Kevin can FK himself ha esordito su Prime Video il 27 agosto con la sua prima stagione e ti avevamo già parlato di questa serie perché avevamo avuto la possibilità di vedere i primi quattro episodi in anteprima.
Se non hai visto la serie ti suggerisco di leggere questo articolo senza spoiler per farti un’idea della trama e del modo in cui si sviluppa senza che ti vengano rivelati i suoi maggiori segreti, cosicché tu possa decidere se ti interessa seguirla o no.
Se invece hai già visto la serie puoi continuare a leggere questa recensione e soprattutto dirmi cosa ne pensi di Kevin can FK himself nei commenti!
Kevin can FK himself – 2021
Regia: Anna Dokoza (6 episodi), Oz Rodriguez (2 episodi); creato da: Valerie Armstrong; sceneggiatura: Valerie Armstrong (8 episodi), Mel Shimkovitz (8 episodi), Craig DiGregorio (2 episodi), Sean Clements (1 episodio), Kevin Etten (1 episodio), Dana Ledoux Miller (1 episodio), Kate Loveless (1 episodio), Tom Scharpling (1 episodio), Noelle Valdivia (1 episodio); fotografia: Adrian Peng Correia; scenografia: Vanessa Knoll; musiche: Keegan DeWitt;
interpreti: Annie Murphy (Allison McRoberts), Mary Hollis Inboden (Patty O’Connor), Eric Petersen (Kevin McRoberts), Alex Bonifer (Neil O’Connor), Brian Howe (Pete McRoberts), Raymond Lee (Sam); produttori: Craig DiGregorio, Shana Fischer Huber, Rashida Jones, Valerie Armstrong, Cami Delavigne, Kevin Etten, Susie Fitzgerald, Oz Rodriguez; Compagnia di produzione: AMC Studios, Le Train Train; Distributore: American Movie Classics, Amazon Prime Video; paese di produzione: Stati Uniti d’America-2021
La trama di Kevin can FK himself
Allison (Annie Murphy) è sposata da dieci anni con Kevin (Eric Petersen): è un’ottima casalinga, lavora nel negozio di liquori di sua zia e il resto del tempo lo passa a badare alle necessità (e riparare agli errori) di suo marito. Allison è la rappresentazione della classica moglie americana, ne è consapevole e si trova a suo agio in questo ruolo. Kevin dal canto suo è immaturo, tratta la moglie come se fosse tenuta a prendersi cura di lui, e in generale è un uomo che farebbe qualunque cosa per soddisfare i propri desideri.
Certo però Allison sa che la sua vita non può essere solo lavoro e cura di Kevin e della sua gang composta dal padre Pete (Brian Howe) e dai vicini di casa Patty (Alex Bonifer) e Neil O’Connor (Mary Hollis Inboden), gruppo di cui tra l’altro lei non è mai stata davvero parte. Ecco perché la donna sogna di potersi trasferire in un quartiere più bello dove ricominciare da zero e avere una vita migliore: ma i soldi messi da parte dalla coppia negli anni per questo scopo sono in realtà stati spesi egoisticamente da Kevin di nascosto dalla moglie, che quindi si trova di nuovo a vedere i propri sogni infranti per colpa del marito.
Ecco che qualcosa dentro di lei si rompe e Allison decide che Kevin deve pagare: non basta lasciarlo, lui le ha tolto troppe opportunità in questi dieci anni e nonostante tutto il male da lui compiuto il mondo pare girare sempre intorno a lui; per questo per Allison l’unica soluzione possibile è uccidere Kevin.
Parte da qui il viaggio della donna in un mondo fatto di droghe e di spacciatori, ambiente in cui si fa guidare da Patty che segretamente ne fa parte da anni rivendendo sottobanco delle pasticche nel suo negozio di parrucchiera. Nasce così un’amicizia profonda fra le due donne, che hanno passato gli ultimi dieci anni nella stessa stanza senza però mai condividere davvero niente perché la spirale distruttiva di Kevin le ha convinte di essere troppo diverse tra loro.
