Adattamento del racconto breve datato 1924 La partita più pericolosa di Richard Connell, The Hunt è un thriller satirico che ha debuttato in Italia nel 2020 diretto da Craig Zobel, scritto da Damon Lindelof e Nick Cuse. Del cast fanno parte Betty Gilpin/ Crystal Creasey, Emma Roberts/ Yoga Pants, Hilary Swank/ Athena Stone, Justin Hartley/ Tucker Shane, Amy Madigan/ Ma, Wayne Duvall/ Don, Ike Barinoltz/ Staten Island, Ethan Suplee/ Gary, Glenn Howerton/ Richard, Macon Blair/ Fauxnvoy, Reed Birney/ Pop, Sturgill Simpson/ Vanilla Nice e Usman Ally/ Crisis Mike.
The Hunt, la trama
Dodici sconosciuti si risvegliano in mezzo ad un prato con uno stretto morso per cavalli infilato in bocca che impedisce loro di parlare. Dopo aver trovato la chiave per liberarsi da quella tortura, il gruppo trova una cassa contenente delle armi, sono confusi, spaventati e nessuno di loro capisce il motivo per cui si trovano lì. All’improvviso uno sparo e uno di loro muore, scatenando il panico nel resto del gruppo che ben presto comprende di essere semplicemente una preda in una spietata e sanguinaria caccia all’uomo.
Ad organizzare questa carneficina un particolare gruppo elitario che fa del politicamente corretto una ragione di vita e che ha selezionato quelle dodici prede poichè rappresentano il razzismo, la violenza, il complottismo, idee malsane che spesso esprimono sui social e perciò meritevoli di essere puniti, e come meglio farlo se non quella caccia spietata e disumana all’interno di un’immensa proprietà privata?
Grazie anche alla tecnologia e alla comunicazione, non passa molto tempo prima che il numero delle prede si riduca notevolmente, ma una di loro si rivela ben presto capace di ribaltare a suo favore quella situazione. La bionda e misteriosa Crystal infatti dimostra ben presto di essere molto astuta e capace di anticipare le mosse dei suoi nemici, che sconfigge dimostrando un’eccellente addestramento derivato dalla sua precedente esperienza come militare.
Ma a Crystal non basta fuggire da quella tenuta e salvarsi la vita. Orgogliosa e tenace, la donna porta avanti la sua vendetta e, uno alla volta, ucciderà tutti i componenti del gruppo di cacciatori fino ad arrivare alla punta della piramide, Athena. Dopo un cruento e sanguinoso combattimento, prima che Crystal riesca a fuggire “con classe”, la donna scoprirà di essere vittima di uno scambio di persona, ma anche l’origine dell’idea di quella caccia all’uomo…
Premettendo che la percezione che uno spettatore ha di un genere, soprattutto horror, di film è individuale e personale, non ho trovato The Hunt particolarmente accattivante, seppur abbia mantenuto un’atmosfera satirica ed esagerata fino alla fine.
Dopo un’inizio promettente, in cui i personaggi che sembravano i protagonisti del film sono sorprendentemente i primi a cadere sotto i colpi dei cacciatori, sempre con una giusta dose di splatter anche se non di fattura eccezionale, la trama poi diventa prevedibile, una sagra del “già visto” e del “ora succede questo” che non solleva di certo le sorti della pellicola.
La protagonista di The Hunt è fredda, poco empatica, si sa poco di lei tranne quello che trapela dalle sue brevi conversazioni e non riesce a catturare la simpatia dello spettatore, anche se si può ammirare la sua caparbietà e l’estrema astuzia che adopera per portare avanti la sua vendetta, come la sua “somiglianza”, anche nelle azioni che compie per raggiungere il suo obiettivo, con le eroine dei film di Tarantino.
Hilary Swank sembra che abbia subito ben più di un ritocco al pc (o almeno mi auguro che sia così) rendendole il volto quasi plastico nella sua esagerata e glaciale perfezione, ma anche l’attrice premio Oscar non riesce a risollevare un film che fa più ridere piuttosto che spaventare o inquietare, con la trama che sembra un pò raffazzonata anche se ogni tanto nasconde qualche sorpresa inaspettata.
La storia narrata in The Hunt è irreale, anche se presenta alcuni lati di attualità che potrebbero offrire spunti di riflessione, come l’esagerata influenza che possono avere i social e le idee che vi vengono divulgate, o l’estremizzazione del politically correct e le sue conseguenze, le quali ultimamente hanno colpito anche il mondo del cinema, ed alcuni hanno visto nel film alcuni riferimenti a Trump insinuando che i cacciatori in realtà rappresentassero l’elite liberale che uccidono i sostenitori dell’ex presidente.
Con molti riferimenti a La fattoria degli animali di George Orwell, The Hunt inizia con una lotta tra classi sociali, i ricchi che si permettono di usare altri esseri umani in una caccia sanguinaria, ma con lo scorrere del film inizia a diventare più labile il confine tra buoni e cattivi poichè le motivazioni di fondo che spingono i cacciatori sono politically correct, “buoniste”, mentre le “colpe” delle prede sono moralmente deprecabili e perciò ispirano una giusta antipatia.
In conclusione, The Hunt è un film che poteva essere qualcosa di più, una pellicola che aveva tutte le potenzialità per fornirci numerosi brividi di spavento, un sano disgusto durante le scene splatter e una storia più accattivante, ma che non è riuscito nell’intento, tranne che non fosse unicamente quello di far ridere.