Cleopatra (Id.)
Regia: Joseph L. Mankiewicz; soggetto: dal libro omonimo di Carlo Maria Franzero; sceneggiatura: Joseph L. Mankiewicz, Ranald MacDougall, Sidney Buchman; fotografia (colore, TODD-AO): Leon Shamroy; scenografia: Herman Blumenthal, Hilyard Brown, Boris Juraga, Maurice Pelling, Jack Martin Smith, Elven Webb,Paul S. Fox, Ray Moyer, Walter M. Scott ; costumi: Vittorio Nino Novarese, Reniè, Irene Sharaff; effetti speciali: Emil Kosa Jr.; trucco: Alberto De Rossi, Vivienne Zavitz; colonna sonora: Alex North; montaggio: Dorothy Spencer; interpreti: Elizabeth Taylor (Cleopatra), Rex Harrison (Giulio Cesare), Richard Burton (Marco Antonio), Roddy MacDowall (Ottaviano), Martin Landau (Rufio), George Cole (Flavio), Hume Cronyn (Sosigene), Cesare Danova (Apollodoro), Kenneth Haigh (Bruto), John Hoyt (Cassio), Andrew Keir (Agrippa), Robert Stephens (Germanico), Francesca Annis (Eiras, ancella di Cleopatra), Gregoire Aslan (Potino), Martin Benson ( Ramos), Herbert Berghof (Teodoto), John Cairney (Febo), Jacqui Chan (Lotos, assaggiatore reale), Pamela Brown (grande sacerdotessa), Isabelle Cooley (Charmian), John Doucette (Achilla), Michael Hordern (Cicerone), Richard O’Sullivan (faraone Tolomeo XIII), Gwen Watford (Calpurnia), Marina Berti (regina di Tarso), Loris Loddi (Cesarione), Ben Wright (voce narrante); produzione: Walter Wanger per 20th Century Fox; origine: USA, Regno Unito, Italia – 1961-1963; durata: 217′ (versione cinematografica), 243′ (versione estesa).
Trama
Egitto, 48 a.C. Giulio Cesare ha sconfitto Pompeo, che cerca rifugio presso il faraone Tolomeo XIII e sua sorella Cleopatra. I cortigiani consigliano al faraone di assassinare lo sconfitto e la testa mozzata dell’avversario viene presentata ad un inorridito Cesare quando questi giunge ad Alessandria. Una volta insediatosi nel palazzo reale, gli viene recapitato da Apollodoro, servo fedele di Cleopatra, un prezioso tappeto come dono di benvenuto. Cesare fa srotolare il tappeto e trova al suo interno proprio Cleopatra, che ha usato questo audace espediente per avvicinarlo. Durante la notte, per ordine di Cesare, la flotta egiziana viene data alle fiamme, ma l’incendio si propaga alla città, riducendo in cenere la biblioteca, la più completa del mondo antico.
Le truppe di Tolomeo attaccano il palazzo, ma grazie ai rinforzi giunti in tempo, i Romani prevalgono. Cesare insedia sul trono Cleopatra, finalmente regina d’Egitto. Davanti alla tomba di Alessandro il Grande i due fanno progetti per il futuro e la donna gli rivela di essere incinta. Dà alla luce un figlio, che chiama Tolomeo Cesare, riconosciuto dal condottiero come suo figlio. Tornato a Roma, il senato nomina Cesare dittatore a vita. Egli allora invita nell’Urbe Cleopatra che fa il suo ingresso trionfale nella città, da vera regina. Vorrebbe che Cesare accettasse di incoronarsi re, ma il giorno delle Idi di marzo, nonostante i funesti presagi di Calpurnia e Cleopatra, Cesare si reca in Senato e viene assassinato. Al termine delle onoranze funebri, Ottaviano è riconosciuto suo legittimo erede. Cleopatra allora, temendo per la vita di suo figlio, decide di ripartire nottetempo per l’Egitto, nonostante le rassicurazioni di Marco Antonio.
Quest’ultimo forma, con Ottaviano e Lepido il secondo triumvirato, con lo scopo di vendicare Cesare. Tutti coloro che hanno preso parte alla congiura o che ne sono sospettati vengono uccisi. A Filippi i triumviri sconfiggono Bruto e Cassio e si dividono il potere: Ottaviano ottiene la Gallia e l’Iberia, Lepido le province africane e Antonio le province orientali. Quest’ultimo è ambizioso e pianifica una spedizione militare contro i Parti. Si reca in Egitto per ottenere supporto e rivedere Cleopatra. Tra i due divampa la passione, a lungo soffocata. Tornato a Roma, Antonio è costretto ad accettare un matrimonio d’interesse con la sorella di Ottaviano, mentre Lepido si defila. Ormai Antonio e il cognato sono padroni di Roma, ma mentre il primo torna subito in Egitto e subisce le ire di un’infuriata Cleopatra, venendo obbligato a cedere all’Egitto un terzo dei possedimenti di Roma a orienteil secondo rafforza la sua posizione a Roma. Ottaviano convince il Senato del tradimento di Antonio e lo persuade a dichiarare guerra. Le due fazioni si affrontano ad Azio, in una battaglia navale. Antonio ha dalla sua la flotta egiziana e conta forze superiori, ma non è un abile ammiraglio. Viene intrappolato da Agrippa, capo della flotta romana, e si dà alla fuga. Cleopatra intanto è rientrata ad Alessandria, dov’è raggiunta da Antonio.
