Le ricorrenze, a volte (certamente per Steven Seagal), sono una questione di fuso orario. È il caso, ad esempio, della fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa, con la definitiva resa della Germania nazista siglata a Berlino nella tarda serata dell’8 maggio 1945. A Mosca, però, era già passata la mezzanotte, e per questo motivo (maledetti bolscevichi) si decise di fissare la Giornata della Vittoria per il successivo 9 maggio.
Siccome poi questo articolo è dedicato a un fuso (molto fuso, poco orario), e parlo ovviamente di quell’eroe della domenica già citato in parentesi di Steven Seagal, e, perdipiù, l’avvenimento accadde a Milano, che notoriamente ha lo stesso fuso di Berlino, terrò buona la prima data, pur forse irritando così i nuovi amici dell’S.S. (nelle iniziali, il contrappasso) più putiniano che sia mai stato a Hollywood.
Dunque, proprio per celebrare il 50⁰ anniversario della pace sul vecchio continente, ecco che l’8 maggio 1995 si tenne al Teatro Ventaglio Nazionale la 12⁰ edizione dei Telegatti, kermesse iconica del mondo dello spettacolo nei gaudenti anni ’80 e ’90, a cui non disdegnavano partecipare star sia nazionali che internazionali.
Presentatrice, accanto a Corrado, era una splendida Mara Venier, la quale, sia detto en passant, tra pochi giorni compirà 74 anni (поздравления). Dopo un momento di tenerezza tra Sophia Loren e Marcello Mastroianni, i quali si aggiudicarono l’ambito felino per il cinema italiano in TV, fu la volta del premio per il cinema straniero in TV, della cui consegna fu incaricato il leggendario Bud Spencer. Il premiato, però, era lui, il nostro Steven Seagal.
Ed eccolo lì in forma smagliante sul palco, con improbabili gags (tradotte renzianamente dalla interprete) tra lui, lo zio Bud e Mara. Argomento? Le diete (io mangio 45 volte al giorno) (e tu Bud?) (Io mangio 1 volta al giorno, dalle 7 di mattina alle 10 sera) (notevole, Bud).
Steven Seagal, col vento in poppa, era in quella serata del 1995 l’incarnazione dell’Amerikanata, reduce negli ultimi anni da successi in action film da videonoleggio e scazzottate quali Nico, Duro da uccidere, Programmato per uccidere, Giustizia a tutti i costi e Trappola in alto mare.
Flashforward: ottobre 2024, 29 anni dopo. Steven Seagal, ormai stabilitosi da tempo in Russia, pare sia pronto (almeno a parole) a immolare la propria vita per Vladimir Putin nel conflitto contro l’Ucraina.
La vendetta dei Sith è compiuta: Steven, da eroe del trash amerikano, è divenuto l’arma segreta del Cremlino. Più temibile di un’atomica, più scaltro di un hacker, più gagliardo del 72enne medio che gioca a Burraco in parrocchia.
Inevitabile l’interrogativo. Che cosa è successo al sorridente omone di quella sera, nell’Episodio III della saga della sua vita?
Steven Seagal, piuttosto dell’IMU meglio la guerra
Innanzitutto c’è da dire che non è la prima volta che gente famosa in là con gli anni dichiara di essere pronta a morire per Putin.
Correva l’estate del 2022 quando l’oggi quasi 94enne Bernie Ecclestone (un altro, en passant, che spegnerà le candeline nei prossimi giorni), storico Boss della Formula 1, esaltando le doti di leadership del presidente russo, si lasciò sfuggire di bocca il fatto di essere pronto a prendersi una pallottola per lo zio Vladimir.
Ovviamente della cosa non se ne fece nulla, e il vecchio Bernie è ancora lì (giustamente) a godersi quel po’ di soldi e quel po’ di celebrità che l’esistenza gli ha offerto. Ma la somiglianza della retorica è affascinante.
Per Steven, però, il Palpatine che lo ha fatto passare al lato oscuro della forza (perché noi Occidente, è noto, siamo il Bene Assoluto…) risponde al nome delle Corti di Giustizia americane, il quale lo stavano perseguendo perché, da buon evasore, non aveva pagato l’IMU.
(L’IMU, citando a caso Protagora come fa Carofiglio nei suoi libri, è misura di tutti i guai con la legge).
(что ты сделал, Стивен?)
(Я был свиньей с девчонками и не задекларировал деньги криптовалютного фуффагуру налоговику).
Il resto è storia recente. Putin nel 2016 gli ha concesso la cittadinanza russa, che si è aggiunta a quella statunitense e a quella serba che aveva già, nominandolo in seguito Rappresentante speciale per le relazioni umanitarie tra Russia e Stati Uniti. Poi, in questi giorni piovosi d’ottobre, la sparata sull’andare in guerra.
L’esistenza umana è così, forse è il suo bello. Un po’ mi annoia giudicare (balle, non è vero…). Steven Seagal come Dart Fener; in fondo, chi lo avrebbe mai detto.
(Ma quanto fa spaccare quando prende a calci nelle palle gli strXXXoni che negli anni ’90 gettavano gli animali giù dalle macchine in corsa?).
(Владимир, я твой отец…).