La prima delle tre stagioni di Penny Dreadful è la stagione del Vampiro. Facciamo la conoscenza di essere umani sfaccettati e complessi e di creature di ogni tipo. In un intrecciarsi di storie apparentemente slegate che alla fine si annodano indissolubilmente.
Per l’introduzione alla serie e ai personaggi: Penny Dreadful: la serie dove sovrannaturale e poesia si incontrano.
L’evento attorno al quale tutto ruota viene a galla quasi subito: un vampiro rapisce Mina Murray e suo padre, Sir Malcolm, fa l’impossibile per riaverla.
“Credete all’esistenza di un mondo occulto Mr. Chandler? Un mondo sospeso tra ciò che conosciamo e ciò che temiamo? Un luogo nell’ombra che si vede di rado, ma si percepisce intensamente?“. Con queste parole, Vanessa Ives, guida Ethan, ma anche noi spettatori, in un mondo parallelo al nostro, coesistente, ma nascosto. Un luogo popolato da creature oscure, di cui facciamo conoscenza immediatamente. I primi sono appunto i vampiri, una minaccia che aleggia costante intorno ai protagonisti. La task force antivampiro è composta, inizialmente, oltre che da sir Malcolm Murray, dal suo fedelissimo servitore nero, Sembene, dall’inquietante amica d’infanzia della ragazza rapita, Vanessa Ives, e dall’ infallibile pistolero del west, Ethan Chandler, assoldato per l’occasione.
Già al primo scontro i quattro riescono a uccidere e impossessarsi del corpo di un vampiro. Per fargli l’autopsia, sir Malcolm contatta un giovane e brillante scienziato, tale Victor Frankenstein. Frankenstein, che – vedremo – ha una certa dimestichezza coi cadaveri, scopre che la creatura non ha pelle, ma una specie di esoscheletro, aprendo il quale compaiono caratteri geroglifici in bassorilievo. Per decifrarli sir Malcolm si rivolge all’esperto egittologo prof. Ferdinand Lyle, il quale scopre che sul corpo della creatura sono riportati ampi brani del libro egiziano dei morti. Un personaggio incredibilmente divertente, dai modi effemminati e da un improbabile colore di capelli, da far invidia a Trump. Con il suo buffo accento tedesco sembra quasi avere il compito di smorzare la onnipresente tensione, per far riprendere fiato allo spettatore. Il piccolo uomo si rivelerà comunque all’altezza della situazione e mostrerà fin da subito una forte ammirazione per Miss Ives e, soprattutto, per Mr. Chandler, per il quale sembra avere un debole.
Ed ecco che già due storie vanno a unirsi a quella principale.
Una terza storia parallela è quella di Dorian Gray
Un dandy che vive in una casa zeppa di ritratti e che il tedio spinge a ogni tipo di eccesso. Solo nella prima stagione, intrattiene rapporti sessuali con miss Croft, con mr. Chandler e con miss Ives, oltre a molti altri con persone a noi sconosciute. Forse, fra tutti, è il personaggio meno riuscito. Ma forse dipende solo da come uno si era immaginato Dorian Gray leggendo il libro. Durante tutta la stagione cresce la curiosità dello spettatore di vedere il famoso ritratto che Dorian custodisce in una stanza piena di specchi, nella quale si reca per guarire le ferite che spesso si auto procura.
Fra i personaggi femminili, oltre a Miss Ives e l’evanescente Mina Murray, uno dei personaggi più importanti è Brona Croft, interpretata da Billie Piper (la grande Rose Tyler di Doctor Who). La sua storia è complicata, forse neanche è corretto parlare di storia, ma sarebbe più giusto dire storie. Brona è infatti un personaggio che tornerà in tutte le stagioni, nello stesso corpo, ma come persona sempre diversa. Inizialmente è una povera ragazza irlandese arrivata a Londra in cerca di fortuna, ma costretta a prostituirsi. Malata di tisi, stringe immediatamente una tenera amicizia con Ethan Chandler, che le starà accanto e si prenderà cura di lei fino alla sua morte. O almeno questo è quello che crede il pistolero; ciò che non sa è che il dottor Frankenstein, chiamato per assistere la donna nei suoi ultimi momenti, la aiuta a morire, soffocandola con un cuscino, per poterne prelevare il corpo per dar vita a un’altra creatura. Una scena che non fa altro che incrementare l’idea che ormai ci siamo fatti del dottore: un uomo molto sensibile, con l’animo da poeta, capace però di uccidere a sangue freddo per amor di scienza. Cosa che lo rende, come vedremo, più simile di quanto non vorrebbe alla sua prima creatura.
