Indiana Jones e il Quadrante del Destino (Indiana Jones and the Dial of Destiny, 2023); Genere: Azione, avventura; Regia: James Mangold; Sceneggiatura: James Mangold, Jez Butterworth, John Henry Butterworth, David Koepp; Musiche: John Williams; Cast: Harrison Ford (Indiana Jones), Mads Mikkelsen (Jurgen Voller), Phoebe Waller-Bridge (Helena Shaw), Antonio Banderas (Renaldo), John Rhys-Davies (Sallah), Toby Jones (Basil Shaw), Karen Alley (Marion Ravenwood), Ethann Isidore (Teddy); Casa di produzione: Walt Disney Pictures, Lucasfilm, Paramount Pictures; Durata: 154 minuti.
Indiana Jones e il Quadrante del Destino, la trama
Nel 1944 Indiana viene catturato dai nazisti mentre tenta di appropriarsi della Lancia del Destino, o Lancia di Longino, ma grazie alla sua astuzia riesce a fuggire ed a salire sul treno dove è custodita la preziosa reliquia, oltre che il suo collega archeologo Basil, anch’esso in mani tedesche.
In viaggio verso il Furher c’è anche il professor Voller il quale, dopo aver scoperto che la lancia è un falso, porta all’attenzione del comandante nazista l’esistenza e i poteri del Quadrante del Destino di Archimede, o meccanismo di Antykytera, manufatto in loro possesso, anche se solo un terzo dell’oggetto finale. Naturalmente i loro piani verranno rovinati dall’eroico Indiana, il quale riesce a recuperare la reliquia, oltre che a fuggire insieme a Basil.
Siamo nel 1969, il giorno del rientro degli astronauti dalla Luna, e il professor Henry Walton Jones Jr è uno stanco settantenne che vive in un piccolo appartamento a Manhattan, non per niente contagiato dall’entusiasmo generale. Il suo matrimonio con Marion è finito in seguito ad una disgrazia, il suo lavoro all’università non attrae più orde di giovani studenti pronti a pendere dalle sue labbra e, dopo una veloce cerimonia in suo onore, ormai Indiana Jones è ufficialmente un pensionato.
Scoraggiato, Indiana si reca in un bar e qui viene raggiunto dalla sua figlioccia Helena detta Woombat, la figlia di Basil, la quale è anch’essa un’archeologa che cerca di preparare il suo dottorato concludendo gli studi del padre sul Quadrante del Destino. Anche se aveva promesso di distruggere quella reliquia che aveva condotto Basil alla pazzia, Indiana la custodisce invece all’università, così porta la ragazza nel suo ufficio e gli mostra ciò che era venuta a cercare.
Come era prevedibile, vengono interrotti da un gruppo di uomini armati comandati da Voller, ora al servizio dell’ America e la sua atomica come professor Schmidt, e Indiana è costretto a fuggire, mentre la ragazza ruba il Quadrante e fugge lasciando il vecchio professore nei guai. Oltre che essere inseguito dai nazisti, Indiana viene accusato di essere l’assassino dei suoi colleghi professori, così si rifugia dal suo vecchio amico Sallah, fuggito in America durante la guerra, dove scopre che la sua figlioccia Helena è una trafficante di reliquie ed è stata pure in prigione.
Deciso a recuperare il prezioso manufatto, Indiana parte per Tangeri, dove la donna sta cercando di vendere il Quadrante durante un’asta illegale, ma entrambi sono costretti ad una rocambolesca fuga in tuc tuc per sfuggire agli uomini di Voller.
Insieme al giovane Teddy, giovane ladruncolo sempre al fianco di Helena, i due si recano ad Atene dove, grazie al vecchio amico di Indiana Renaldo, riescono a recuperare dalle profondità marine la seconda parte del Quadrante, oltre che a decifrare un indizio che li porta in Sicilia, nella grotta dell’Orecchio di Dionisio, dove finalmente riescono a trovare la terza parte del manufatto. La loro gioia finirà presto, poichè verranno raggiunti da Voller e i suoi uomini che feriscono e portano Indiana sul loro aereo, diretti verso una meta lontana nel tempo…
Un meraviglioso addio!
