Ecco il prequel della trilogia La notte del giudizio. Tocca a Gerard McMurray raccontare come è iniziata la saga dei tre film diretti da James DeMonaco, che firma ancora la sceneggiatura.
Andrew Form, produttore della saga, ha spiegato perché, secondo lui, DeMonaco lascia la regia: “Credo che per James La notte del giudizio sia diventata una cosa difficile da continuare a vivere. È un mondo ultraviolento e James è un uomo dolcissimo con una famiglia. Ha fatto tre di quei film, che per noi sono l’equivalente di uccidere dei bambini in cantina. L’ha fatto nei primi tre ed è stato tanto gentile da scrivere il quarto ma ha voluto lasciare la regia“.
Vediamo velocemente di cosa parla il film
Siamo nel 2018; i Nuovi Padri Fondatori d’America hanno elaborato una nuova teoria, secondo la quale, dando sfogo all’aggressività per una sola notte, il tasso di criminalità calerebbe al di sotto dell’1% per il resto dell’anno. Si sperimenta, dunque, la prima notte nella quale, per 12 ore, tutto è permesso, ma il risultato non è quello previsto. La violenza esploderà infatti in tutto il paese e sarà inarrestabile.
I Nuovi Padri hanno come slogan, più o meno, “facciamo di nuovo grande l’America“, sul poster campeggia il cappellino rosso con la visiera. Qualsiasi riferimento a Donald Trump non è certo casuale. Se La notte del giudizio, del 2013, Anarchia – La notte del giudizio, dell’anno successivo, e La notte del giudizio – Election Year, del 2016, alludevano alla politica nordamericana, La prima notte del giudizio non potrebbe essere più esplicito.
La prima cosa che possiamo pensare è che si tratti di una distopia,
non ambientata in un futuro, ma nel presente. Non in un mondo lontano o parallelo, ma nel nostro. Ma se così fosse, forse questa trilogia non avrebbe sconvolto più di tanto gli spettatori. Quello che fa veramente accapponare la pelle è la consapevolezza che la realtà descritta potrebbe diventare la nostra da un momento all’altro. Basta guardarsi attorno per notare quanto la violenza e l’odio siano all’ordine del giorno, come modo di agire e, soprattutto, di parlare.
Questa folle idea, che a noi potrebbe sembrare pura fantascienza, forse, negli Stati Uniti, dove chiunque può comprare un’arma e usarla, non sembra una eventualità poi così assurda. Dato che il ministro degli interni italiano è favorevole a introdurre questa regola anche in Italia, non sono lontani i tempi in cui anche noi avremo un’idea più chiara di cosa può succedere davvero.
A me fa rabbrividire… proprio l’impressione che ho avuto vedendo gli altri che sia un qualcosa di fin troppo realistico.