Nuovi rumors su Avengers: Doomsday hanno presentato possibili varianti del Dottor Destino e nuovi costumi di alcuni eroi. Riprendendo l’idea originale di Avengers: The Kang Dynasty con la presenza di infinte varianti del villain Kang il Conquistatore (introdotte nella scena post-credit di Ant-Man & The Wasp: Quantumania), il nuovo crossover Marvel potrebbe coniugarla per il nuovo personaggio di Robert Downey Jr.: per esempio, si è parlato di due Dottor Destino donna e altre varianti che potrebbero avere un ruolo più o meno secondario all’interno della storia.
Negli ultimi mesi, sono trapelate online molte foto di costumi di vari film e serie tv dell’MCU, che ora ci anticipano dettagli del nuovo film dei Fratelli Russo. Secondo il leaker @variablelace, il Dottor Destino a un certo punto brandirà una spada e uno scudo, e lui stesso descrive questa combinazione come “bella da morire”. Una delle due versioni femminili del villain dovrebbe indossare un mantello viola e una maschera dorata, mentre l’altra indosserà un mantello e una maschera dorati; ci dovrebbe essere una terza variante “che indossa un classico mantello verde”.
L’insider Daniel Richtman prova a chiarire la situazione: “Vorrei chiarire che non ho mai usato il termine “varianti”. Ci sono diversi Doom in Avengers: Doomsday, ma sono varianti, Doombot, membri di una setta di Doom o forse tutte queste cose insieme? Non è ancora chiaro”. In realtà nei fumetti Marvel i Doombot sono l’esercito robotico impiegato da Dottor Destino; vedremo se il film li cambierà in varianti o li renderà talmente simili agli umani da farli sembrare delle versioni alternative di Victor.
Inoltre, Mystica di Rebecca Romijn non apparirà più senza veli come nei film degli X-Men, ma vestirà un costume simile a quello dei fumetti: un “abito bianco con dettagli blu sulle spalle e al centro del petto, pantaloni bianchi sotto la tuta… ha una X sulla cintura e ha la tiara con il teschio“.
Shang-Chi si unisce agli Avengers
Dopo la seconda scena post credit del suo film del 2021, il sequel non è mai andato in produzione e l’eroe di Simu Liu sarà disponibile subito per la battaglia del Multiverso con gli altri Avengers. Anche il suo costume è stato svelato ed è descritto come un “declassamento”, poiché è più semplice di quello già visto: “questa volta è più simile a una giacca di pelle e il rosso è molto più scuro”.
Pensando sul ritorno nel MCU, Simu Liu ha descritto Avengers: Doomsday come “un sogno che si avvera” e celebra il genere dei supereroi: “Ci sono così tanti attori e poter lavorare con queste persone come loro collega è davvero incredibile, perché sono cresciuto guardando così tanti di questi film. Sembra, per molti versi, una lettera d’amore all’intero genere dei film sui supereroi. E penso che ci sia qualcosa di davvero divertente in questo”.
Secondo l’attore, Avengers: Doomsday è “per tutti gli emarginati, gli strambi e gli sfavoriti che sono cresciuti leggendo fumetti e hanno pensato che in qualche modo ci fosse speranza per loro, che non importasse se non si adattavano. Penso che ci sia sempre un posto speciale nel mio cuore per tutto quel genere”.
Ai microfoni di Collider ha spiegato la sua passione per gli Avengers e per i supereroi in generale: “Non voglio dire parole che saranno trasformate in frammenti sonori, ma credo che sia stata una sensazione incredibilmente emozionante sapere che saresti tornato e poi anche poter lavorare con così tante persone incredibili con le quali sono cresciuto guardando i loro film e che ho ammirato tantissimo. Vederli tutti indossare collant e spandex e giocare in questa splendida sandbox è stato come una lettera d’amore ai film di supereroi in generale”.
Ha poi ricordato il primo giorno sul set di Avengers: Doomsday: “Devo stare attento a non rivelare troppo. Credo sia giusto dire che ci sono stati un paio di giorni in cui il campo base era pieno, e vedevi tipo 20, 30 persone sul set contemporaneamente. È stato davvero travolgente. Voglio dire, parliamo anche della sindrome dell’impostore, per me.
È stato sicuramente molto da assimilare, ma poi la gente inizia a parlare e inizi a lavorare. Inevitabilmente, ci sono questi momenti di pausa tra una ripresa e l’altra, e sento che è in quei momenti che a volte nascono delle vere connessioni. A volte no, ma a volte è solo una conversazione o qualcosa che porta a qualcosa. Poi, prima che tu te ne accorga, è come se fossi amico, e questa, credo, è senza dubbio la parte più significativa del processo per me”.