Marilyn Monroe ha rappresentato in pieno il significato della parola diva, racchiudendo dentro di sé un’anima turbolenta, una bambina intrappolata in un corpo da bomba sexy. Una parte di sé che, molto spesso, non riusciva a gestire. Oggi vorrei raccontarvi Marilyn Monroe.
Marilyn Monroe, un inizio difficile
Norma Jean Baker (nata Mortenson, ma la madre le cambierà il cognome) nasce a Los Angeles il 1 giugno 1926. Figlia di un motociclista di passaggio e di Gladys Pearl Baker, la madre, nonostante lavori alla Consolidated Film Industries, non è in grado di prendersi cura della bambina nè finanziariamente nè mentalmente. La piccola viene perciò data in custodia ad una famiglia affidataria, i Bolender. Tutto sembra volgere al meglio e quando la bambina ha sette anni, ormai decisi ad adottarla, i Bolender si rivolgono al tribunale. La madre naturale però interviene, dichiarandosi in grado di poter curare la figlia, e la riprende con sé.
Purtroppo non passa molto tempo che Gladys viene ricoverata in un istituto mentale per schizofrenia paranoide, e la piccola Norma finisce in un orfanotrofio per due anni. Questa esperienza la traumatizzerà, fino a che, una cara amica della madre, Grace Goddard, non decide di prenderla con sé nel 1935. Il tempo scorre, ormai adolescente subisce pesanti molestie da parte del marito di Grace, così la giovane Norma si trova di fronte ad un bivio: o si sposa, o deve tornare in orfanotrofio, poiché ha solo sedici anni.
Una storia di matrimoni falliti e successi cinematografici: questa era Marilyn Monroe
Il suo primo marito è James Dougherty sposato nel 1942, un vicino di casa. Lui è militare, invece lei si guadagna da vivere facendo la modella. Divorzieranno nel 1946, ma sarà anche l’anno in cui comincerà ad usare il nome Marilyn Monroe, che però legalizzerà solamente dieci anni dopo. Al contrario di quanto si possa pensare, Marilyn legge molti libri, tra cui Whitman e Tolstoy, ascolta Beethoven e studia recitazione all’Actors Lab a Hollywood, mentre frequenta un corso di letteratura all’UCLA. Finalmente nel 1948 la Columbia le fa un contratto di sei mesi, e lei recita in un film di serie B intitolato “Orchidea Bionda“, dove esibisce anche le sue abilità canore.
Il prolifico e pluripremiato regista Joseph J. Mankiewicz (tra gli altri, ricordiamo il colossal Cleopatra) la vede in Giungla d’asfalto e la vuole in Eva contro Eva con Bette Davis, candidato a ben 14 premi Oscar, record eguagliato da Titanic e La La Land. Ne vince sei, mantenendo tuttora il primato di numero di donne nominate in una sola pellicola: ben quattro, ma non la nostra Marilyn. A quel punto la 20th Century Fox, che in realtà era stata la prima ad offrirle un contratto annuale poi ritirato, gliene offre uno da sette anni. Nel 1953 girerà Niagara, subito dopo Gli uomini preferiscono le bionde, che la consacrerà sex symbol a livello mondiale.
Nel 1955 girerà La magnifica preda e Quando la moglie è in vacanza; sposerà, per poi divorziare poco dopo, il famoso campione di baseball Joe di Maggio, il quale porterà fiori sulla tomba di Marilyn per tutta la sua vita. Deciderà di iscriversi al New York Actor’s Studio, stanca dell’immagine da sexy bambolina e dando dimostrazione del suo cambiamento girando Fermata d’autobus, con il quale ottiene buone opinioni dalla critica.
Nel 1956, riempiendo di stupore la stampa, sposa il noto drammaturgo Arthur Miller e gira Il principe e la ballerina con Laurence Oliver, ma sarà un film travagliato, caratterizzato dai continui ritardi di Marilyn e dalle litigate con gli altri membri del cast. A questo si aggiungerà l’aggravarsi della sua dipendenza da alcool e pillole.
Nel 1959 arriva la commedia di grande successo A qualcuno piace caldo con Jack Lemmon e Tony Curtis, poi Facciamo l’amore con Yves Montand. L’ultimo film che la diva girerà per intero è Gli spostati nel 1961, scritto per lei da Miller con Clarke Gable, il quale morirà l’anno dopo. Anche questa pellicola è costellata di ritardi, a causa di esaurimenti nervosi reali o immaginari dell’attrice.
Dopo il successo arriva il declino di questa diva ancora troppo giovane
Nel 1962 Marylin Monroe tenterà di girare un altro film, Something’s got to give, ma ormai la sua dipendenza è troppo avanzata e il suo atteggiamento irrita la Fox, così le riprese vengono interrotte.
Marilyn Monroe muore una sera d’estate, viene ritrovata distesa sul suo letto e il coroner attribuisce la morte ad abuso di barbiturici, probabilmente suicidio. Era il 5 agosto 1962, aveva solo 36 anni.
Molte illazioni e congetture si sono sempre fatte su questa splendida attrice, sia sulla sua vita che sulla sua morte. Si è parlato di legami con il presidente J.F.Kennedy e complotti sul suo “assassinio“, si diceva che fosse una bionda senza cervello, una persona frivola e viziata. Per me era solo una dolce e triste donna che si è ritrovata in un gioco più grande di lei, qualcosa che la sua anima fragile non riusciva a gestire e che l’ha portata lentamente all’autodistruzione.
Ora che conosciamo meglio la sua vita privata non possiamo non provare un velo di compassione e di commozione per questa splendida donna che, nell’attimo veloce in cui è passata in questa vita, ha lasciato un segno nella storia del cinema e non solo.
Vi vorrei lasciare con ancora qualche particolare che la riguarda
Quando divenne famosa, pagò un infermiera perché badasse a sua madre per tutto il resto della sua vita; Gladys Pearl Baker morì nel 1984.
La rivista Empire l’ha nominata nel 1995 Sexy Female Movie Star off all time, The Top 100 Movie Star of all time nel 1997 e Sexiest Woman of the Century nel 1999.
Hugh Hefner la volle per la prima copertina di Playboy, nel dicembre del 1953, diventando così la prima “Sweetheart” o “Coniglietta del mese”.
Si dice che siano emerse fotografie di Marilyn Monroe incinta. Non del marito Arthur Miller, ma, si sussurra, fosse figlio di Ives Montand, il collega italo-francese. Il bimbo non vide mai la luce, non si sa se per aborto spontaneo o volontario.