Quando si va a trasporre in pellicola un’opera tanto vasta quanto è Il Signore degli Anelli è quasi scontato che non tutto ciò è scritto nei libri possa venire poi incluso nel montaggio finale o addirittura non venir proprio nominato o addirittura cambiato. Andiamo a scoprire quali sono le scene che non sono state incluse nel film e quelle che sono state cambiate.
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Il Signore degli Anelli, le differenze tra libro e film:
1. Tom Bombadil:
Il bizzarro personaggio di Tom Bombadil è probabilmente uno di quelli che più è mancato all’interno delle pellicole, e che gli appassionati del libro lamentano da sempre. Tom appare nel VI capitolo de La Compagnia dell’Anello e rientra in uno dei quattro capitoli del libro che separano la prima parte del viaggio di Frodo al suo arrivo a Brea, mai rappresentati nel film.
In uno di questi capitoli, Frodo, Sam, Merry e Pipino finiscono prigionieri del Vecchio Uomo Salice, un essere antico simile ad un Ent. Qui vengono tratti in salvo da Tom Bombadil la cui storia, all’interno della Terra di Mezzo, è ancora avvolta da una nube di mistero, il che contribuisce al suo fascino.
Tom abita nel cuore della Vecchia Foresta, situata tra la Contea e Brea, insieme alla sua sposa Baccador. Gli hobbit rimangono in sua compagnia per alcuni giorni prima di raggiungere Brea ma in così poco tempo, non abbiamo modo di conoscere a fondo il personaggio.
Quello che sappiamo è che è caratterizzato da una grande potenza e forza di volontà. Tom, infatti, non solo prende in mano l’Unico Anello ma lo indossa, senza però diventare invisibile e senza subirne la malvagia influenza.
2. Glorfindel e Arwen: Arwen Undómiel è forse il personaggio che presenta più differenze tra la versione letteraria e quella cinematografica. In quest’ultima, infatti, la figlia di Re Elrond, interpretata dalla favolosa Liv Tyler, appare in numerose occasioni e flashback che ribadiscono il forte sentimento che la lega al ramingo Aragorn (collegandosi a Berèn e Luthien).
È lei che salva Frodo e Colle Vento cavalcando veloce in fuga dai Nazgul e salvando l’Hobbit ferito con un potente incantesimo ed è sempre lei che convince il padre a riforgiare la leggendaria spada Narsil brandita da Isildur nella lotta contro Sauron. Nulla di ciò però succede nel libro.
Nell’opera letteraria di Tolkien è Glorfindel, un valoroso guerriero Elfo, a salvare Frodo dai Nazgul caricandolo sul proprio cavallo e facendolo scappare; Narsil, invece, viene forgiata prima che la Compagnia dell’Anello lasci Gran Burrone.
Nel libro, prima di intraprendere il sentiero del Dimolth, Aragorn incontra Elledan e Elrohir, i fratelli di Arwen, che gli consegnano un vessillo in tessuto nero realizzato dalla stessa elfa. Questo simbolo lo convincerà a intraprendere quel pericoloso viaggio.
3. Eowyn, figlia Eòmund: Éowyn, la dama bianca di Rohan, è un altro personaggio ampiamente apprezzato da parte del pubblico. A differenza di Arwen, la figura di Éowyn, tutto sommato, non ha subito molti cambiamenti dal passaggio dalla carta alla pellicola ma una sua fondamentale caratteristica è andata smarrita.
Nei film, Éowyn, interpretata da Miranda Otto, è rappresentata come una nobile donna fiera, orgogliosa del suo casato e disposta a tutto pur di riportarlo all’antico splendore, persino imbracciare le armi e combattere in prima linea.
Questa rappresentazione è fedele a quella che leggiamo nel libro ma ci nasconde un’importante informazione: Éowyn desidera ardentemente di morire.
Il lungo periodo in cui Re Théoden, suo zio, è rimasto soggiogato dal malefico influsso di Saruman e di Grima Vermilinguo, le hanno infatti causato un forte senso di sconforto e disperazione. A ciò si aggiunge la morte del cugino Thèodred nonché erede al trono, e il rifiuto sentimentale di Aragorn, di cui la principessa si invaghisce.
Questi elementi non fanno altro che aumentare il disagio psicologico che Éowyn sta affrontando e che la spingerà a combattere nei campi del Pelennor e a fronteggiare addirittura il Re degli Stregoni di Angmar. Fortunatamente la sua storia ha un lieto fine in entrambe le versioni, trovando l’amore e sposandosi con Faramir.
