In pochi giorni, ha conquistato il consenso del pubblico. Una sitcom composta da sei episodi di mezz’ora, ispirata all’omonima serie australiana creata da Jungle Entertainment, già riadattata negli Stati Uniti, in Giappone e nei Paesi Arabi. Stiamo parlando di No Activity – Niente da segnalare, dal 18 gennaio disponibile su Prime Video.
«Una serie in cui non succede niente, ma succede tutto»: queste le parole di Valerio Vestoso, già regista della serie Vita da Carlo, vincitore di numerosi premi con il cortometraggio Ratzinger vuole tornare del 2016 e vincitore di Alice nella città 2021 con il corto Le buone maniere.
Da una parte vi è un boss, affiancato da uno “stagista”, e spetta a loro il compito di prendere in carico 500 chili di cocaina. Dall’altro lato però c’è la polizia, composta da poliziotti in appostamento e altri dietro le quinte, che ostacolano la missione e cercano di smascherare i criminali. Gli spazi ristretti – di un container, una volante e una scrivania da ufficio – spingono alla convivenza forzata e alla confidenza reciproca. Di questo, in fin dei conti, vivono i diversi episodi della serie. Per parafrasare un refrain, “l’attesa dell’azione è essa stessa azione“.
I personaggi all’interno son diversi tra loro, ma tutti sono ugualmente costretti a trovare un modo per ammazzare il tempo in attesa di entrare in azione. C’è la coppia di guardie Luca Zingaretti e Alessandro Tiberi, impegnati in un lungo appostamento. Collegate, le agenti della sala operativa Carla Signoris ed Emanuela Fanelli. Nel cuore dell’azione, ci sono i ladri Rocco Papaleo e Fabio Balsamo. Ad arricchire la lista ci sono il portuale complottista Maccio Capatonda, il comandante Tommaso Ragno, Davide Calgaro (Nicola, l’agente “crociato”). Edoardo Ferrario (il sostituto Bartolo), la psicologa notturna Sara Lazzaro, Francesco Pannofino (il chirurgo Ettore Zamponi). Fino a Diego Abatantuono (Felice, il boss della Laguna) e in due vere apparizioni – Marcella Bella e Lorella Cuccarini.
Scritta da Laura Grimaldi, Pietro Seghetti, Paolo Piccirillo e Stefano Di Santi, prodotta da Amazon MGM Studios in collaborazione con Groenlandia (il produttore esecutivo è Matteo Rovere), il direttore della fotografia è Francesco Di Giacomo e il montatore Pietro Morana affiancato da Michele Brogi, responsabili di una confezione ritmata da piccoli tagli apparentemente discontinui che imprimono una cifra distintiva della sitcom.
Le gag comiche danno ritmo al racconto, ma ciò che tiene in piedi la storia è essenzialmente la sua semplicità. Siamo di fronte ad una modalità narrativa peculiare, una sorta di workplace comedy ridotta all’osso in quanto a narrazione, che si basa quasi esclusivamente sulle interazioni. E funziona: l’alchimia si sente tutta. La semplicità di ciò che vediamo è proprio il suo valore aggiunto, perché ogni spettatore può ritrovarsi in quei momenti e sentirsi vicino ai protagonisti della serie. Anche noi ci poniamo in attesa, e nel frattempo c’intratteniamo: c’è una sovrapposizione interessante tra chi vede e chi è visto e ciò conferisce una naturalezza impressionante al racconto.
Questa stagione inaugurale lavora soprattutto sulla costruzione e il consolidamento dei personaggi, dei quali siamo chiamati a prevedere le reazioni, puntata dopo puntata. Le interpretazioni più efficaci sono quelle di Zingaretti, Fanelli e Balsamo. Difficile prevedere se l’impianto anglosassone funzionerà anche in Italia, ma già in questa stagione c’è un crescendo e una sintonia sempre maggiore fra i membri del cast. No Activity – Niente da segnalare garantisce circa tre ore di sane risate, di libero intrattenimento e in compagnia di un cast che davvero difficilmente, in questa ricchezza, si può osservare in televisione. Da non perdere.