Diretto da Thea Sharrock (The beautiful game), Cattiverie a domicilio è una commedia del 2023 che vede protagonisti Olivia Colman, Jessie Buckley e Timothy Spall, un film che ci riporta agli anni ’20 nella piccola cittadina inglese sul mare di Littlehampton, abitata da una numerosa comunità permeata da religione, un estremo bigottismo e tanta misoginia. Ma cosa succede quando la tranquillità quotidiana viene turbata da missive anonime estremamente volgari e offensive? Come reagiscono le persone?
Cattiverie a domicilio, la trama
Edith Swan (Olivia Colman) è una zitella di mezza età che vive con gli anziani genitori Edward (Timothy Spall) e Victoria (Gemma Jones), ma mentre la madre è una figura sottomessa e silenziosa, il padre è un uomo misogino, egoista e severo che non perde occasione per umiliare la figlia, l’ha costretta a rompere due fidanzamenti in passato e la obbliga a mantenere un atteggiamento morigerato e ligio ai comandamenti religiosi.
Accanto a loro abita Rose Gooding (Jessie Buckley), giovane irlandese vedova di guerra, con la figlia Nancy e il fidanzato Bill (Malachi Kirby), ma la donna è malvista da tutta la città. Sboccata, incline all’alcool e al divertimento, schietta e impavida, Rose vive la sua vita con spensieratezza, ma questo suo atteggiamento libertino attira le ire del signor Swan che non lesina offese nei suoi confronti.
Un tempo, appena Rose era arrivata dall’Irlanda, lei e Edith, nonostante le enormi differenze, erano riuscite a costruire un bel rapporto d’amicizia, ma ora ormai sono diventate fredde e distanti, anche se, dentro di sè, Edith rimpiange quel periodo in cui ha provato un pizzico di libertà. All’improvviso, Edith inizia a ricevere lettere offensive e volgari, le quali, oltre a rendere suo padre ancora più cattivo, turbano la madre, così decidono di chiamare in causa la polizia e denunciano Rose, considerando lei colpevole dato i trascorsi della donna.
Con un corpo di polizia piuttosto scarso come intelligenza degli impiegati, nessuno si preoccupa di cercare prove certe che condannino Rose, ma anch’essi turbati e infastiditi dalla vita libertina della donna, non esitano ad arrestarla e incarcerarla per due mesi in attesa del processo. Con il rischio che le portino via la figlia, e non potendo dimostrare la sua innocenza, per Rose le cose iniziano a mettersi male, soprattutto anche perché dal momento del suo arresto Edith non ha più ricevuto lettere offensive.
Grazie all’aiuto di Ann (Joanna Scanlan), Kate (Lolly Adefope) e Mabel (Eileen Atkins), stravaganti amiche di Rose e Edith che le pagano la cauzione, la donna può tornare a casa dalla figlia, subito però riprendono a circolare quelle missive volgari questa volta non solo verso Edith, ma arrivano a tutti gli abitanti della cittadina, in alcuni casi rivelando anche segreti scabrosi, portando lo scandalo a livelli nazionali, tanto che l’intera Inghilterra chiede che sia fatta chiarezza e il colpevole punito.
Nella stazione di polizia però lavora anche una giovane donna di nome Gladys Moss (Anjana Vasam). Figlia di un poliziotto deceduto, la ragazza prova in tutti i modi a sciogliere la matassa e cerca di far capire al suo superiore che è meglio cercare altri colpevoli oltre Rose, che gli indizi portano verso altre strade ma, in una società profondamente misogina, non è facile per lei farsi ascoltare e così decide di portare avanti le indagini con l’aiuto di Mabel, Ann e Kate .
Intanto Edith si sta godendo un pizzico di notorietà. Con la sua storia che ha raggiunto anche i giornali più importanti del paese, dove lei è dipinta come una donna pia e piena di fede, finalmente si sente amata, importante e presto leggerà un sermone in chiesa davanti a tutti i suoi concittadini, ma anche questa volta non può godersi il momento poiché suo padre la rimprovera duramente, umiliandola profondamente.
Ma Edith ha un segreto, un segreto che non può essere rivelato altrimenti perderebbe tutto, soprattutto l’alta opinione che i suoi concittadini hanno di lei, ma questo suo “sfogo” è l’unica cosa che le permette di liberarsi del suo dolore e della sua rabbia, di quella frustrazione che permea la sua vita, di quella quotidianità che la schiaccia e dalla quale non ha il coraggio di fuggire.
Che brutta la vita per le donne nel 1922!
Thea Sharrock con il suo Cattiverie a domicilio ci mostra uno spaccato della società dell’epoca, seppur a tratti esagerando fino ad arrivare al burlesco, in cui la voce delle donne non è minimamente ascoltata. A Littlehampton la donna è colei che deve essere pia, morigerata e dai modi educati, se mostra segni di spiccata intuizione e intelligenza viene tacciata di emotività e illogicità, se va controcorrente allora è una poco di buono e indegna di vivere nel mondo civile.
Oltre all’atteggiamento assunto da tutta la cittadina nell’incolpare arbitrariamente Rose senza nemmeno il beneficio del dubbio, vi è la poca considerazione che il capo della polizia ha nei confronti della brillante Gladys, la quale fornisce prove e ragionamenti sensati, preferendo il giovane dalla scarsa intelligenza Papperwick (Hugh Skinner) per il solo fatto di essere un uomo.
Dall’altra parte c’è Edith, una donna per la quale, nonostante le sue azioni, non si può non provare un moto di empatia e compassione, schiacciata in una vita opprimente solo per il puro egoismo del padre, il quale ha lasciato che gli altri figli prendessero la loro strada ma non concedendo alla primogenita la stessa possibilità.
Edith all’inizio del film è una donna profondamente sottomessa, incapace di compiere una qualsiasi azione che possa metterla in cattiva luce in famiglia e in società, ma alla fine, grazie anche all’esempio di Rose, si libera di quel segreto che teneva nascosto e può urlare al mondo la sua frustrazione, essere finalmente sé stessa e, chissà, una volta espiate le sue colpe potrà trovare il coraggio per vivere la sua vita.
Cattiverie a domicilio è un film che scorre, la trama si dipana senza particolari colpi di scena (capiamo quasi fin da subito chi è il colpevole e perché), e alcuni momenti ironici rivitalizzano la storia, ma non ti aspettare una commedia che ti farà sbellicare dalle risate.
A parte i ragionamenti senza senso, le “frasi di vita” della stravagante Ann e qualche exploit di Rose, il film si concentra molto sul malessere di Edith, rinchiusa nella sua casa, e in quello di Gladys, frustrata per come viene trattata a lavoro e conscia di poter fare di più, e di Rose, felice di sentirsi libera ma che vorrebbe anche essere considerata “normale” dalla società per il bene della figlia, un’insoddisfazione che molte donne dell’epoca devono aver vissuto sulla loro pelle.
Cattiverie a domicilio ci aiuta a ricordare come eravamo e i passi avanti che sono stati fatti riguardo i diritti delle donne, la parità, ma ci mostra anche quanto ancora alcuni ragionamenti misogini permeino la nostra società, a volte incapace di affrontare questi argomenti preferendo accantonarli quanto piuttosto minimizzarli.