Everything Everywhere All At Once
Scheda Everything Everywhere All At Once
Genere: Drammatico, commedia, science-fiction; Anno: 2022; Durata: 140 minuti; Paese: Stati Uniti d’America; Regia: Daniel Kwan, Daniel Scheinert; Sceneggiatura: Daniel Kwan, Daniel Scheinert; Fotografia: Larkin Seiple; Montaggio: Paul Rogers; Musiche: Son Lux; Casa di produzione: IAC Films, Gozie AGBO, Year of the Rat, Ley Line Entertaiment; Produttori esecutivi: Joe Russo, Anthony Russo, Mike Larocca, Daniel Kwan, Daniel Scheinert, Jonathan Wang; Distribuzione: A24, I Wonder Pictures; Cast: Michelle Yeoh, Stephanie Hsu, Ke Huy Quan, Jenny Slate, Harry Shum Jr., James Hong, Jamie Lee Curtis.
Trailer Everything Everywhere All At Once
Sinossi Everything Everywhere All At Once
Il film racconta la storia di Evelyn Wang (Michelle Yeoh), una donna cinese-americana sulla cinquantina, stressata dalla lavanderia a gettoni di possesso della famiglia che non sta andando bene a livello economico, dal suo matrimonio e da un padre che non approva le sue scelte di vita. Sarà, poi, la distanza crescente tra Evelyn e la figlia Joy a creare la minaccia della distruzione del multiverso, che Evelyn dovrà salvare entrando in contatto con il multiverso delle sue personali versioni.
Recensione Everything Everywhere All At Once
L’ultimo film del duo di registi noti come i Daniels (Daniel Kwan e Daniel Scheiner), conosciuti anche per aver realizzato Swiss Army Man, ha ricevuto lodi ed elogi da qualsiasi parte si guardi, sia dal pubblico che della critica. Non si può che non essere d’accordo una volta che si ha il privilegio di guardare Everything Everywhere All At Once. Vederlo è un’esperienza travolgente, che prima fa deliziare con le sue assurdità, come il fatto che mangiare del burrocacao ti faccia diventare una specie di Jackie Chang, per poi spuntare dietro l’angolo a scuoterti per tornare al realismo della vita, con le sue difficoltà e i suoi difetti.
Quella che vediamo rappresentata sullo schermo è la storia di Evelyn Wang (Michelle Yeoh), o meglio, di tutte le Evelyn Wang, perché snodo chiave di Everything Everywhere All At Once è il multiverso, che si fa cornice di tutta la narrazione. Anche se la versione principale di Evelyn sarà quella che incontriamo da subito, c’è spazio per presentare le sue diverse sfaccettature negli altri universi, in cui è cuoca, attrice, piñata e tanto altro.
Un infinito di possibilità che viene sfruttato dai Daniels per permettere a Evelyn di salvare il multiverso, minacciato al punto da essere vicino alla distruzione totale. Ma non basta che Evelyn impari a convivere e usare le sue diverse sfumature, deve riuscire ad accorciare la distanza che si è creata con la figlia Joy (Stephanie Hsu).
Quello dei rapporti familiari è un altro dei punti fondamentali di Everything Everywhere All At Once. Da una parte, Evelyn dovrà ricreare il rapporto con la figlia, omosessuale, che non si sente accettata dalla madre per quello che è:
“I know the joy and pain of having you as my mother!”
Dall’altra, Evelyn dovrà affrontare il rapporto intragenerazionale con il padre (James Hong), per diventare veramente se stessa.
A livello tecnico, il montaggio e le transizioni permettono a Everything Everywhere All At Once di elevarsi, mettendo in scena il multiverso. Che prende effettivamente forma grazie allo strabiliante cast. Una Michelle Yeoh superba, così come Stephanie Hsu. Ma vera perla del film è Ke Huy Quan, che passa da versione a versione di se stesso senza sbagliare un colpo, rendendo la sua performance eccezionale e stupefacente.