Un’attrice che ha fatto dell’ironia il suo più importante personaggio, che sa prendersi in giro, ma si mette in gioco per le cause più importanti. Dalle origini semplici alle stelle di Hollywood. Questa è la storia di Sandra Bullock.
Sandra Annette Bullock nasce nel luglio del 1964 in un sobborgo di Washington. I suoi genitori, la cantante lirica tedesca Helga Meyer e l’allenatore americano John W. Bullock, si incontrano a Norimberga dove si sposano prima di trasferirsi in America dove John Bullock diventerà un imprenditore per il Pentagono.
Nonostante le origini Americane, Sandra Bullock segue la madre in Europa per i suoi concerti lirici e rimane molto tempo con la zia e la nonna materne. Durante l’infanzia, oltre ad imparare un perfetto tedesco, studia danza e si unisce al coro del Norimberga Staatstheatre, per poi trasferirsi definitivamente nella città natale e frequentare la Washington-Lee High School dove prende parte a diverse piccole produzioni teatrali ed entra anche nella squadra delle cheerleader. Terminato il liceo, inizia gli studi alla East Carolina University, che lascia nel 1986 per dedicarsi alla carriera di attrice.
I primi lavori
Dopo aver recitato in alcune produzioni teatrali locali, la nostra Sandy viene ingaggiata per i primi ruoli al cinema e in TV. Le viene offerta una parte in un film TV semi sconosciuto, Scontro Bionico, che in sostanza è un film tratto dalle serie tv La donna bionica e L’uomo da sei milioni di dollari. Una sorta di grosso crossover.
Dopo questa parentesi e un altro paio di film indipendenti, alla fine degli anni ’80 viene finalmente scelta come protagonista in una serie TV, Working Girl – Una donna in carriera, serie che verrà trasmessa nel 1990 e liberamente ispirata all’omonimo film di Mike Nichols con Melanie Griffith.
L’idea è buona, ma il pubblico non sembra apprezzare appieno dato che a causa dei bassi ascolti la serie viene cancellata già alla prima stagione e la decisione viene prese addirittura dopo la messa in onda dell’ottavo episodio su dodici disponibili.
Non tutto il male viene per nuocere però, perche la Bullock a quel punto viene richiesta per produzioni più importanti e nel giro di poco si ritroverà a lavorare con colleghi di calibro particolarmente elevato come Sylvester Stallone, Jeff Bridges e Shirley MacLaine.
L’arrivo del successo
E’ solo a metà degli anni 90, però, che Sandra Bullock ottiene i primi veri consensi dal pubblico lavorando come co-protagonista, al fianco di Keanu Reeves, in Speed, il primo grande successo di Jan De Bont, nominato a due premi Oscar, e per la quale la Bullock vince i primi significativi premi ai Bafta e agli MTV Movie Awards.
Da questo momento in poi, è tutto in discesa. Sandra viene contattata da produzioni importanti e registi del calibro di Jon Turteltaub e Irwin Winkler, per i quali recita rispettivamente in Un amore tutto suo, per il quale riceve una candidatura ai Golden Globe, e The Net – Intrappolata nella rete, che racconta la storia di un’informatica braccata da hacker che le rubano l’identità per dissuaderla a diffondere delle informazioni scomode riguardanti un imprenditore informatico che sta per lanciare sul mercato un software all’apparenza innocuo.
Un’attrice completa
A partire dalla metà degli anni ’90, per l’attrice le richieste da parte dei produttori si moltiplicano esponenzialmente e comincia a lavorare sia in commedie romantiche che in produzioni decisamente più serie. Tra i film che la consacrano al successo ci sono Miss Detective di Donald Petrie, con Michael Caine, che avrà anche un seguito, Miss F.B.I. per la regia di John Pasquin, meno fortunato del primo ma comunque apprezzato da pubblico e critica. La vediamo poi con Hugh Grant in Two Weeks Notice di Mark Lawrence, già produttore di alcune pellicole precedenti sempre con Sandra Bullock. Assieme a Nicole Kidman, Dianne Weist e Stockard Channing (la Rizzo di Grease) recita in Amori e Incantesimi, mentre con Maggie Smith ed Ellen Burtsyn la troviamo protagonista ne I sublimi segreti delle Ya-Ya Sisters, una commedia dolce-amara per la regia di Callie Khouri, vincitrice dell’Oscar come Miglior sceneggiatura originale per Thelma & Louise.
Partecipa inoltre a film dal taglio più serio, tra cui Formula per un delitto con un giovanissimo Ryan Gosling (con cui entrerà anche in relazione per un periodo) e in 28 giorni con Viggo Mortensen, un film che parla di una ragazza tossicodipendente e del suo difficile periodo in riabilitazione. In questi anni si da anche alla prima esperienza di doppiaggio, prestando la voce al personaggio di Miriam ne Il Principe d’Egitto. Fra tanti successi, l’unico verso scivolone lo ha nel seguito del film che l’ha portata al successo, ovvero in Speed 2, sempre per la regia di Jan De Bont. Considerato uno dei film peggiori dell’anno, è stato nominato a diversi premi ai Razzie Awards (gli Oscar al contrario in sostanza) e ha vinto quello di Peggior Remake o Sequel.
