Asako I & II narra di una donna che si innamora di due uomini identici. Identici ma non gemelli, né sosia, né parenti. Semplicemente identici. Nello strano mondo di Ryusuke Hamaguchi, la metafora va direttamente in scena, nuda e cruda, con corredo di riflessioni filosofiche “aperte”, proprio come la porta dello studio di uno dei personaggi di Il gioco del destino e della fantasia.
All’epoca della prima a Cannes non tutti apprezzarono Asako I & II, come spesso avviene con il cinema che prova a guardare avanti e ad anticipare le tendenze che verranno.
Avvicinarsi oggi al film significa porsi con un’altra disposizione d’animo di fronte a quel che Ryusuke Hamaguchi – autore di Drive My Car e Il male non esiste – cercava di dirci nel 2018. Da un lato perché, nel frattempo, Hamaguchi è divenuto un autore di riferimento per i cinefili di tutto il mondo, portando a rivedere la sua filmografia come un corpus unico sulle inquietudini della società contemporanea. Dall’altro per la capacità di intuire l’evoluzione in seno al Giappone e non solo, calandosi ancora una volta in una prospettiva femminile, dopo l’affresco corale di Happy Hour.
I temi principali di Asako I & II
Asako si innamora di un ragazzo, Baku, senza porre freni e abbassando la guardia, finché questo sparisce improvvisamente. Poi conosce un suo sosia, Ryohei, identico nelle fattezze ma opposto nella personalità – serio e compassato dove il “gemello” era esuberante e inaffidabile – e si fidanza con lui. A guidarla non è il sentimento, ma la necessità di lenire il suo stato depressivo e di esprimere gratitudine, anche se “la gratitudine non è amore”, come le fa capire con schietta brutalità un amico. Fino al ritorno di Baku, intenzionato a riprendersi Asako, che rimette tutto in discussione.
Hamaguchi ci fa entrare nella mente di Asako senza giudicarla mai, anche di fronte alle scelte apparentemente insensate o crudeli che compie, guidate da un sentimento che non conosce razionalità e che è inevitabilmente influenzato dall’elemento di irrazionalità che domina l’amore.
Baku, che antepone chiaramente la sua affermazione personale alla relazione con Asako, potrebbe essere assimilabile a un idolo un influencer degli anni che verranno e il fascino magnetico che esercita sulla ragazza è amplificato dalla sua esposizione mediatica.
Anche quando sta con Ryohei, Asako segue segretamente le gesta di Baku, soggiogata dal meccanismo seduttivo dei social network. Il dissidio interiore tra Baku e Ryohei è quello tra la fanciullesca aspirazione a un sogno e la prosaica concretezza di una relazione stabile, acuito dalla geniale intuizione di azzerare le differenze fenotipiche tra i due rivali in amore.
Pur di veicolare il messaggio e non sporcarlo con interferenze indebite, Hamaguchi introduce una nota di surreale, che sgombri il campo da equivoci sull’avvenenza dell’oggetto d’amore.
Non è questo a determinare le scelte di Asako, scissa tra due possibilità senza che nessuna delle due, forse, sia in grado di “liberarla” dalla sua condizione di perenne insoddisfazione, quel senso di incompiutezza che sembra appartenere in maniera ineluttabile a questa epoca di travagli interiori.
Per comprendere il lato più eccentrico del cinema di Hamaguchi, su un versante più pop e meno letterario, Asako I & II è un passaggio obbligato.
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