Regia: Leonardo Pieraccioni; Sceneggiatura: Alessandro Riccio, Leonardo Pieraccioni, Fotografia: Fabrizio Lucci; Montaggio: Patrizio Marone; Interpreti: Chiara Francini, Giulia Bevilacqua, Leonardo Pieraccioni, Massimo Ceccherini, Nino Frassica; Colonna sonora: Gianluca Sibaldi; Produzione: Levante Film, Rai Cinema; Distribuzione: 01 Distribution; Durata: 88′
Pare parecchio Parigi, la trama
Il film è il libero adattamento di una storia vera, tirata fuori dal file all’interno del suo pc, intitolato “soggetto ardito” nel quale Pieraccioni raccoglie le idee più particolari. Come questa, ispirata dai fratelli Michele e Gianni Bugli, che «nel 1982 partirono con il padre malato in roulotte e gli fecero credere di essere arrivati a Parigi». È a loro che il film è dedicato. A loro e “a tutti i sognatori”. Due fratelli che nel film diventano tre.
La storia viene ripresa quasi fedelmente, nel film i fratelli sono tre Bernardo, Giovanna e Ivana (Leonardo Pieraccioni, Chiara Francini e Giulia Bevilacqua) e anche qui il viaggio viene fatto insieme al padre Arnaldo (Nino Frassica) che non gode di buona salute e ha sempre sognato di vedere Parigi insieme ai propri figli, tra i quali non c’è però armonia da ormai cinque anni, da quando la madre è scomparsa. I tre, non potendo realmente portare il padre nella capitale francese, decidono di inscenare il viaggio girovagando in camper all’interno del maneggio di Bernardo, senza mai uscire realmente dalla proprietà.
Una recita articolata che si trasforma in una paradossale, avventurosa e irresistibile occasione per tentare di far riavvicinare i fratelli e riconciliarsi con l’anziano genitore.
Recensione
Quindicesimo film firmato dall’artista toscano, Leonardo Pieraccioni torna sul grande schermo a due anni di distanza da Il Sesso degli Angeli. Con Pare parecchio Parigi il regista toscano ci racconta una bella storia, piena di sapore, sorrisi, amarezze, trasformata in una commedia con non troppa poesia, ma umanità e spunti comici, senza però riuscire quasi mai a toccare veramente le corde dell’emozione e il vero coinvolgimento del pubblico.
Non c’è lo sketch, non c’è l’imprevisto, non c’è il siparietto. Il linguaggio, pur basico e a portata di grande pubblico, è naturale nella sua verve umoristica, ancorata ad un’idea effettivamente riuscita ma non portata a compimento.
Chiara Francini fa leva sulla sua innata vis comica e si diverte con la sua Giovanna e Giulia Bevilacqua colpisce per l’ottima padronanza dell’inflessione toscana e per la naturalezza che infonde alla sua Ivana. Nino Frassica, talento comico brillante come pochi, fa percepire il dialetto messinese sin dalle prime battute, anche se il suo Arnaldo fa fatica ad emergere.
Coinvolgendo personaggi di ogni tipo, come carabinieri, gli operai che lavorano per la sorella Ivana (un plauso particolare per Massimiliano Galligani), prostitute, reporter d’assalto (che brava Gaia Nanni), vecchi conoscenti (Sergio Forconi), e un litigioso vicino (uno strepitoso Massimo Ceccherini) che, con la madre peggiore di lui (Gianna Giachetti indimenticabile), vede tutto il giorno il camper andare avanti e indietro.
Un on-the-road senza road, con il motore dell’immaginazione si possono fare migliaia di chilometri: se non si può andare a Parigi, Parigi può venire da loro! Dopotutto, anche se fai il giro del mondo, ritorni sempre nel solito punto, no? Un strambo e tenero viaggio in cui l’unico pedaggio da pagare è quello della fantasia… Pare parecchio una “buona” commedia, ma senza tutto il brio che ci si aspettava, in fondo.