Dicono che il sogno americano sia ormai un mito da raccontare ai propri figli o che, semplicemente, lo sia sempre stato eppure, il 24 luglio del 1998, a Knoxville, in Tennessee, nasce Cailee Spaeny. Una promessa del cinema americano che in poco più di vent’anni è già parte integrante della più grande industria cinematografica mondiale. Cresciuta poi con la sua famiglia a Springfield, nel Missouri, vince la Coppa Volpi per l’interpretazione in Priscilla (il film sulla moglie di Elvis Presley) di Sofia Coppola e strega il pubblico con le sue performance in Civil War (Alex Garland) e Alien: Romulus (Fede Álvarez) di cui trovate la recensione a questo link. Quali sono gli ingredienti del suo successo? Scopriamolo insieme.
Dall’America rurale a Hollywood
La modesta cittadina di Springfield che conta solo 160.000 abitanti circa permette ugualmente a Cailee di mettersi in mostra all’età di soli 15 anni come protagonista del musical Disney The Little Mermaid Jr., nel ruolo di Ariel. Nel 2016 pubblica il suo primo singolo, Fallin, per la Future Town Music e inizia ad ottenere grande visibilità per il riconoscimento per i suoi ruoli nei film Pacific Rim – La rivolta (Steven S. DeKnight), Una giusta causa (Mimi Leder), 7 sconosciuti a El Royale (Drew Goddard), Vice – L’uomo nell’ombra (Adam McKay), Il rito delle streghe (Zoe Lister-Jones) e How It Ends (David M. Rosenthal).
Tra queste apparizioni sono tanti i ruoli minori con i quali non aveva ancora avuto modo di esprimere il suo reale potenziale fin quando nel 2023, con l’ interpretazione di Priscilla Presley nella pellicola Priscilla (Sofia Coppola), riceve il plauso della critica. Per Variety, ad esempio, Owen Gleiberman scrisse: “Spaeny rende Priscilla una figura di forza, ma la forza della sua interpretazione è il modo in cui mette in scena la malinconia al rallentatore di Priscilla”. Il riscontro apparve unanime. Con questo ruolo si aggiudica infatti la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile all’80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e ottiene una candidatura ai Golden Globe come migliore attrice in un film drammatico.
Cailee Spaeny: un action woman poliedrica
Se volessi giocosamente assegnare la mia Coppa Volpi a Cailee Spaeny però, in un Fanta Oscar creato dagli spettatori, lo farei per la sua spettacolare prova d’attrice in Civil War. Un incontro avvenuto sul set della miniserie televisiva Devs quello tra Alex Garland, regista di Ex Machina e Men, e Cailee che sancisce un’accoppiata vincente agli occhi della critica e del pubblico.
“Credo che abbia ritrovato in me la forza necessaria per il personaggio della giovane fotoreporter di guerra Jessie Cullen. Avevo 19 anni, ero molto dura e motivata, anche se totalmente terrorizzata. Non sapevo bene cosa stavo facendo, ma volevo dare il meglio. Alex ha pensato che potessi rendere bene la spinta vitale di Jessie, che investe tutta la vita nel suo lavoro” afferma in un’intervista.
Effettivamente così è stato. La potenza interpretativa dell’attrice sul grande schermo è spiazzante e accompagna un racconto filmico impressionante con qualche sbavatura narrativa soltanto sul finale. Un peccato pensare che Garland abbia affermato che Civil War sia stato il suo ultimo film da regista vista l’incredibile potenzialità di questo sodalizio. In questa pellicola dura e cruda la giovane Cailee si mosse alla perfezione interpretando una personalità forte ma ancora troppo inesperta per le difficoltà della vita.
Se è proprio nei ruoli action che a mio parere riesce a destreggiarsi con grande perizia, come anche ha dimostrato in ultima istanza con Alien: Romulus, non vediamo l’ora di ritrovarla all’opera con il suo prossimo progetto da protagonista che, in una delle ultime interviste rilasciate, ha dichiarato si tratterà probabilmente di una dark comedy. Un’esperienza dunque del tutto nuova per i suoi standard attoriali con la quale saprà sicuramente catturare nuovamente lo spettatore.