Non dirmi che hai paura (Samia), il secondo lungometraggio cinematografico diretto da Yasemin Şamdereli, in collaborazione con Deka Mohamed Osman, sarà presentato in Concorso al Tribeca Film Festival 2024 nella sezione International Narrative Competition, unico film a rappresentare l’Italia al festival che si terrà a New York dal 5 al 16 giugno.
Tratto dall’omonimo bestseller internazionale di Giuseppe Catozzella (edito in Italia da Feltrinelli), il film è prodotto da INDYCA con RAI CINEMA, NEUE BIOSKOP FILM, TARANTULA, BIM PRODUZIONE, in coproduzione con MOMENTO FILM, VOO, Be tv e Shelter Prod, FILM I VÄST, in collaborazione con THE PIRANESI EXPERIENCE e CINEPOST.
Non dirmi che hai paura, la trama
Samia nasce a Mogadiscio, in Somalia, durante una terribile guerra civile. All’età di 9 anni scopre di avere un grande talento: corre più veloce di tutti gli altri. Con l’aiuto del suo migliore amico Ali, Samia trasforma questo talento in un sogno: rappresentare la Somalia ai Giochi Olimpici di Pechino nel 2008. Samia arriva ultima nella gara dei 200m femminili, ma il mondo intero ha fatto il tifo per lei in un momento davvero magico.
Al ritorno in Somalia, Samia diventa bersaglio delle rappresaglie dei governanti islamici del Paese perché ha corso senza velo, un peccato mortale imperdonabile. Rischiando la vita, la ragazza decide di intraprendere il viaggio per raggiungere l’Europa. La storia di Samia racconta il coraggio di una giovane donna che sfida un regime brutale e lotta per la sua libertà e per il suo futuro.
Non dirmi che hai paura (Feltrinelli, 2014) è stato vincitore del Premio Strega Giovani e finalista al Premio Strega, e longlisted all’International IMPAC Dublin Literary Award, uno dei premi più prestigiosi al mondo. Pubblicato dai più grandi editori in tutto il mondo, è un caso editoriale che ha venduto più di 500.000 copie solo in Italia e più di 800.000 nel mondo.
In seguito alla pubblicazione del libro, Giuseppe Catozzella è stato nominato dalle Nazioni Unite Ambasciatore di buona volontà per l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), per “aver fatto conoscere in tutto il mondo la storia di una migrante, e attraverso di lei di tutti i migranti”