4. Le vere intenzioni di Saruman: Nel libro de Il Signore degli Anelli, Saruman è un personaggio dalle mille sfaccettature caratterizzato da una complessa psicologia e smisurata intelligenza.
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Il più potente di tutti gli Stregoni (o Istari) ha un piano ben preciso per la Terra di Mezzo e per il destino dei suoi abitanti già da molto tempo prima della Guerra dell’Anello. Tutte queste affascinanti sottigliezze vengono purtroppo limate all’interno del film che riduce lo Stregone bianco a un mero ‘cattivo’ della storia insieme a Sauron, l’oscuro signore.
Ciò che traspare realmente nei libri, è che Saruman è molto più di questo, sebbene il suo modo di fare non sia certamente dei più nobili e leali, il Saruman del libro non ha mai voluto un’alleanza con Sauron. Il supporto che fornisce al signore della terra nera è solo una facciata per i suoi veri intenti.
Saruman il bianco desidera infatti impossessarsi dell’Anello del Potere personalmente per prendere il posto di Sauron e governare su tutte le forme di vita.
I suoi piani prevedono infatti l’avvento di un nuovo ordine degli stregoni basato sul puro utilizzo della ragione e della scienza che avrebbe guidato le popolazioni abbandonando le superstizioni e l’antica tradizione. Perciò finge solo di allearsi con Sauron.
5. La vera morte di Saruman:
Torniamo a parlare di Saruman e di un altro evento a cui è legato che, malauguratamente per noi, non viene rappresentato all’interno del film. Dopo che lo stregone bianco viene sconfitto a Isengard, assediato dagli Ent e in seguito confrontatosi con Gandalf, egli viene liberato dagli Ent stessi mossi da pietà.
Di lui e del suo fidato servitore Grima Vermilinguo, non si hanno più notizie fino alla fine dell’avventura. L’Unico Anello è stato distrutto e con lui anche Sauron. Frodo, Sam, Merry e Pipino, guidati da Gandalf, fanno così ritorno alla loro amata Contea.
La terra degli Hobbit appare però molto diversa da come la ricordavano. Nuovi personaggi hanno preso il potere privando gli abitanti della propria libertà. Gli usurpatori sono guidati da una losca figura, chiamata Sharkey, che altri non è che Saruman stesso.
Una volta smascherato, Frodo e gli altri aizzano la massa contro Saruman e Grima, che lo ha seguito fin qui, ma decidono di risparmiargli la vita.
Saruman, preso da un impeto di orgoglio, inizia ad inveire contro tutti e contro lo stesso Grima che, accecato dalla frustrazione dell’ennesima vessazione, colpisce alle spalle Saruman eliminandolo. A quel punto Grima viene ucciso dagli stessi Hobbit colpito da quattro frecce.
La scena della morte di Saruman e Grima è ripresa nella pellicola ma non avviene alla Contea bensì ad Isengard ne Il Ritorno del Re ed è Legolas a colpire Grima dopo che questi ha pugnalato il suo padrone.
6. Il Principe Imhrahil di Dol Amroth: Figlio di Adrahil II, succedette al padre alla morte di questi, nel 3010 TE, divenendo il ventiduesimo principe di Dol Amroth.
Nel 3019 TE i suoi domini furono colpiti dall’offensiva sia delle truppe di Mordor che dalle scorrerie dei corsari di Umbar, alleati con quest’ultimi. Tuttavia quando gli giunse la richiesta di aiuto da parte di Denethor II non esitò a partire per Minas Tirith portandosi dietro tutti gli uomini di cui il Belfalas poteva privarsi.
https://youtu.be/7zb_zHKOsS4
Giunse nella città bianca il 9 Marzo 3019 con al seguito 500 Cavalieri del Cigno e 700 uomini d’arme, che rappresentavano l’èlite dell’esercito del Befalas.
Imhrahilinoltre guidò un gruppo di soldati per soccorrere il nipote Faramir che fu ferito da una freccia avvelenata, fu sempre lui a portare il nipote ferito al cospetto del padre elogiandone le gesta eroiche, ma Denethor era troppo sconfortato per ascoltarlo e abbandonò il comando, lasciandolo a lui e a Gandalf.
Al momento della morte di Denethor diviene il sovrintendente di Gondor, in attesa di cedere il testimone ad Aragorn.
Combatté anche nella battaglia dei campi del Pelennor e nella battaglia davanti al Nero Cancello di Mordor.
