Studiare in Italia di cinema, cinematografia, regia, conservazione dei beni
In Italia sono molteplici le possibilità per chi voglia intraprendere una carriera nel mondo della settima arte senza essere però davanti alle telecamere; vi diamo qualche indicazione su alcune accademie e università italiane tra quelle di spicco
L’Accademia Nazionale del Cinema è da più di 30 anni uno dei più importanti punti di riferimento per la formazione cinematografica in Italia. L’Accademia si trova a Bologna e accoglie studenti provenienti da tutta Italia; qui vi insegneranno a lavorare con impegno e dedizione al di fuori del red carpet. L’organizzazione di master all’estero presso l’UCLA- University of California Los Angeles e la TEMPTU di New York permette agli allievi di confrontarsi con realtà diverse a livello mondiale. Qui studiano regia e sceneggiatura, operatore di ripresa e montaggio, tecnico del suono, trucco e doppiaggio.
Poi esistono facoltà universitarie legate al cinema e la televisione sparse nei maggiori atenei italiani.
A Roma la Libera Università del Cinema, un’associazione culturale senza fini di lucro; è nata nel 1983 grazie a illustri fondatori del calibro dello sceneggiatore Cesare Zavattini, padre del neorealismo, e del regista Alessandro Blasetti. L’idea era quella di trasmettere esperienze e metodi del “fare cinema”.
A Milano, presso la IULM (Libera università di lingue e comunicazione) è attivo il corso di laurea in Corso di Laurea specialistica in televisione, cinema e produzione multimediale.
Esistono poi una serie di corsi per il restauro e la conservazione delle pellicole cinematografiche. Ad esempio all’Università degli studi di Udine esiste un corso detto Scienze del patrimonio audiovisivo e dei nuovi media all’interno della laurea magistrale in Scienze del patrimonio audiovisivo e dei nuovi media.
Di recente istituzione, circa cinque anni, presso l’Università degli studi di Milano ha preso il via il corso di laurea in Scienze e tecnologie per lo studio e la conservazione dei beni culturali e dell’informazione in cui esistono corsi legati ai supporti cinematografici e la loro conservazione.
… e libri
Esistono moltissimi libri che trattano di cinematografia nel senso più ampio fino ad arrivare alle specifiche di ogni mestiere legato a questo campo. Ve ne segnaliamo alcuni tra i più recenti
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Quello del regista è uno dei mestieri più complessi e affascinanti del mondo dell’arte, pericolosamente sospeso tra la cura del dettaglio e la visione d’insieme, tra la libertà della creazione individuale e le limitazioni del lavoro collettivo. Un mestiere in cui non esistono regole scritte, e per comprendere il quale non si può dunque prescindere dall’esperienza dei grandi maestri. In questo volume Laurent Tirard, critico cinematografico e regista lui stesso, ha raccolto le confessioni, le rivelazioni, i consigli pratici di venticinque tra i più grandi registi contemporanei, offrendo al lettore altrettante «lezioni di cinema». L’approccio alla sceneggiatura, il rapporto con gli attori, il posizionamento della macchina da presa, il montaggio: ogni regista racconta le sue predilezioni e i motivi delle proprie scelte artistiche, svelando con insospettabile candore tutti i segreti che si nascondono dietro la creazione di un grande film. L’occhio del regista è una guida indispensabile per chi vuole addentrarsi, da neofita o da semplice curioso, nel mondo della regia cinematografica.
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Il “Manuale del film” è divenuto negli anni un punto di riferimento per l’insegnamento del linguaggio cinematografico nei corsi universitari e una guida per tutti coloro che, amando il cinema, cercano con i film un rapporto che vada di là della loro semplice visione. Attraverso ampie analisi di scene e sequenze tratte da film che appartengono a diversi momenti della storia del cinema, a differenti generi, stili e autori, il libro studia il linguaggio cinematografico in tutte le sue componenti: dalla sceneggiatura alla scenografia, dal punto di vista della macchina da presa a quello dei personaggi, dal fuori campo ai movimenti di macchina, dal montaggio al rapporto fra suono e immagine. Questa nuova edizione del “Manuale del film” nasce dal bisogno di rendere conto dei grandi cambiamenti avvenuti in questi anni sia nel cinema in quanto tale, sia negli studi a esso dedicati. Sono stati quindi aggiunti, da un lato, argomenti che erano stati omessi o poco sviluppati nella prima edizione, come le osservazioni sul colore, quelle relative al lavoro dell’attore e quelle inerenti ad aspetti più tecnici. Dall’altro lato, sono stati inseriti quegli elementi che il cinema contemporaneo, postmoderno e digitale hanno introdotto nella rappresentazione e comunicazione filmica e che hanno quindi assunto un ruolo fondamentale nello studio di questa disciplina.