco c’era parte del materiale registrato 34 anni prima da Lindsay-Hogg, conversazioni, prove dei pezzi inclusi nell’abum e di quelli che vennero scartati. Quindi è possibile che il film di Jackson ci offra anche qualche bella sorpresa, facendoci ascoltare inediti che, per quanto successivamente scartati, sono pur sempre canzoni dei Beatles.
Del film, però, si sa ancora poco, neppure il titolo. È molto probabile che sarà distribuito nel 2020 in occasione del cinquantesimo anniversario di Let it be.
Col nuovo film dovrebbe uscire anche il Let it be del 1970 di Lindsay-Hogg restaurato. Probabilmente, visto che avremo a disposizione un secondo punto di vista più positivo, i superstiti della band più famosa del mondo non hanno avuto remore a sdoganare anche il primo cupo documentario.