Martin Scorsese chiude un cerchio con Torino e con il Museo del Cinema aperto quasi vent’anni fa. In programma, tra le altre cose, una masterclass e la proiezione di alcuni dei suoi film, ovviamente scelti direttamente dal grande regista americano.
Martin Scorsese è ormai riconosciuto a livello internazionale da decenni come uno dei più grandi registi della storia del cinema: dal suo clamoroso debutto (a parte il corto The Big Shave del 1967) avvenuto con Taxi Driver nel 1976, vincitore della Palma d’Oro a Cannes nello stesso anno, continuando quel fenomenale sodalizio con un altro futuro gigante del cinema come Robert De Niro, con altri grandi titoli che di fatto cementeranno uno dei sodalizi più importanti della storia del cinema.
Dopo la lunga e decisamente proficua collaborazione con De Niro (che è ripresa con successo anche in questi ultimi anni), ci furono altri attori straordinari con cui ha lavorato il grande regista americano tra cui attori del calibro di Daniel Day-Lewis e soprattutto Leonardo Di Caprio, altro attore che ha tratto estremo beneficio dal sodalizio con Scorsese, arrivando fino a Killers of the Flower Moon del 2023, in cui di fatto Scorsese ha riunito i suoi due attori cardini della sua straordinaria carriera registica, De Niro e Di Caprio per l’appunto, indiscussi principi delle sue storie.
Martin Scorsese a Torino dopo vent’anni per parlare del suo cinema
Martin Scorsese sarà appunto ospite dal 5 all’ 8 ottobre del Museo Nazionale del Cinema nella città della Mole Antonelliana, Torino, da sempre molto legata al mondo del cinema e al grande regista della New Hollywood. La sua presenza è stata fortemente voluta dal direttore Domenico De Gaetano ed è stata resa possibile dalla rete di contatti del consulente del Museo Marco Fallanca che negli ultimi anni ha portato a Torino alcuni dei nomi più importanti del cinema contemporaneo, tra cui Paul Schrader (sceneggiatore per Scorsese di Taxi driver e Toro scatenato) e Ferretti – Lo Schiavo, suoi storici scenografi.
Scorsese, nella sua lunga carriera, non è mai stato un regista uguale a sé stesso.
La sua filmografia, infatti, se da una parte lascia andare al massimo grado una violenza estetizzata e liberatoria (come Quei bravi ragazzi, The departed e Casino, ma anche lo stesso Taxi Driver può tranquillamente rientrare in questa prestigiosa lista), a cui si contrappongono però d’altra parte riflessioni spirituali in film come L’ultima tentazione di Cristo, Kundun e Silence. Killers of the Flower Moon, da questo punto di vista, non solo prestigiosa occasione per riunire in un suo film i suoi due attori preferiti, De Niro e Di Caprio per l’appunto, ma perfetto trait d’union di queste due contrapposte anime del grande regista newyorkese, che di fatto sventrano il sogno americano fin dalle sue radici.
Uno Scorsese da sempre legato al capoluogo piemontese, quando fece per quell’occasione una sua personalissima analisi critica di Cabiria, il primo grande kolossal agli albori del cinema del 1914, a cui collaborò, seppur in maniera decisamente tumultuosa, anche un nostro grande letterato come Gabriele D’Annunzio.
In occasione del restauro nel 2006 del kolossal di Pastrone da parte del Museo, Martin Scorsese confessò di aver visto il film nei primi anni 70 e ne sottolinea il «sontuoso movimento della macchina e la diffusione delle luci», così come il «senso di ambizione epica», con lo stesso trasporto con cui lo aveva citato ne Il mio viaggio in Italia, da lui stesso diretto nel 1999.
Anche nel 2013 però il grande regista di Gangs of New York, ebbe un altro contatto con Torino, in occasione della mostra a lui dedicata dal Museo sotto la direzione di Alberto Barbera (che si era anche occupato del restauro), nella quale Scorsese aveva dovuto però declinare l’invito salutando però il suo pubblico torinese in un altro video con le seguenti parole:
«Mi dispiace non essere qui ma sto lavorando per il mio prossimo film The Wolf of Wall Street».
Indubbiamente una ragione più che valida e giustificata, ma che lasciò ai tempi un bel po’ di amarezza ai suoi tanti fan torinesi. Oggi, finalmente, dopo le anticipazioni rese pubbliche dall’ex presidente del Museo Sergio Toffetti che rivelano il nome dell’ospite del Museo diretto da Domenico De Gaetano (ironicamente a cavallo della scadenza del mandato e in attesa di eventuale reincarico), è tempo finalmente di incontrarsi dal vivo.
Dal poco che è emerso, il regista terrà una masterclass, di persona stavolta, ad alto livello sull’arte cinematografica, commentando alcuni dei suoi film proiettati sugli schermi dell’Aula del Tempio, a pochi metri da quel Moloch che tanto ha amato in Cabiria.
In maniera del tutto inconsueta, accompagnato da un numeroso staff produttivo e familiare, parteciperà all’organizzazione degli eventi che lo vedranno protagonista, come la consegna della Stella della Mole, il tappeto rosso fino al cinema Massimo e la proiezione in sala di un film a sua scelta.
Saranno quindi giorni fortemente scorsesiani quelli che inaugureranno l’ottobre torinese, in cui dal 5 all’8 ottobre, ci si potrà finalmente godere dal vivo il grande regista americano, che probabilmente porterà con sé anche altre grandi star o suoi illustri collaboratori come ospiti a sorpresa che lo omaggeranno in modi che ad oggi, non ci è dato però ancora sapere nel preciso. Il Re per una notte sta finalmente per sbarcare a Torino quindi per tre speciali giornate dedicate interamente a lui, in cui Scorsese, con il suo prestigioso taxi cinematografico, sarà l’inedito driver per Torino in quel magico mondo, chiamato cinema.