Forse il miglior addio di un personaggio al mondo del cinema, questo ultimo capitolo di Indiana Jones è un viaggio emozionale per i fan della saga, che ritroveranno nelle due ore abbondanti del film il loro eroe, perduto in quello che fu il poco apprezzabile Il teschio di cristallo.
Harrison Ford praticamente è se stesso, nel personaggio che forse gli assomiglia di più anche nella sua vita quotidiana, completamente a suo agio ad interpretare uno stanco settantenne professore, di poco più giovane di lui nella realtà, con gli acciacchi e i dolori dell’età, ma anche tanta consapevolezza e dolore ripensando a quel che era e ora non è più, ma soprattutto alle persone care perse durante tutto quel tempo trascorso.
Con grande sopresa vorrei dire, in Indiana Jones 5 Harrison mostra le limitazioni fisiche dovute all’età, quindi le scene di azione che compie non sono mai esagerate anzi, evidenzia le difficoltà nel compiere quelle acrobazie che un tempo sembravano così naturali, lasciando al personaggio di Indiana quella dignità che avrebbe perso se lo avesse mostrato come un agile giovanotto. Ritrovare inoltre la voce di Michele Gammino come doppiatore è stata una poesia per le orecchie, straziate dalla recente versione rimasterizzata della saga.
Che Mads Mikkelsen abbia del vero talento ad interpretare il ruolo del villain è indubbio, ed anche in questo caso non ha deluso, mentre Phoebe Waller-Bridge ci mostra una donna forte, tenace, un vero Indiana Jones in gonnella pronta a cacciarsi nella prossima avventura… chissà che non preannunci uno spin off. Peccato per la breve interpretazione di Banderas, relegato al ruolo di un vecchio amico di Indy ma di cui non sappiamo altro che il suo mestiere di marinaio e sub, senza dedicare una piccola scena all’eventuale racconto della nascita della loro amicizia.
La storia che ci viene raccontata in questo capitolo finale ci riporta fin da subito alle avventure di Indiana, ricche di misteri antichi e esplorazioni di affascinanti luoghi archeologici, scene di azione e tensione, tanti momenti ironici, le fughe rocambolesche, e naturalmente non potevano mancare i nazisti e la loro continua ricerca di un manufatto che possa dargli il potere e la vittoria. Finalmente, noi fan che abbiamo seguito e amato la saga fin dalla sua uscita nei cinema, dal quale però ci siamo sentiti profondamente traditi da quel deplorevole quarto capitolo, abbiamo potuto assaporare e respirare di nuovo le atmosfere del mondo di Indiana.
In Indiana Jones 5, nonostante sappiamo quanto la Disney ami inserire merchandise nelle proprie produzioni per ingolosire i collezionisti, i richiami agli episodi passati sono velati, accennati, trattati con leggerezza, ma un vero fan saprà coglierli tutti e proverà una leggera emozione nel ricordare quei momenti. Un’altra cosa che salta all’occhio è la perfezione in cui, durante i flashback, ci viene mostrato un Indiana Jones nel pieno della sua virilità, aitante e spericolato, e il suo viso appare naturale e non artificioso.
In conclusione, Indiana Jones e il Quadrante del Destino è un degno finale della saga dell’amato archeologo americano, personaggio con il quale siamo cresciuti o invecchiati, con il quale abbiamo condiviso emozioni, ilarità, tensione, e che ci ha regalato un addio davvero degno di un personaggio così tanto amato.
Grazie Harrison, grazie per aver dimostrato con questo ultimo capitolo quanto ami e hai amato, ma soprattutto rispettato, Indiana Jones.
Un consiglio strettamente personale. Se volete godervi appieno l’esperienza emozionale di Indiana Jones 5, vi suggerisco di recarvi al cinema con una persona che ha condiviso con voi la passione per Indiana fin dalla sua prima apparizione sul grande schermo. Io l’ho fatto con mia sorella maggiore, colei che mi ha fatto innamorare di Harrison, colei con cui ho condiviso le emozioni infantili ed adolescenziali ammirando le acrobazie di Indiana, ed è forse questa presenza che mi ha fatto sentire il film ancora più emotivamente importante, vivendolo come lo vivevo con lei da piccina sedute di fronte alla tv in cucina.