Il primo Oscar
Dopo essere tornata, nel 2006, a lavorare con Keanu Reeves in La casa sul lago del tempo, Sandra viene inserita nel cast di The Blind Side, film di John Lee Hancock, tratto da una storia vera, in cui interpreta la madre adottiva di un ragazzo di colore, molto introverso, che a causa anche della sua enorme stazza, fatica ad inserirsi socialmente. Grazie all’aiuto della sua nuova famiglia, scoprirà nel football americano la sua passione fino a diventare un professionista nei Baltimore Ravens.
Il film ottiene un grandissimo successo di pubblico e critica e svariate nomination, tra le quali Sandra Bullock risulta vincitrice agli Oscar e ai Golden Globe come Miglior attrice protagonista e Miglior attrice in un film drammatico.
Poco tempo dopo Alfonso Cuarón la ingaggia per, Gravity, con George Clooney, dove la Bullock vestirà i panni di un’astronauta costretta a vagare nello spazio, a causa di un incidente sulla nave su cui stava lavorando a delle riparazioni, nel disperato tentativo di ritornare a terra. Il film viene proiettato in anteprima alla settantesima Mostra del Cinema di Venezia, aprendo la kermesse, e poi lanciato al cinema in un 3D pazzesco curato nei minimi dettagli e con una colonna sonora pensata per “sostituire” i suoni che nello spazio non si sentono a causa della mancanza d’aria. E’ un successo. Il film ottiene 10 nomination agli Oscar tra cui quella come Miglior attrice non protagonista, che purtroppo non viene vinta. Il film sarà comunque uno dei trionfatori con ben 7 statuette aggiudicate.
Tra gli ultimi lavori, Sandra ha partecipato come protagonista a Ocean’s 8, un reboot della saga lanciata da Steven Soderbergh nel 2001, e diretto da Gary Ross. Nel cast assieme a lei, tra gli altri, Sarah Paulson, Anne Hathaway, Cate Blanchett ed Helena Bonham Carter. Tra i suoi prossimi progetti, invece, la vedremo in un film originale Netflix, Bird Box, che sarà distribuito inizialmente in alcune sale cinematografiche inglesi e americane a partire dal 13 dicembre e successivamente a livello globale sulla piattaforma streaming a partire dal 21 dicembre.
E ora alcune curiosità sull’attrice…
Una vera filantropa
Sandra Bullock da sempre è conosciuta per le sue generose donazioni a favore di soccorritori al lavoro in momenti che hanno sconvolto diversi paesi, dall’attacco dell’11 settembre, all’uragano Katrina, fino al terremoto in Giappone.
E’ stata la prima a conseguire un riconoscimento pensato proprio per i benefattori, il Favorite Humanitarian Award, che ha conseguito nel 2013 durante la trentottesima edizione dei People’s Choice Award.
Stuntman involontaria
Ha rischiato per ben due volte la vita. La prima volta su un volo che la stava portando nel Wyoming per le vacanze natalizie. A causa delle condizioni avverse, il pilota ha tentato un atterraggio di emergenza, finendo però fuori pista e causando il distacco del carrello e danni a una delle ali. Fortunatamente lei e i passeggeri ne sono usciti illesi.
La seconda volta invece si trovava sul set di Corpi da reato con Melissa McCarthy. Un autobus di linea ha perso il controllo (un po’ come in Speed, ma in versione drammaticamente reale) impattando contro la roulotte dell’attrice. Nessuna vittima fortunatamente anche se una decina di persone sono state ricoverate preventivamente all’ospedale.
Inseguita da uno stalker
Nel 2014 è stata vittima di uno stalker, Joshua Corbett, che oltre ad essere ossessionato da lei, si è introdotto in casa sua al fine di abusarne, constringendola a chiudersi in un armadio per poter chiamare il 911. L’uomo è stato arrestato e costretto a curarsi e a rimanere lontano dall’attrice per oltre 10 anni.
Nell’aprile del 2018 l’uomo si è suicidato nella sua casa, dopo non essersi presentato ad un’udienza. Le forze dell’ordine si sono presentate alla sua abitazione per arrestarlo e dopo una trattativa durata 5 ore sono entrate trovandolo privo di vita.
Commedie romantiche, ma senza sesso…
L’attrice ha dichiarato che non farà mai scene di sesso. Ha sempre dovuto lottare per uscire fuori dagli schemi e alla classica ragazza che si innamora di un ragazzo preferisce scene romantiche che facciano ridere. Sarà per questo che le commedie le riescono così bene?