7. Le Miniere di Moria: La sequenza delle miniere di Moria è sicuramente molto suggestiva e una delle più belle del primo film. Come sappiamo, sia nel libro che nel romanzo, la Compagnia tenta di attraversare il varco del Caradhras, ma invano, visto che la tempesta di neve e l’intervento ostile di Saruman fanno deviare i Nove Viandanti verso le miniere.
Nel film, vediamo che è Gandalf ad insistere per attraversare la montagna, intimorito dalla presenza dei Balrog nelle viscere della miniera, tuttavia, accantonato quel tentativo, è Gimli, il nano della Compagnia, ad insistere per attraversare Moria, ignaro della caduta di suo cugino Balin e dell’invasione degli Orchi.
Nel romanzo è Aragorn ad insistere per passare sopra alla montagna, mentre è Galndalf a decidere per il passo di Moria, dove lui stesso troverà la fine.
8. La follia di Denethor: elemento importante sia nel libro che nel film, non viene dettagliatamente analizzata in quest’ultimo. Nel libro si scopre che egli ha segretamente usato un Palantír e che attraverso di esso Sauron lo ha indotto allo sconforto e alla follia, mentre nel film lo si può solo intuire dalla sua affermazione:
“Tu credi che gli occhi della Torre Bianca siano ciechi. Io ho visto più di quanto tu sappia. Con la tua mano sinistra mi useresti come scudo contro Mordor mentre con la destra cercheresti di soppiantarmi. So chi cavalca con Theoden di Rohan. Ah sì, è giunta voce alle mie orecchie di questo Aragorn figlio di Arathorn e te lo dico ora: non intendo piegarmi a questo ramingo del Nord, l’ultimo di una cenciosa casata a lungo orbata di signoria e comando”.
9. Il coraggio di Meriadoc: Nel libro Merry, dopo aver affrontato il Re Stregone di Angmar, viene curato da Aragorn nella Casa di Guarigione. Nel film, invece, Merry non va nella Casa di Guarigione e combatte nella Battaglia del Morannon, cosa che nel libro non accade poiché lo hobbit si trova ancora in uno stato di convalescenza.
10. La Bocca di Sauron: Nel libro Aragorn non decapita la Bocca di Sauron ma lo spaventa, per poi lasciarlo scappare e tornare dietro il Nero Cancello di Mordor. Nel libro Aragorn non fa nessun discorso di incoraggiamento agli eserciti, e, inoltre, non è presente alcuna scena dove quest’ultimo sta per essere sopraffatto da un troll prima della distruzione dell’Unico Anello.
11. L’incoronazione di Aragorn: anche qui sono stati fatti dei cambiamenti, nel film di Peter Jackson assistiamo alla cerimonia di incoronamento di Re Ellassar in una Minas Tirith ricostruita.
Sempre nel film Aragorn canta il giuramento di Elendil: Et Earello Endorenna utulien Sinome maruvan ar Hildinyar tenn’ Ambar-metta. Tradotto significa: Dal Grande Mare alla Terra di Mezzo io sono giunto, e qui mi stabilirò io e i miei eredi fino alla fine dei tempi.
Nel libro invece Aragorn viene incoronato Re davanti ai cancelli distrutti di Minas Tirith, infatti quando si dirigerà al nero cancello lui sarà già Re.
12. La differenza di tempo nella partenza di Frodo:
La Compagnia dell’Anello riguarda la contrazione temporale. Nel romanzo, che come il film si apre con la Festa a Lungo Attesa, la fuga di Bilbo dalla Contea è seguita da numerosi anni in cui Frodo tiene nascosto l’oggetto oscuro a Casa Baggins.
Infatti, cosa che nel film passa inosservata, la festa di compleanno di Bilbo è in realtà una doppia festa: il vecchio Hobbit compie 111 anni, un’età considerevole per uno della sua specie, mentre Frodo, il nipote, ne compie 33, età in cui gli hobbit diventano maggiorenni e nel caso del giovane Baggins, entra anche in possesso della sua eredità, Anello compreso.
Ebbene, quello che nel film è l’arco di pochi mesi, nel libro sono 17 anni. Frodo infatti intraprenderà la sua avventura al compimento dei suoi 50 anni (la stessa età che aveva Bilbo quando partì per Erebor), in compagnia di Sam, e poi seguito da Merry e Pipino.
sto elaborando una ricerca e la maggior parte delle informazioni che ho trovato su questo sito non le sapevo (nonostante ho visto e rivisto come minimo 100 volte il film, ora sono impegnato con la lettura del libro, sono solo al IV capitolo e ne sono già innamorato).