Antonia; Genere: dramedy; Episodi: 6; Uscita: 4 marzo 2024 su Prime Video; Regia: Chiara Malta; Soggetto e Sceneggiatura: Elisa Casseri, Carlotta Corradi, Chiara Martegiani; Supervisione Creativa: Valerio Mastandrea; Fotografia: Luigi Martinucci; Montaggio; Natalie Cristiani , Federico Mascolini; Aiuto Regia: Mariachiara Squassino; Suono in presa diretta: Gabriele Sperduti; Mix: Giulio Maria Sereno; Casting Directors: Gabriella Giannattasio, Federica Baglioni; Costumi: Marija Tosic; Musiche: Tom Chichester-Clark; Scenografia: Elisabetta Zanini.
Cast: Chiara Martegiani, Valerio Mastandrea, Barbara Chichiarelli, Leonardo Lidi, Emanuele Linfatti, Deanna Chiara Caselli, Hildegard Lena Kuhlenberg, Tiziano Menichelli; Organizzatore Generale: Alessandro Longino; Delegata Di Produzione: Giulia Emiliani; Produttore Esecutivo: Paolo Lucarini; Case di produzione: Fidelio e Grøenlandia; in collaborazione con Prime Video e Rai Fiction; Produttori: Daniele Basilio, Silvio Maselli, Andrea Paris, Matteo Rovere; Durata: (6×30’’).
Antonia, la trama
Il trentatreesimo compleanno di Antonia (Chiara Martegiani) non si rivela affatto un bel giorno per lei: sta male, litiga con il suo fidanzato (Valerio Mastandrea), va via di casa, perde il lavoro, sviene appena scesa dall’autobus, finisce in ospedale e scopre di avere l’endometriosi, una malattia cronica che ha molto probabilmente condizionato tutta la sua esistenza. La scoperta della malattia sarà, per Antonia, l’occasione per intraprendere un viaggio, tra particolari sedute terapeutiche e bizzarri riti sciamanici, dentro se stessa, nel suo passato e nel suo rapporto con gli altri. Antonia non può più fare finta di niente, è con le spalle al muro : o si cambia o si muore…
Antonia, la recensione
… o si rimane pollo o si diventa gallina (vero e proprio animale simbolo della serie). Come i polli non sono, e non saranno mai, galli o galline perché vengono uccisi prima che si possano sviluppare, anche la malattia di Antonia la costringe a cambiare, a dover prendere una decisione difficile il prima possibile: avere un figlio subito o entrare in menopausa forzata e rinunciare per sempre a diventare madre. Ma Antonia non è pronta a scegliere, la sua vita è già abbastanza incasinata, le mancava solo il dover affrontare una decisione del genere. Per questo cerca un segno, un qualche aiuto, prova di tutto, con risultati altalenanti e tragicomici.
Si parte con la seduta di psicoterapia Gestalt, provata solo perché la prima volta è gratuita, per poi approdare al viaggio sciamanico a caccia del suo animale simbolo, oltrepassando buchi del proprio inconscio per finire nel “mondo di sotto”, ma stando ben attenta a non rimanere incastrata nei tombini – “come succede sempre agli americani” -.
La sua malattia sarà uno strumento, per farle iniziare una ricerca sulla sua identità. Chi è lei davvero e cosa vuole dalla vita?
Antonia ha diversi riferimenti autobiografici della protagonista e sceneggiatrice Chiara Martegiani. La stessa attrice racconta che quando ha pensato di scrivere la serie il suo intento era quello di raccontare una donna in crisi all’alba dei trent’anni. Poi durante la fase di scrittura le è stata diagnosticata l’endometriosi e insieme alle sceneggiatrici hanno pensato che potesse essere la soluzione per rappresentare al meglio la crisi che molte donne, ma anche uomini, si trovano a dover affrontare alla soglia dei trent’anni. Costretti a fare i conti con se stessi, a fare un bilancio della propria vita e imparare anche a cambiare e ad evolversi se necessario.
I personaggi
Attorno ad Antonia gravitano una serie di personaggi, familiari, amici, conoscenti, ognuno alle prese con le proprie paure e i propri problemi. Antonia cerca continuamente di risolvere i problemi degli altri, pur di non concentrarsi e affrontare le sue difficoltà. Valerio Mastandrea interpreta Manfredi, il compagno di Antonia (i due attori fanno coppia fissa anche nella vita vera), un uomo buono e comprensivo, che non ha problemi ad esprimere le proprie fragilità. Secondo la Martegiani “Manfredi ha un lato femminile che invece Antonia non ha”. Lui vorrebbe parlare dei loro problemi, chiarirsi, lei invece preferisce scappare.
Inizialmente Antonia non riesce neanche a parlargli della propria malattia. Trova più facile aprirsi con un ragazzo appena conosciuto (Emanuele Linfatti) che aderisce allo stile di vita straight edge, e cerca di mostrarle le cose da un punto di vista diverso, talvolta inusuale e incomprensibile per la ragazza.
Poi c’è la migliore amica Radiosa (Barbara Chichiarelli), che di radioso ha solo il nome, diventata mamma da poco e alle prese con notti insonni, un inizio di depressione post partum e un marito (Leonardo Lidi) con cui non riesce più a connettersi.
Chiude il cerchio dei personaggi, la vecchia agente di Antonia, una signora tedesca (Hildegard Lena Kuhlenberg), vero e proprio motore comico della serie, insieme a Mastandrea, che millanta collaborazioni con tutti i più grandi attori e registi del cinema italiano (a suo dire è stata lei a convincere Totò a recitare in Uccellacci e Uccellini, e ad aiutare Sophia Loren nella scena di spogliarello di Ieri, oggi, domani).
E Antonia?
Antonia non è un personaggio facile. Sempre avvolta nei suoi vestiti oversize e con indosso gli occhiali da sole, che le danno un aspetto da dura, in realtà il suo outfit ha più la funzione di un’armatura con cui proteggersi dal mondo e dagli altri. Inizialmente fa quasi storcere il naso la sua spigolosità e ruvidezza, che la rendono fin dai primi fotogrammi piuttosto antipatica, ma andando avanti nella serie si riesce a empatizzare di più con lei, a comprenderla. D’altronde convivere costantemente con il dolore da quando ha più o meno dodici anni ha condizionato la sua vita, il suo carattere e anche come si interfaccia con le altre persone.
Continuando il suo percorso, finalmente più consapevole, ma non per questo meno incasinata, dimostra che anche lei è capace di mostrare a tratti tenerezza.
Lo stile visivo
Sul piano visivo l’intera serie è costantemente sotto lo sguardo di Antonia, la stessa regista afferma che la volontà era quella che il pubblico vedesse le immagini mostrate il più vicino possibile a come le vive Antonia. C’è un’instabilità costante della camera rendendo le inquadrature frenetiche e nervose proprie come lo stato d’animo della protagonista.
La serie ha uno stile moderno sia per le tematiche e il modo in cui sono trattate – utilizzare toni leggeri per argomenti fortemente drammatici, come può essere una malattia, in Italia, a differenza di altri paesi, è ancora uno stile poco usato – ma anche per la sua resa visiva definita dalla stessa regista “pop, ma assolutamente vera“, grazie al continuo connubio di scene oniriche e reali.
Tuttavia per quanto l’operazione Antonia sia molto interessante e una boccata d’aria fresca nel panorama televisivo italiano, risulta a tratti piuttosto acerba e alcuni personaggi un po’ macchiettistici (vedi il ragazzo straight edge).