La colonna sonora di Pulp fiction è un tuffo nel passato attraverso la vasta cultura musicale di Tarantino
Ci sarebbero così tante cose da dire su Pulp fiction che non avrei più il tempo di parlare della colonna sonora. Ma, poichè il film è stato già trattato in questo articolo, mi tolgo d’impaccio andando a trattare direttamente la soundtrack.
Iniziamo col dire che Quentin Tarantino ha saputo reinventare, non solo con questa pellicola, il modo di abbinare la musica ai film. Analizzando la maggior parte delle sue colonne sonore, ogni scena ed il brano ad essa abbinato sembrano come quelle coppie che all’apparenza hanno poco o niente in comune, che non sai come facciano a stare insieme… eppure poi ti rendi conto che sono fatti l’uno per l’altra, che non sapresti immaginarli l’uno senza l’altra. Questo è merito di un talento innato ma anche di una cultura cinematografica e musicale vastissima. Le scelte musicali nei film di Tarantino, non essendo quasi mai delle composizioni create ad hoc, ricadono su canzoni che egli stesso seleziona pescando molto (e forse volontariamente) da repertori quasi dimenticati e che, grazie a lui, godono di una nuova vita. Allo stesso tempo però, tutto risulta perfettamente calzante e bilanciato.
Pulp fiction è sicuramente l’esempio più fulgido di tutto ciò, a mio avviso una delle selezioni musicali più riuscite di sempre. Una colonna sonora impreziosita da composizioni di artisti quasi dimenticati degli anni ’60/’70, che spazia dal rock’n roll, al funk, dal soul, al surf ed al blues. Nella soundtrack troviamo artisti come Dusty Springfield, Kool & the Gang, Chuck Berry; pezzi di assoluto valore ma ormai un po’ dimenticati. Tanto è vero che brani come You never can tell, Misirlou o Girl, you’ll be a woman soon ormai rimandano l’immaginario collettivo molto più al film che ai loro esecutori.
Come dicevo, le scelte sono precise, tutto ha un senso, la colonna sonora nel complesso evoca le emozioni, l’umorismo non-sense, la violenza e l’adrenalina di alcune scene e dei suoi personaggi. Un esempio ne sono brani surf psichedelici come Surf rider che, piuttosto che richiamare gli scenari californiani e le atmosfere da Beach boys, rendono perfettamente la violenza ironicamente esagerata del film.
Misirlou – Dick Dale & his del-tones
Il brano d’apertura, che lascia presagire tutta l’adrenalina che pervaderà il film, un brano trionfante, carismatico e vibrante. Ecco subito il primo contrasto tra musica ed immagini: durante una canzone così frenetica, i titoli di apertura scorrono con estrema lentezza e l’uno sembra compensare l’altro. A mio avviso, il pezzo più rappresentativo della soundtrack
Jungle boogie – Kool and the Gang
https://www.youtube.com/watch?v=QHGOO73Gxg4
I protagonisti Vincent e Jules sono in auto e, mentre si dirigono ad eseguire un “lavoro” importante, dialogano amabilmente nell’atmosfera rilassata che conferisce questo brano disco-funky in sottofondo. La famosa scena del “Royale con formaggio”
Let’s stay together – Al Green
Una delle ballad più belle del panorama soul. Una canzone romantica e sensuale piazzata durante un dialogo in cui si progetta di truccare un incontro di pugilato. Eppure ci sta tutta! Il brano ha il potere di smorzare la tensione della scena.
Son of a preacher man – Dusty Springfield
https://www.youtube.com/watch?v=DjydOI4MEIw
Questa canzone racconta la prima volta in cui Mia vede Vincent. Non proprio un incontro romantico, ma questo stupendo pezzo soul-blues sottolinea perfettamente l’essenzialità di quel momento. Grande merito a Tarantino per aver riscoperto questo brano!
Girl, you’ll be a woman soon – Urge Overkill
Vincent è in bagno e Mia fa partire questa canzone in cui si rispecchia molto. Inizia a ballare finchè, soddisfatta, si siede sul divano e trova l’eroina di Vincent. Scambiandola per cocaina, la prepara e la sniffa…
You never can tell – Chuck Berry
https://www.youtube.com/watch?v=RoDPPgWbfXY
Ecco il brano più rappresentativo di tutto il film, quello che accompagna l’indimenticabile iconica scena del twist tra Mia e Vincent. In un film la cui genialità sta nel non prendersi troppo sul serio, non poteva starci che un twist atipico come questo, dai ritmi e dalla melodia sinuosi ed eleganti. Senza dubbio questo pezzo ha contribuito in maniera decisiva all’epicità di questa scena.