Os Cariocas sono un gruppo musicale brasiliano formatosi negli anni ’40, considerato il precursore del sound brasiliano. Oggi Lúcia Veríssimo la figlia di uno dei fondatori del gruppo, Severino Filho, dirige un docufilm che racconta la storia del gruppo.
Prima del Tropicalia, prima della Bossa Nova erano Os Cariocas. A parlarne, nel film di Lúcia Veríssimo, sono i protagonisti della musica successiva, che sono stati influenzati dallo storico quintetto: Gal Costa, Chico Buarque, Marcos Valle, Gilberto Gil e Caetano Veloso, tutti musicisti che sono stati anche politicamente attivi quando il Brasile era sotto la dittatura di Castelo Branco. “Una bandiera alzata contro il ritorno a una dittatura, situazione alla quale il mio Paese, oggi, è pericolosamente vicino” dice la regista; tudo o mundo é país, come si dice in Brasile.
Per descrivere l’atmosfera del film, nulla di meglio delle parole della regista che ne ha parlato lungamente al Festival Internazionale di Cinema Brasiliano ‘Agenda Brasil’ di Roma.
“Mio padre e mio zio – l’altro fondatore del gruppo – hanno iniziato giovanissimi, suonando a casa di mio nonno. Nel 1946, all’età uno di 16 e l’altro di 15 anni, hanno fatto un provino con Rádio Nacional che andò bene. Così giovani erano già professionisti. Mio zio era un genio musicale, è stato lui a creare, per la prima volta nella storia della musica mondiale, la voce in falsetto. È stata una rivoluzione”.
Ovviamente Os Cariocas sono diventati il punto di riferimento dei giovani musicisti, che andavano in casa dei Veríssimo a consultarsi coi Maestri: “Da noi sono nate le prime note della bossa nova. Casa era un viavai di giovani musicisti, mio padre era felicissimo di aiutarli e lavorare con loro e è così che siamo diventati amici intimi di Roberto Menescal, Carlos Lyra… io, per un po’, sono stata anche fidanzata con Caetano. Vedrete, ad esempio, Chico Buarque ridere o raccontare cose molto personali, come è raro vederlo nelle interviste, o Caetano Veloso emozionarsi a ricordare tutto quello che ha fatto con mio padre”. Nel 1968 cambia tutto; si instaura la dittatura militare, la Bossa Nova viene messa fuori legge e Severino subisce un duro colpo: ”Si è chiuso in casa, ha smesso con la band proprio nel suo momento di maggiore successo. Per mantenersi ha cominciato a lavorare come direttore d’orchestra, produttore e compositore per il cinema perché tutto questo non richiedeva la sua presenza di fronte a un pubblico”. E questa situazione rimane immutata fino al 1987, con la fine della dittatura, ed è proprio Lúcia a convincere il padre a rimettere in piedi lo spettacolo interrotto vent’anni prima: “Quella notte Rio de Janeiro si è fermata, è stato un successo enorme e la commozione ha coinvolto tutti”.
Questo film, dunque, è un documento di grande importanza per capire vent’anni di storia brasiliana, ma anche un’occasione per ascoltare buona musica. Speriamo che passi nelle sale e non rimanga solo relegato nel calendario di un festival.