Cari gentili lettori – come esordirebbe l’immensa Lady Whistledown – bentornati a Mayfair per la seconda parte di Bridgerton 3. Com’è ormai noto, la prima parte è uscita su Netflix lo scorso 16 maggio, sconvolgendo i suoi affezionatissimi fan – difatti la scena conclusiva della carrozza ha suscitato forte acclamazione, dal quale molti non si sono ancora ripresi. Sarai rimasto/a con il fiato sospeso a seguito della proposta di matrimonio da parte di Colin alla sua amata Penelope e ora cosa succederà?
Il 13 giugno è prevista l’uscita della seconda parte, tra eccitazione e gran fermento. Si riparte, dunque, da quel medesimo punto in cui ci si è interrotti, continuando a vivere intense emozioni grazie ai protagonisti che, ancora una volta, faranno palpitare. Tuttavia, a gran sorpresa, posso darti la mia opinione sugli episodi 5/6 ma, attenzione, senza spoiler – ricordo che Bridgerton 3 è composto da 8 episodi, mediamente 50 minuti ciascuno, di cui 4 per la prima e 4 per la seconda.
Bridgerton 3 Parte 2: recensione degli episodi 5-6
Mayfair, Londra. Colin (Luke Newton) e Penelope (Nicola Coughlan), appena scesi dalla carrozza, si recano a casa Bridgerton per il grande annuncio del loro fidanzamento. Entusiasti, da mamma Violet (Ruth Gemmell) ai fratelli, fuorché Eloise (Claudia Jessie) in quanto quest’ultima conosce l’oscuro segreto della sua ex amica: è lei la temibile Lady Whisteldown, geniale cronista di gossip e attenta osservatrice, seppur invisibile. Ma cosa accadrebbe se il futuro sposo dovesse scoprirlo?
Purtroppo non posso svelarti altro. Una parola per descrivere questi primi due episodi: passione. Il pathos aleggia in molte scene, da quelle romantiche ad altre più concitate, costituendo, quindi, il fil rouge della narrazione che accompagna gli stessi personaggi. Diversi i momenti di tensione, accompagnati egregiamente dalle riprese, alcune ravvicinate, altre rallentate, per trasmettere allo spettatore quel campanello d’allarme, indice delle scene clou – sia gioiose che d’azione.
Tra le righe, si può, dunque, dedurre la presenza di svariati colpi di scena che ruotano attorno ai giovani fidanzati innamorati. Oltretutto, in questi episodi, Penelope è l’emblema del cambiamento poiché esso, quale motore della terza stagione, lo si percepisce molto di più sotto differenti aspetti, specialmente il lato sentimentale: difatti si mostra aperta e sicura di sé benché il segreto riferito al suo alter ego la renda sempre più vulnerabile ed inquieta.
Se mi è piaciuto? Assolutamente sì, appassionante e coinvolgente – aspettati qualche rivelazione improvvisa, come un fulmine a ciel sereno – di certo si è puntato sulla trama, in modo particolare. Mi spiego: le stagioni precedenti, godibili e piacevoli – la prima, naturalmente, costituiva una novità – ma Bridgerton 3 racchiude in sé un plus che nelle altre, personalmente, non ho percepito: il brivido d’emozione, quella magnifica sensazione che ti fa esclamare ‘wow’ davanti allo schermo.
E se sai di cosa sto parlando, vedrai, gli episodi 5-6 ti sorprenderanno, suscitando batticuore, turbamento e felicità.