Kevin can FK himself è una storia di amicizia, di crescita personale, di rivincita, di vendetta, che ribalta i canoni impostati da cinquant’anni di sitcom americane. Il trailer è disponibile nell’altro articolo, mentre qui ti allego una clip in lingua originale.
Il commento del redattore su Kevin can FK himself
Partiamo dall’onestà: nell’altro articolo ti proponevo un paragone tra Kevin can FK himself e La vita secondo Jim, riflettendo su come fosse poco credibile che in quest’ultima Cheryl non avesse mai pensato di lasciare il marito quando nella realtà la maggior parte delle donne non avrebbe retto per tutta la vita le continue stupidaggini di Jim. Allo stesso modo se la guardiamo con occhio critico la premessa di Kevin can FK himself non regge per davvero: per quanto male può averle fatto il marito, dopo i primi rischiosi tentativi di ucciderlo falliti miseramente Allison, che non è stupida, avrebbe dovuto “accontentarsi” di divorziare.
Eppure io personalmente, da appassionata di sit-com e di scrittura, ho subito pesantemente il fascino di questa serie perché il suo vero punto di forza non è la storia ma la realizzazione. Il continuo saltare con maestria tra lo stile classico della sitcom e quello più cupo che si attiva ogni volta che Kevin lascia la stanza mi ha completamente conquistata. Cambiano le luci, cambiano le inquadrature (passando dalle riprese a multicamera classiche delle sitcom a quelle camera in spalla), e questo dà ritmo al racconto.
Ogni scelta è curata nel dettaglio: nella sesta puntata Kevin si divide tra il ristorante raffinato scelto da Allison e la sala giochi scelta da Neil per festeggiare il proprio compleanno, come fa tutti gli anni, pensando che sua moglie sia all’oscuro di tutto. Quello del tentativo di presenziare a due eventi contemporanei è un espediente narrativo abusato nelle serie tv (se ci pensi c’è un episodio del genere praticamente in ogni sitcom), e solitamente in questi casi ci sono personaggi che non si accorgono di quello che stanno facendo i protagonisti.
In Kevin can FK himself, invece, mentre Neil è all’oscuro di cosa stia facendo Kevin (perché è parte del suo mondo di sitcom), Allison è da sempre consapevole che il marito sta festeggiando altrove e questo la rende esterna alla dinamica comedy e più appartenente alla realtà. Inoltre le scene in cui Kevin corre tra una location e l’altra sono dotate di una scenografia squisitamente orrenda: è palese che siano girate in studio, così come accade per le sitcom, perché è quella la sensazione che deve avere lo spettatore.
E questo sentimento accompagna tutta la serie con musiche di stacco e risate registrate e una recitazione al limite del cartoon per alcuni attori, primo tra tutti Eric Petersen che crea un Kevin perfetto per la comedy ma allo stesso tempo irritante.
E’ poi molto coerente l’interpretazione di Annie Murphy: la sua Allison ha una crescita (decisamente non positiva) nel corso della serie pur rimanendo sempre fedele al suo essere semplice: è per esempio molto goffa nella gestione delle interazioni con lo spacciatore o con il sicario assunto per uccidere Kevin. In questo senso invece le differenze tra le scene in stile sitcom e quelle più cupe sono più evidenti nella recitazione di Mary Hollis Inboden, che interpreta una Patty più altalenante fra le espressioni e la gestualità eccessive tipiche del comedy e una durezza e riservatezza d’animo nei momenti più cupi.
La serie però non è esente da lati negativi: la gestione della relazione tra Allison e il suo vecchio amore Sam, ad esempio, ha dei picchi molto veloci e a volte un po’ poco giustificabili; la storia tra Patty e la detective, inoltre, ricade in quello che è ormai un cliché delle serie crime in cui un poliziotto è a stretto contatto con un personaggio “criminale” ma non se ne rende conto.
Il season finale in generale, inoltre, lascia troppe porte aperte; per quanto sia stata confermata la volontà di realizzare una seconda stagione, restano molti dubbi su come potrebbe procedere la storia perché c’è troppa carne al fuoco: sia il ruolo che avrà Neil nei piani delle due donne, sia lo stato di salute del sicario, sia la natura della relazione tra Patty e Allison.