La storia di Jeff Bauman, vittima della bomba della maratona di Boston del 2013, diventa un film per la regia di David Gordon Green.
Jeff Bauman, interpretato da Jake Gyllenhaal, vuole riconquistare Erin, ovvero Tatiana Maslany, che lo ha lasciato. Perciò, si mette sulla linea del traguardo della maratona di Boston con un cartellone in mano. Poi succede quello che sappiamo: una bomba esplode, uccide decine di persone e Jeff rimane ferito e gli vengono amputate entrambe le gambe. Jeff ha visto uno degli attentatori e aiuta l’F.B.I. a identificarlo, diventando una sorta di eroe nazionale. Ma questo non lo ripaga certo dalla perdita delle gambe. Per tornare di nuovo in piedi, l’aiuto di Erin sarà fondamentale.
Storia vera, quindi, tanto vera che lo stesso Bauman ha collaborato alla stesura della sceneggiatura.
Inutile dire che è una delle storie edificanti che tanto piacciono ai nordamericani, oltretutto il lato sentimentale della sceneggiatura è abbastanza rilevante. Bisogna contare sulla bravura di Jake Gyllenhaal per non scadere nella classica melassa hollywoodiana. Gyllenhaal, a parte il cognome impronunciabile, è senza dubbio un ottimo attore, molto versatile, recita anche in teatro, è anche una brava persona che s’impegna per i diritti civili e rilascia interviste intelligenti. Per questo ci fidiamo di lui. Mi piacerebbe, però, sapere quanto glielo permetterà la sceneggiatura, che predilige il campo affettivo del protagonista. Una frase di Erin per tutte: “Ho già perso la mia famiglia, non perderò anche te Jeff”.
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Quindi un film che va accostato con una certa cautela. Sicuramente ci sono tanti spunti che permetterebbero la realizzazione di un bel film; per esempio lo shock per la perdita delle gambe, la riabilitazione e via dicendo. Ma trattandosi di un film nordamericano è lecito essere prudenti.