Non si può dire che questo artista debba il suo successo alla sua prestanza fisica, ma gli va riconosciuto che ha ben saputo sfruttare le sue caratteristiche fisiche per crearsi un personaggio rimasto nei cuori dei cinefili anche dopo molti decenni dalla sua morte. Deve il suo successo mondiale a Mel Brooks e al suo Frankenstein Junior, grazie anche alla splendida e simpatica caratterizzazione di Igor, ma nella sua carriera è stato attore radiofonico, regista, sceneggiatore e probabilmente, se la sua vita non si fosse spenta nel 1982, il suo successo sarebbe stato inarrestabile; ecco a voi Marty Feldman.
Martin Alan Feldman nasce nell’East End di Londra l’8 luglio 1934, primogenito di Myer Feldman e Cecilia Crook, una coppia di immigrati ucraini di origine ebraica. Secondo quanto raccontato dall’artista, la sua fu un’infanzia solitaria e, all’età di quindici anni, lascia la scuola e tenta la carriera come trombettista jazz, salvo poi scoprire il suo talento per la recitazione, soprattutto nel genere comico. Dopo aver partecipato a piccoli spettacoli locali, forma il trio comico Morris, Marty & Mitch i quali si ispirano ai Fratelli Marx e a Buster Keaton per i loro numeri, ottenendo in poco tempo ingaggi sempre più importanti.
Nel 1954 Marty Feldman porta il suo talento alla radio dove, insieme all’umorista di gran successo all’epoca Barry Took, inizia a scrivere alcune sceneggiature per show radiofonici, tra cui Road the home, We’re in business e The army game, Bootsie and Snudge, i quali riscossero un enorme successo, e scrivono alcune sit-com per la Tv britannica. Diventato un nome ormai conosciuto, Marty sbarca alla televisione dove diventa l’ideatore dei programmi di maggior successo e più seguiti dagli spettatori.
Quando ormai la sua carriera sembra lanciata verso un luminoso successo, nel 1961 Marty Feldman inizia ad avere i primi problemi tiroidei (morbo di Basedow-Grawes), i quali gli provocano effetti sull’apparato oculare, quella deformazione che lui, per niente sconfitto da quello sguardo strabico che appare sul suo volto, accentua per ottenere un maggior effetto comico.
Per tutti gli anni sessanta Marty si butta nel lavoro e realizza numerosi spettacoli per la BBC, sia per la Tv che radiofonici, in alcuni dei quali parteciparono anche i futuri Monty Python John Cleese, Michael Palin e Terry Jones che iniziarono così la loro fortunata carriera. Inoltre, BBC propose a Marty Feldman di realizzare ed interpretare delle commedie per il secondo canale come protagonista assoluto, diventando così uno degli attori comici più famosi della Gran Bretagna.
Il suo debutto negli USA Marty lo fa partecipando ad alcuni episodi del celebre programma per la Tv Dean Martin Show, dove interpreta le sue gag, ed ha talmente successo che viene invitato in molti altri spettacoli. Alla fine, realizza per la Tv il Marty Feldman Comedy’s Machine, uno show personale che lo rende famoso in tutta l’America.
Ma a Marty non basta la Tv e nel 1974, coglie al volo l’occasione di partecipare a Frankenstein Junior di Mel Brooks con Gene Wilder, ruolo che lo consacrerà in tutto il mondo. L’alchimia tra i due attori sulla scena, le gag spesso improvvisate ma azzeccate, la caratterizzazione di Igor in tutta la sua simpatica stravaganza, valgono a Marty il Saturn Award come miglior attore non protagonista.
Dato che l’accoppiata con Gene Wilder aveva funzionato alla perfezione, l’anno successivo i due girano Il fratello più furbo di Sherlock Holmes e, sempre con Mel Brooks dietro la macchina da presa, nel 1976 arriva L’ultima follia di Mel Brooks, film in cui l’unica parola (No!) è pronunciata dal mimo Marcel Marceau.
Il successo di Marty Feldman cresce sempre di più e partecipa anche al film di Sergio Martino 40 gradi all’ombra del lenzuolo (1975) con la modella e attrice Dayle Haddon, Edwige Fenech, Enrico Montesano, Aldo Maccione, Sydne Rome, Tomas Milian e Barbara Bouchet, una pellicola a episodi in cui lui recita nel terzo intitolato La guardia del corpo.
Nel 1977 Marty Feldman si mette dietro la macchina da presa per girare la parodia di Beau Geste di William A. Wellman (1939) Io, Beau Geste e la legione straniera, film in cui recita anche come attore protagonista al fianco di Michael York. Il suo successivo lavoro come regista, Frate Ambrogio (1980), non ottiene il successo sperato ma anzi, viene stroncato sia dalla critica che dal pubblico.
In questa feroce satira sulla commercializzazione della religione in America, Marty interpreta un ingenuo frate trappista che viene spedito a cercare Armageddon Thunderbird, un “messia” filantropo che possa aiutare il suo ordine ha ripagare un’ipoteca che grava sul loro convento. Durante il viaggio che lo porterà a Los Angeles, l’innocente frate scoprirà il mondo e i suoi numerosi peccati.
“Sono troppo vecchio per morire giovane, e troppo giovane per crescere” Marty Feldman
Il 2 dicembre 1982 Marty Feldman sta girando in Messico il film di Mel Damsky Barbagialla, il terrore dei sette mari e mezzo quando viene colto da un arresto cardiaco e morirà poco dopo nella sua stanza d’albergo. I fattori che possono aver contribuito alla sua morte sono molteplici: chi parla di patologie pregresse, chi di intossicazione alimentare o sforzi psicofisici eccessivi, fatto sta che Marty Feldman era un’accanito fumatore, aveva una dieta piuttosto pesante e beveva molti caffè.
Inoltre Feldman soffriva della malattia di Basedow e non seguì mai una terapia nè tanto meno si operò mai, e questa patologia può portare effetti gravi come ipertensioni, ischemie, infarto del miocardo, fibrillazione atriale e molto altro. La salma di Marty Feldman riposa nel Forest Law Memorial Park di Los Angeles accanto a Buster Keaton.
Sua moglie Lauretta Sullivan, sposata nel gennaio del 1959, gli resta accanto tutta la vita e morirà parecchi anni più tardi, nel 2010.
Cliccando qui, puoi trovare una divertente intervista del compianto Corrado a Marty Feldman con Don Lurio nei panni di interprete.
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