TMZ tramite sua figlia ci fa sapere che a 95 anni il creatore dell’universo Marvel ci ha lasciato presso il Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles
Purtroppo, dalla morte della moglie Joan, con cui girò anche un cameo in X-Men: Apocalypse, il Sorridente non se la stava passando proprio bene. Oltre ai problemi fisici, legati alla vista e ai polmoni, che hanno man mano peggiorato le sue condizioni, ha dovuto anche lottare legalmente: ha citato in giudizio i dirigenti di una società di film, TV e videogiochi che aveva fondato nel 2001, POW! Entertainment, con l’accusa di frode per un valore di circa 1 miliardo di $; l’accusa a Shane Duffy e Gill Champion è di aver approfittato delle sue condizioni per fargli firmare un contratto in cui cedeva i diritti di utilizzo del suo nome e della sua immagine, anche sui social, in riferimento a tutte le opere create per la società.
“Nuff said”, come annunciava The Man per continuare a leggere i suoi fumetti, poiché il suo stile era unico e rivoluzionò il modo di concepire quest’arte: il Marvel Style, famoso soprattutto per il dialogo con i lettori tramite note, rubriche e articoli promozionali e per la collaborazione tra sceneggiatore e disegnatore. Infatti, i primi personaggi Marvel sono stati co-creati con i disegnatori Jack Kirby e Steve Ditko che contribuivano alla stesura della trama dei primi supereroi con super problemi, altra rivoluzione che li rese più umani, più vicini a chi leggeva: gli adolescenti degli anni Sessanta si riconoscevano in Peter Parker, studente come loro con mille difficoltà, ma consapevole che “da un grande potere, derivano grandi responsabilità”.
Stanley Martin Lieber, figlio primogenito di immigrati ebrei, partì dal basso, lavorando come addetto alle copie per Martin Goodman alla Timely Comics, la futura Marvel; nel 1941 su un numero di Capitan America scrisse, per la prima volta, una pagina di testo firmata con lo pseudonimo di Stan Lee. A soli 17 anni divenne il più giovane editor, passando dal ruolo di scrittore di riempitivi a quello di sceneggiatore. Dopo un periodo di crisi per il settore, nel 1961 nacque la Marvel con il super gruppo dei Fantastici Quattro, che rispondeva alla richiesta di Goodman di contrastare la Justice League della concorrente DC. Il successo fu enorme e vennero prodotti negli anni successivi i principali eroi: Spider-Man, Hulk, Thor, Iron Man, X-Men, Devil e Doctor Strange.
In seguito è stato supervisore e direttore artistico. Divenuto un’immagine dell’azienda, partecipava a riunioni sui fumetti negli Stati Uniti, di tanto in tanto continuava a scrivere, ma soprattutto compariva in tutti i film e in molte serie Marvel. I fan aspettavano con ansia il suo cameo e ora spero che ne abbiano girato a sufficienza per i film a venire per non far mai mancare la sua allegria in una pellicola di un personaggio da lui creato. Il noto fumettista americano dichiarò che amava apparire nei film Marvel e che le sue comparse preferite furono in Deadpool e in Avengers: Age of Ultron. Usò questo espediente metanarrativo anche nei comics: per esempio, lui e Jack si presentarono al matrimonio di Sue e Reed Richards, scena ripresa solo con The Smiling in I Fantastici 4 e Silver Surfer.
Ultimamente, oltre ai film, è sempre stato attivo nei suoi progetti, anche in trasmissioni televisive: ha condotto Stan Lee’s Superhumans, trasmesso in Italia su Sky, in cui mandava Daniel Browning Smith in giro per il globo alla ricerca di superuomini con poteri straordinari, talvolta mettendoli alla prova scientificamente.
Non finiremo mai di ringraziarlo per l’enorme contributo portato al mondo dei fumetti e in generale al nostro immaginario collettivo. Chiunque conosce le sue creazioni che a molte persone, come me, hanno cambiato la vita, costituendo qualcosa di più di una semplice passione. “I fumetti sono le favole per gli adulti.”
Caro Stan, ora appartieni al Pantheon dell’Universo Marvel, sei e sarai immortale, poiché continuerai a vivere in ogni fumetto scritto e in ogni cameo girato, “Excelsior!”.