Giusto in tempo per piangere il fatto che Halloween è già passato, ecco in offerta l’intera Saga dei Morti Viventi del grande e mai dimenticato George A. Romero.
I film della saga del grande regista statunitense (naturalizzato canadese, perchè era un uomo coerente) sono raccolti in questo prestigioso cofanetto di Midnight Factory in edizione limitata (1000 copie) Midnight Gold, nuova etichetta della casa che raccoglie le migliori gemme del genere, e potete acquistarlo al prezzo scontato di 91,19 € contro gli originali 120 €.
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Il cofanetto comprende 11 dischi con 20 ore di contenuti extra tra interviste, dietro le quinte, documentari, corti e molto altro:
- La notte dei morti viventi (1968) in 4K Ultra HD + Blu-ray
- Zombi (1978) in Extended Version e Argento Cut, entrambe disponibili in 4K Ultra HD e Blu-ray, con nuovissimi master 4K, rispettivamente da Second Sight e Backlight Digital
- Il giorno degli zombi (1985) in doppio Blu-ray, come da precedente edizione singola Midnight Classics in esclusiva su Amazon.it
- La terra dei morti viventi (2005) in Extended Version, in Blu-ray
- I due film della serie “Le cronache dei morti viventi”: Diary of the Dead (2007) e Survival of the Dead (2009), entrambi in blu ray
- Booklet
- Card da Collezione
- esclusiva cover art realizzata dall’illustratore Paolo Barbieri
L’importanza degli zombi di George A. Romero
I Morti Viventi di Romero sono tra i tipi di mostro più popolari, se non il più popolare, usati in mille declinazioni.
Oggi, in seguito al successo di 28 giorni dopo e L’Alba dei Morti Viventi di Zack Snyder(remake dello Zombi di Romero) si è molto diffuso lo zombi che corre, al punto che quando si ha a che fare con zombi lenti che camminano si parla ora di “zombi romeriani”.
Ma come quasi tutto ciò che è stato inventato negli ultimi 100 anni, ci sono delle origini più antiche.
L’origine degli zombie
Contrariamente a quanto si pensa, lo zombi non è stato inventato da Romero. Il mito dello zombi ha radici culturali in Haiti, dove veniva praticato il Vudù, e tra gli schiavi africani nelle piantagioni si diffuse la paranoia che se si fossero suicidati sarebbero tornati come morti viventi.
Ovviamente la cosa si è sparsa e si è evoluta nelle credenze Vudù, e si è cominciato a credere che i cadaveri venissero rianimati dagli sciamani haitiani del Vudù.
Infatti gli zombi di Romero non sono neanche i primi zombi arrivati al cinema.
Il mito dello zombi vudù arrivò ovviamente all’attenzione dei produttori e nel 1932 uscì L’isola degli zombies (White Zombie in originale), con Bela Lugosi (più famoso per Dracula ma comunque volto dell’horror di quegli anni) nei panni del classico Mad Doctor che tanto andava di moda in quegli anni.
Questa tipologia di film zombi fu ripresa più volte negli anni seguenti, tra le più celebri c’è un film del 1957 con l’eterno rivale di Bela Lugosi, Boris Karloff, che si unì alla festa con L’isola stregata degli zombies, (in originale Voodoo Island).
Tuttavia, quello che forse è il miglior film sul tema uscì anni dopo, nel 1979, ed è un sequel apocrifo dello Zombi – Dawn of the Dead di Romero, Zombi 2 del maestro Lucio Fulci, film che sfruttava il celebre nome del precedente ma che prendeva tutta un altra strada tornando alle origini del genere.
E quindi Romero che ha fatto?
George A. Romero arrivò solo nel 1968 con il primo film della saga La Notte dei Morti Viventi, che sovverte il genere in puro stile Nuova Hollywood.
Il regista prese gli zombi dai loro contesti vudù lontani dalla nostra realtà e li rende pericoli vicini, chiunque può diventare uno zombi, anche un tuo familiare o amico.
Un po’ come fece Roman Polański con il suo Rosemary’s Baby in quello stesso periodo, anche Romero aveva la volontà di prendere l’orrore, che fino a quel periodo era per lo più relegato a contesti peculiari come isole e castelli, e portarlo nel quotidiano.