Questa stagione ci regala anche scene indimenticabili. E sono scene come queste che rendono Penny Dreadful una grande serie, capace di climax emozionanti
Già con il finale del primo episodio si rimane totalmente abbacinati dalla bellezza con cui viene messa in scena la nascita del mostro, che noi crediamo primo, di Frankenstein. In una stanza immersa nel buio, circondata dai ferri da chirurgo del dottore, mentre all’esterno impazza una bufera, prende vita il mostro. L’incontro con il suo creatore è struggente. La scena va avanti con un crescendo di emozione, che non viene mai espressa a parole, ma tramite sguardi, gli sguardi del Padre e del Figlio. I primi piani del dottor Frankenstein, con il fiato spezzato e le lacrime agli occhi; quelli del mostro, con occhi spalancati e persi, che indagano il volto del suo creatore. Una Creatura che conosce per la prima volta un altro essere umano, che prova paura e si consola sotto le carezze di colui che l’ha messo al mondo.
Quando un anglosassone, soprattutto se nordamericano, deve prendere una decisione sulla quale è incerto, di solito apre a caso La Bibbia
Ma Frankenstein è uno scienziato, razionale e quindi ateo, allora apre a caso l’opera omnia di Shakespeare. Così trova il nome per la sua seconda creatura: Proteus, amico fraterno di Valentino nei Due gentiluomini di Verona. Il nome si rivelerà azzeccato perché il secondo mostro comincia a ricordare nomi di navi e di pesci che suggeriscono che, prima di rinascere, fosse stato un marinaio. E Proteo, quello della mitologia, non quello di Shakespeare, era effettivamente un dio marino, abile nel mutar di forma. Mirabile metafora di un uomo che muta, da morto a vivo.
Ma è la storia del primo mostro a essere probabilmente la più bella e poetica
La creatura nasce, come tutti, piangendo ma, siccome è un omone grande e grosso, il suo vagito somiglia al grido di un animale selvaggio, che spaventa il suo creatore. Conosce il mondo attraverso i libri dei poeti romantici del dottore, fugge e ancora non ha un nome. Il primo a dargliene uno è il buon attore che gli offre amicizia, casa e lavoro. Lo chiama Calibano, come il personaggio shakespeariano che nel dramatis personae della Tempesta è definito “a savage and deformed slave“. Uno schiavo selvaggio e deforme potrebbe essere una buona descrizione della creatura che, però, non si sente affatto Calibano, tant’è che quando gli chiedono il nome, dichiara di chiamarsi John Clare, come il tormentato poeta romantico.
Questi due nomi lo rappresentano perfettamente: Calibano è ciò che sembra, John Clare ciò che è.
Non sono da meno le scene che ci mostrano un’indemoniata Vanessa Ives, costantemente combattuta tra la sua fede e il male che la tormenta fin da bambina
Un esempio per tutti l’incontro tra Miss Ives e Madame Kali, a una serata mondana organizzata dal prof. Lyle. La famosa medium, che si rivelerà nella seconda stagione molto di più, terrà una seduta spiritica, tra la paura di alcuni presenti e lo scetticismo di altri, come Sir Malcolm. Ma uno spirito compare davvero ed è quello di Amonet, il demone che da tempo possiede Vanessa. Eva Green dà il meglio di sé, mettendo in scena un repertorio da far impallidire L’Esorcista.
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Ma la sorpresa più grande ce la regala Ethan Chandler
Fin dall’inizio è il personaggio più misterioso, superato forse solo da Sembene di cui sappiamo poco o niente. È certo che ha qualcosa di strano, ma non capiamo cosa. Anche perché si mostra sempre incredibilmente pacato, estraneo a qualsiasi tipo di violenza che sembra rifiutare e disprezzare. Però il regista ci lascia molti indizi lungo ogni episodio. Apparentemente scollegati col resto della storia, ogni tanto avvengono spaventosi delitti durante la notte. Al mattino si trovano corpi orribilmente maciullati, come li avesse dilaniati una belva, ma non un vampiro, poiché non sono dissanguati. Anche uno spettatore disattento capisce che Mr. Chandler ha qualcosa a che fare con i delitti. Ma dobbiamo aspettare l’ultimo episodio per scoprire la verità; una verità che lo stesso Ethan vorrebbe tenere nascosta anche a se stesso:
Tale è il caleidoscopico Penny Dreadful, nel quale ogni personaggio, come fosse un colore diverso, va a piazzarsi davanti al gioco di specchi per formare, con gli altri, figure geometriche di inarrivabile grazia
La cosa bella dei personaggi di questa serie è che nessuno è innocente; il migliore di tutti è un uomo lupo che sbrana donne e bambini. Eppure, è impossibile non simpatizzare per ognuno di loro. “Se non sono gigli son pur sempre figli vittime di questo mondo” diceva la vecchia canzone di Fabrizio De André. Così è, ognuno di loro porta con sé un dolore ineluttabile, a causa di una scelta o in modo del tutto fortuito; ognuno è, assieme, carnefice e vittima. Nonostante la loro eccezionalità, vampiri, licantropi, indemoniati, mostri, sono tutti profondamente umani.