Sarà in Italia, a partire dal 15 ottobre, l’Ocean Film Festival, la rassegna cinematografica nata in Australia e dedicata ai misteri del mondo sommerso.
Siamo solo alla seconda edizione e già questo festival sta riscuotendo un enorme successo. Così tanto che si è deciso di farlo arrivare anche in Italia; partirà da Milano il 15 ottobre, per poi fermarsi in altre otto città: Torino, Genova, Padova, Bologna, Roma, Napoli, Firenze.
Guardando i nove film in programma non si potrà far altro che immergervisi, nel vero senso della parola. Protagonista assoluto, infatti, sarà l’oceano e le straordinarie creature che lo abitano. Si parlerà di freediving, di incredibili viaggi nel grande Nord e di incontri con tartarughe giganti e con i temibili re indiscussi dei mari: gli squali.
Ma andiamo a vedere più da vicino di cosa parlano alcuni tra i corti presentati
In Ai’s journey e in Oceanminded partiremo per un viaggio al fianco di due campionesse mondiali di freediving. Ai Futaki, protagonista del primo film, ci porterà nella Rowley Reef, una delle più grandi e ultime barriere coralline incontaminate, situata nell’Australia dell’ovest. Con lei si muovono mante giganti, pesci tra i più colorati e infinite creature, piccole e grandi, che dominano indisturbate questa parte di oceano.
In Oceanminded è Hanli Prinsloo a immergersi con noi, lungo le coste del Sudafrica e del Mozambico. Accanto a lei, non vi saranno solo simpatici e innocui pesciolini, ma i più temuti predatori dell’oceano, gli squali. Ma quello che la donna ci insegna è ad andare oltre la paura, superarla per imparare a osservare queste creature, in tutta la loro bellezza e maestosità.
Gli squali tornano in un altro corto, con una storia affascinante. Scarlet’s Tale è il racconto di Achmat, un promettente giovane atleta, con il sogno di rappresentare il Sudafrica alle Olimpiadi. I suoi progetti prendono una piega diversa dopo il 13 agosto 2006, quando per la prima volta incontra Scarlet, un grande squalo bianco di quasi cinque metri. Quello che il giovane Achmat non sa è che il suo incontro con l’animale sarà solo l’inizio di un legame lungo più di dieci anni che cambierà profondamente e in meglio la sua vita.
Disko è, invece, la storia di Olivier Dupont-Huin, amante dell’oceano e della vita in mare barche, della quale non può fare a meno. In un corto di 17 minuti racconterà la costruzione della Breskell, una nuova imbarcazione, con la quale è partito per le gelide acque della Disko Bay, nel grande Nord. Gli spettatori potranno godersi un viaggio silenzioso, in un mondo dove regna la pace e tranquillità.
Già in un altro articolo avevamo notato come, ultimamente, siano molti i film, corti, documentari, che ruotano attorno a tematiche ambientali.
Vedi: Schwarzenegger racconta: le meraviglie del mare
Il fatto che un festival come questo, dedicato all’oceano, che celebra la bellezza e il valore della natura che ci circonda, stia acquistando in così poco tempo una fama mondiale, è un indice significativo. In generale, se ci pensiamo, i festival sono espressione, simbolo, della società in cui viviamo. Seguono ciò che succede nel mondo, presentano problematiche legate al quotidiano, alle sfide che ci proponiamo, ai pericoli ai quali stiamo andando incontro. Un esempio lampante sono gli Oscar, che ogni anno prediligono tematiche diverse.
Quindi, l’Ocean Film Festival, così come i tanti documentari che sono stati realizzati e continuano a esserlo, sono segnali importanti. Sono richieste di aiuto, proposte di riflessione, su un mondo che non deve essere dato per scontato, su un mondo che deve essere rispettato. Ogni essere vivente ha diritto come ogni altro a vivere su questo pianeta. Dobbiamo imparare a dare valore a ciò che abbiamo intorno, le piante, gli animali, gli oceani. Quindi, un festival che non solo ci fornisce informazioni, ma ci obbligo ad assumerci le nostre responsabilità.
Che bella iniziativa!!!! 😀