Tra le sue ispirazioni c’è anche l’imprescindibile Io sono Leggenda di Richard Matheson, da cui prende l’idea di un pericolo rappresentato da un grande numero di creature piuttosto che dal singolo mostro come poteva essere un Dracula, cambiando le creature da vampiri ai suoi zombi.
Le regole le sapete: mirare alla testa e se vieni morso diventi uno di loro.
Ciò per cui ricordiamo Romero però, oltre alla sua influenza nella cultura pop, è l’uso sociopolitico che ha fatto dei suoi zombi.
In una società consumistica noi, come loro (i morti viventi), finiamo per comportarci in modo simile, come fossimo eterodiretti all’acquisto di cose e merci, senza controllo
La Notte dei Morti Viventi (1968)
Fin dalla prima pellicola, il regista ha sempre usato i suoi film per attaccare ciò che per lui non andava negli Stati Uniti. Emblematico il finale del primo film della saga (anche se lui ha negato fino alla morte di aver preso un attore di colore appositamente a quello scopo) che mostra da subito quali sono le volontà comunicative di Romero e quali sono le sue idee sul mondo che lo circondava, incarnando lo spirito più puro del 68.
Zombi (Dawn of the Dead) (1978)
Con Zombi invece, uscito 10 anni dopo il predecessore, fa una feroce satira del consumismo, mostrando questi zombi che camminano per istinto verso un centro commerciale senza motivo, con espressioni vuote.
Vogliono questo posto. Non sanno perchè, ma sanno che vogliono venire qui.
Recitava Ken Foree nel film, aggiungendo dopo un omaggio all’origine vudù degli zombi con la famosissima frase:
Quando non ci sarà più posto all’inferno, i morti cammineranno sulla terra.
Il giorno dei morti viventi (1985)
Il film uscì in pieno periodo reganiano, che come potete immaginare arrivati a sto punto, per Romero era il male puro.
E qui rende ancora più chiaro ciò che abbiamo potuto dedurre dai primi due film, ovvero che pur essendoci gli zombi, gli uomini sono peggio.
Questo capitolo compie lo step successivo per i non morti, cominciando ad umanizzarli (l’iconico Bub) e a renderli meno minacciosi dei militari che dominano il laboratorio con forza e arroganza.
La Terra dei Morti Viventi (2005)
Ben 20 anni dopo, possiamo immaginare ispirato dal presidente repubblicano George W. Bush, Romero torna agli zombi.
Mentre nel precedente film l’umanità era agli sgoccioli, qui siamo in pieno post-apocalittico, con gli umani che si sono adattati al nuovo mondo.
Le metafore sono palesi, Dennis Hopper (a cui Romero ha dichiarato che farebbe interpretare Donald Trump, chissà perchè) è un uomo bianco ricco che regna un grattacielo contenente tutti i lussi possibili mentre fuori gli uomini che non se lo possono permettere combattono con gli zombi, che ad un certo punto evolvono e, capitanati da uno zombie nero con la tuta da benzinaio, assaltano il palazzo.
Penso sia chiaro.
Le cronache dei morti viventi (2007)
Solo 2 anni dopo La Terra dei Morti Viventi, Romero gira un progetto con budget estremamente ridotto che costituisce una sorta di reboot della serie.
In Le Cronache dei morti viventi vediamo infatti di nuovo l’inizio dell’epidemia, stavolta con un metodo di ripresa inedito per il regista fino a quel momento, ovvero il found footage reso celebre da Ruggero Deodato in Cannibal Holocaust.
Curiosa coincidenza volle che in quell’anno uscisse anche lo spagnolo Rec, altro film a tema zombi found footage, sintomatico del fatto che in quegli anni c’era nell’aria la volontà di parlare di un certo tipo di giornalismo.
Come Cannibal Holocaust insomma.
Survival of the Dead – L’isola dei sopravvissuti (2009)
L’ultimo film del grande regista è un sequel diretto di Le Cronache dei Morti Viventi, che ne riprende alcuni personaggi.
La pellicola è una sorta di western ambientato su un isola divisa tra due famiglie con diverse vedute sulla situazione degli zombi, ed è ovviamente un modo per parlare di conflitto e di differenze tra gli uomini.