La regina lo persuade di poter ancora vincere e a prendere il comando delle truppe egiziane, ma i soldati romani che fino ad allora lo hanno spalleggiato lo abbandonano. Antonio trova nell’accampamento solo il cadavere del suo luogotenente Rufio. Disperato, sfida a duello Ottaviano ma quest’ultimo, forte della sua superiorità, rifiuta. Antonio ritorna e trova la regina rinchiusa nel suo mausoleo. Apollodoro lo convince che ella è morta e Antonio si getta sulla propria spada. Pentito, il servo lo porta dalla regina e il condottiero spira tra le sue braccia. Giunto ad Alessandria, Ottaviano fa prigioniera Cleopatra, ma ella decide di trovare la morte grazie al morso di un’aspide, insieme con le sue ancelle. Troppo tardi Ottaviano e i suoi tentano di salvarla.
Un film monumentale
Il progetto di un film su Cleopatra è già in cantiere nel 1960, con Ruben Mamoulian alla regia. Egli vedrebbe di buon occhio Dorothy Dandridge nel ruolo principale, ma si dà il caso che la Fox sia appena riuscita a strappare alla concorrenza Elizabeth Taylor, stella di prima grandezza fresca di premio Oscar, vinto per l’atroce Venere in visone (Shirley MacLaine, sua concorrente più accreditata commenterà: “Ho perso contro una tracheotomia”. La Taylor infatti si era ammalata di polmonite e per respirare si era sottoposta a questa procedura medica, suscitando la commozione e la simpatia dei giurati). Mamoulian viene così giubilato in favore di Joseph L. Mankiewicz, gradito a Liz, già diretta da lui in Improvvisamente l’estate scorsa.
Il regista subentrante riceve un compenso altissimo e, come condizione per l’ingaggio riesce a vendere la sua società di produzione alla Fox per 3 milioni di dollari. L’attrice inglese, i cui costumi costano ben 194.000 dollari, dal canto suo chiede un milione di dollari di compenso, più una percentuale sugli incassi e, incredibilmente, viene accontentata. Intanto il budget del film è lievitato enormemente, anche a causa di una polmonite che colpisce la protagonista, costringendo la 20th Century Fox a spostare l’intero set da Londra a Cinecittà, considerato il clima italiano, molto più adatto alla convalescenza della Taylor. In attesa della sua guarigione ci sono da sostituire i due attori che interpretano Cesare e Marco Antonio: la scelta cade su altri due britannici, Rex Harrison e il gallese Richard Burton. Il costo totale ammonta a 44 milioni di dollari e rischia di mandare sul lastrico il produttore Walter Wanger, mentre l’irrequieta Taylor scarica Eddie Fisher e s’imbarca in una torrida relazione proprio con Burton, facendo la fortuna dei giornali scandalistici. La compagnia di produzione fa causa ai due attori per 50 milioni di dollari, sostenendo che la loro storia possa avere un impatto negativo sul film , quando invece gli fa pubblicità. Il tutto sfuma in una prevedibile bolla di sapone.
“ Cleopatra è stato concepito in stato d’urgenza, girato in preda all’isteria e terminato nel panico.”
Joseph L. Mankiewicz
Come se non bastasse ci sono problemi col montaggio. L’edizione integrale dura quattro ore e un quarto e viene giudicata troppo lunga. Mankiewicz tenta invano di convincere la Fox a dividere – come si fa al giorno d’oggi – il film in due parti. Dopo due anni di lavorazione è imperativo che il film esca nelle sale per evitare un tracollo finanziario e viene sforbiciato brutalmente, sacrificando oltre un’ora di girato. Il responso della critica è tiepido, quello del pubblico caloroso, ma non tanto da recuperare i soldi spesi. Urgerebbe una pioggia di Oscar per giustificare l’operazione, ma le quattro candidature ai Golden Globe – film drammatico, regia, attore e attore non protagonista – vanno a vuoto e ciò non è di buon auspicio.
Il racconto del redattore
A conti fatti, Cleopatra ottiene ben otto nomination, riuscendo ad entrare nella cinquina dei candidati al miglior film, ma vince solo le statuette per i costumi dell’italiano Vittorio Nino Novarese, la fotografia, la scenografia e gli effetti speciali, mancando tutti i premi principali. Il trionfatore della serata è Tom Jones, dell’inglese Tony Richardson che s’impone per il film, la regia, la sceneggiatura e la colonna sonora. Elizabeth Taylor, neanche nominata, se la prende col montaggio finale che – a suo dire – ha strappato il cuore e l’anima al suo film.