Il cinema degli anni ’90 è passato alla storia e, tra i tanti motivi, c’è anche da dire che per la prima volta il mondo cinematografico ha spostato i riflettori anche su delle nuove realtà, come l’intrattenimento online. Certo, a questi tempi i casino online erano agli albori, ma sono decisamente cresciuti dato che oggi il mercato vale circa 87,7 miliardi di dollari. Alcuni classici degli anni ’90 hanno immortalato alla perfezione lo spirito che animava il settore dei casinò e, grazie al cinema, abbiamo a disposizione un quadro completo dell’evoluzione di questo mercato.

Tavolo verde e riflettori: il gioco d’azzardo nel cinema
Casino (1995) di Martin Scorsese unisce l’epica criminale e la fedeltà storica: la parabola di Sam “Ace” Rothstein, alter ego del vero bookmaker Frank “Lefty” Rosenthal, ottenne ben 116 milioni di dollari al botteghino mondiale. Tre anni dopo, Rounders (1998) raccontò l’ascesa del poker Texas Hold’em prima del boom televisivo. In questo caso, però, gli incassi si fermarono a 22,9 milioni di dollari. Divenne il film-cult fra i giocatori professionisti. Fra i titoli minori brilla anche Hard Eight (1996), esordio di Paul Thomas Anderson, che con un incasso sotto il milione di dollari mise al centro la psicologia del craps. Nel frattempo, il segmento live-dealer dei casinò digitali, dominato dai tavoli di blackjack online e delle roulette, risulta oggi il più dinamico del mercato statunitense, con una previsione di 13 miliardi di dollari nel 2030.
Realtà e finzione nello show business
Quando The Truman Show (1998) immaginò un uomo inconsapevolmente protagonista di un reality globale, scardinò il confine fra l’intrattenimento e la sorveglianza: 264 milioni di dollari worldwide premiarono un concept che avrebbe anticipato il “live” permanente dei social. La capacità del film di descrivere i meccanismi di produzione, la regia occulta, lo storytelling episodico, il product placement, risuona oggi nei contenuti on demand e nei set virtuali utilizzati dalle piattaforme OTT, capaci di raggiungere dei picchi record di 61,2 milioni di spettatori in contemporanea.
Suoni in pellicola: musica e intrattenimento sul palco
Il romanticismo pop di That Thing You Do! (1996) mostrò la costruzione lampo di una one-hit band e, con 34,6 milioni di dollari incassati, fotografò l’era pre-streaming in cui un singolo brano poteva decretare le fortune e i crolli industriali. Abbandonati i toni del gangster-movie, Showgirls (1995) scelse la danza come metafora della corsa al successo: un flop da 20,3 milioni su un budget di 45, ma destinato a diventare cult queer e oggetto di studi femministi. La chiusura dello storico Tropicana Hotel nel 2024, location citata dal film, conferma la transizione di Las Vegas verso un intrattenimento sempre più integrato fra i casinò, gli e-sport e i concerti-residency.
Nostalgia televisiva e nuovi mondi
Pleasantville (1998) trasformò la sitcom anni ’50 in un’allegoria del conformismo e del risveglio sociale: 49,8 milioni globali e un impianto cromatico che fece scuola nella color grading digitale. Il film intuì il fascino revivalista che oggi permea molti format streaming, dalle reunion di serie cult alle produzioni retro nelle arene SVOD, la cui platea MENA supererà 27 milioni di abbonati entro fine 2025.