In questi giorni il nostro Pierfrancesco Favino è ospite all’ultima edizione del Festival di Berlino 2023 per presentare il film noir di Andrea di Stefano; L’ultima notte di Amore, ma l’attore non si è fatto scappare l’occasione per discutere di un argomento che scotta a lui ed alla maggior parte dei nostri lavoratori dello spettacolo, ovvero la mancanza di rispetto che le produzioni estere hanno nei confronti degli attori italiani e non solo.
Pierfrancesco Favino in difesa del cinema italiano
Gli attori italiani non hanno gli stessi diritti degli altri. Si tratta di una mancanza di rispetto enorme della nostra storia cinematografica. Siamo terra di conquista. Se i nostri produttori non accettano storie italiane, continuerà a succedere che I Gucci parleranno inglese del New Jersey; ma non succede il contrario. A me non farebbero mai fare Kennedy, e non vedo perché un americano dovrebbe fare Gianni Agnelli.
Ha spiegato Favino in conferenza stampa lanciando delle frecciatine a film come House of Gucci e Ferrari che sono entrambi film in cui si parla di famiglie italiane che però di attori italiani non ne hanno nessuno. In un periodo in cui molti paesi rivendicano l’importanza di promuovere le proprie culture e sapienze artistiche, sembra che in Italia al posto di alzare la testa e far valere i diritti dei nostri artisti preferiamo mantenere un basso profilo ed aspettare che gli altri prima o poi ci notino.
dobbiamo mettere dei paletti, anche rischiando di perdere qualcosa in termini di investimenti internazionali, di quelli che vengono da noi a girare per usufruire del tax credit. Dovrebbe interessarsi qualcuno a questa questione, magari anche a livello ministeriale, ma attenzione perché non è un problema politico, è un problema industriale. Un problema legato alla perdita di rispetto che sento e vedo per la nostra scuola e la nostra cultura cinematografica.
Con queste parole Pierfrancesco Favino si schiera dalla parte di tanti altri artisti italiani, come ad esempio l’associazione UNITA che riunisce attori e attrici e che in un recente comunicato stampa hanno annunciato che:
In Italia le lavoratrici ed i lavoratori del settore cineaudivisivo sono da mesi in attesa che venga rinnovato loro il contratto collettivo nazionale. Le troupe, i tecnici, le maestranze e perfino gli stuntmen operano in assenza di regole condivise e di tutele moderne ed efficaci.
Per questo motivo i doppiatori italiani sono già entrati in sciopero e la più grande associazione di categoria delle attrici e degli attori, UNITA, ha deciso di rendere nota questa situazione sostenendo la mobilitazione sindacale, da oggi fino all’ottenimento di tutti i diritti che spettano a coloro che si adoperano ogni giorno con passione e professionalità per tenere in vita il nostro immaginario, il nostro cinema, la sapienza e la cultura del nostro Paese.
La situazione del cinema in Italia non era di certo nuova a nessuno, ma a volte è giusto che persone come Pierfrancesco Favino si facciano avanti senza timore per dire esattamente le cose come stanno, per ricordare anche al pubblico che il cinema in Italia è vivo e ha bisogno di più appoggio da parte di tutti. Il problema esiste ed è d’obbligo riconoscerlo e collaborare per far si che venga risolto.