Il guardiano invisibile dal romanzo thriller all’adattamento cinematografico.
“In un bosco accanto al fiume Baztán, all’estremo nord della Spagna, sul confine tra i Paesi Baschi e la Navarra, viene ritrovato il cadavere di una adolescente, nudo e ricomposto secondo uno strano rituale. Sul ciglio della strada, le scarpe, una accanto all’altra, come se qualcuno le avesse messe lì apposta per attirare l’attenzione dei passanti. Sul corpo, gli avanzi di un dolce tipico della regione e alcuni peli che non sono umani. Segno, questi ultimi, dell’attacco di un animale selvatico o di un assassino che cerca di confondere le sue tracce?
Amaia Salazar, capo della squadra Omicidi della Policía Foral de Navarra, deve occuparsi del caso. Nata e cresciuta a Elizondo, lo stesso paese della vittima, la detective torna nei luoghi dell’infanzia, dove l’attendono le indagini e problemi familiari che sperava di essersi lasciata per sempre alle spalle. Con l’aiuto dei suoi collaboratori, Amaia scopre delle analogie con un secondo omicidio, quello di una ragazza strangolata un mese prima. L’assassino deve essere qualcuno di cui le vittime si fidavano e probabilmente il rituale che esegue su di loro è una sorta di purificazione, per restituire alle giovani donne la loro purezza verginale.
Ma nella zona c’è chi ha idee molto diverse. Per strada, sottovoce, la gente del posto già sussurra teorie e antiche leggende, invocando le creature che, secondo la mitologia locale, a volte scendono dalle montagne per proteggere la natura e i suoi abitanti. Se il mitico basajaun, figura cardine delle credenze popolari basche, guardiano invisibile dei boschi, fosse davvero riemerso dai ricordi d’infanzia di Amaia, insieme alle ombre di un passato che continua a tormentarla?
Un thriller teso e spietato, con un’architettura impeccabile e un ritmo mozzafiato. Una trama ricca di suspense. L’esordio narrativo di Dolores Redondo, la nuova voce del giallo spagnolo.”
Questa è la trama presentata per il romanzo Il guardiano invisibile di Dolores Redondo, però in esclusiva da Netflix è stato creato dal regista spagnolo Fernando Gonzales Molina.
In questo thriller-poliziesco, con suggestioni horror, viene raccontata la vicenda della caccia a questo spietato serial killer, che rapisce e uccide ragazzine, il tutto con un complesso rituale. La storia è ambientata nell’estremo nord della Spagna, al confine tra i Paesi Baschi e la Navarra, dunque anche nel film avremo presentate le leggende del luogo e uno in particolare del Basajaun, una creatura mitologica.
Il film si dirama tra il tentativo della soluzione del caso e la vita passata della protagonista, Amaia Salazar, ex FBI e attuale capo della squadra omicidi. La donna costretta a tornare nel suo paese d’origine, Elizondo, si ritroverà ad affrontare anche i fantasmi e traumi del suo passato.
Infatti Amaia, è proprio qui che ha passato la sua terribile infanzia, rievocando così i suoi dolori passati, ma sarà anche un modo per affrontare una volta per tutte i suoi demoni interiori.
La prima cosa che colpisce sono le ambientazioni del film, specialmente il continuo scenario di pioggia e i boschi oscuri e inquietanti in cui si consumano i delitti del serial killer. Al tutto si aggiungono le superstizioni del luogo e l’atmosfera noir, resa in modo convincente grazie al regista, che è riuscito a creare la tensione giusta.
Elizondo viene presentato come un luogo cupo e piovoso, dall’aria quasi stregonesca tanto che questo piccolo particolare viene accentuato dalle “abilità” nella lettura dei tarocchi della zia di Amaia, che è molto legata alle credenze magiche della sua terra.
Diciamo che nel complesso la trama è buona, specialmente nel suo genere thriller – poliziesco non ha nulla da discutere, solo che vi sono degli elementi poco chiari. I dettagli sovrannaturali che permettono la svolta decisiva alla soluzione del caso mi sembrano poco credibili e credo che potessero essere realizzati meglio. Ma oltre a questo è un film che consiglio.