Abbiamo sentito parlare a lungo di Soul, anche prima della sua uscita, il motivo è che è stato il primo film della Pixar ad avere come personaggio principale un afro-americano.
Ma sicuramente non è l’unico motivo, non abbiamo bisogno di spiegarti cos’è stato il 2020 e cosa esso abbia comportato per le sale cinematografiche. Vista la situazione globale Soul è diventato anche il primo film della Pixar ad uscire direttamente per il servizio di streaming Disney +.
Soul ripercorre quello che il regista Pete Docter aveva già realizzato con il suo precedente film Inside out, quello di creare un universo diverso da tutti quelli a cui noi siamo abituati nel quale però vengono affrontati grandi quesiti che abbiamo nel nostro reale mondo.
Ma di cosa parla Soul?
Joe Gardner, insegnante di musica in una scuola media, si trova a chiedersi se dovrebbe ottenere di più dalla vita, sogna infatti qualcosa di più dell’insegnamento, qualcosa che riesca a soddisfare le sue ambizioni come musicista.
Il sogno però sembra essere molto vicino quando il suo ex allievo Curly lo contatta per suonare dentro la sua nuova band per una serie di serate. Joe ha tra le mani l’occasione che tanto stava aspettando.
Ma le cose non vanno sempre come si sperano, Joe cade da un tombino e si ritrova sull’ascensore cosmico per Il grande oltre.
Joe non è ancora pronto fugge e si ritrova in un regno in cui ogni anima acquisisce la propria personalità prima di dirigersi sulla Terra. Scambiato per una guida gli viene affiancata l’anima sarcastica 22 che, al contrario suo, non ha alcun desiderio di andare sulla Terra.
Nell’aiutare 22 Joe inizia a rivalutare anche la propria vita e potrebbe scoprire le risposte ad alcune delle più grandi domande della vita.
Il mondo di Soul è un mondo così ricco che vorrai trascorrere più tempo possibile lì dentro.
Anche se è scontato pensare che la Pixar possa offrire solo il meglio dell’animazione, non è scontato dire che le immagini di Soul sono a dir poco mozzafiato.
Ogni dettaglio è studiato, sia nel mondo oltre la vita che in quello reale: dai minimi dettagli come il modo in cui Joe suona il piano o l’ampio e vivace panorama di New York City.
Con un inizio impressionante Soul riesce a dare alcuni slanci emotivi per tutta la durata del film, sopratutto in quello che è il suo culmine.
Manca si il pugno nello stomaco che il regista ci aveva assestato con l’apertura di Up (quando muore Bing Bong), ma questo viene compensato da un montaggio estremamente toccante che ha lo scopo di evidenziare il messaggio del film.
Anche se il secondo atto rimane tiepidino, Soul ti colpisce in pieno volto con una battuta finale toccante e perfetta come saluto al film.
Dobbiamo però ammettere che preferiamo ancora i film di Pete Docter che precedono Soul, ma è innegabile che anche in questa sua opera si percepisce lo sguardo profondo ed intenso che lui pone su ogni suo racconto.
I film della Pixar non sono mai stati progettati per tenere occupati i bambini per quei 90 minuti dove i genitori potevano ottenere una breve tregua, sono invece pensati per rivolgersi sia ai bambini quanto agli adulti.
Ma è proprio con questo ultimo film che Pete Docter e Kemp Powers fanno qualcosa di nuovo, mai fatto: spostano l’argomento direttamente verso un pubblico più adulto.
I bambini sono comunque coinvolti dalla comicità di cui è piena il film, ma Soul parla di un argomento che interessa sopratutto gli adulti: cosa significa essere vivi e cosa a questo mondo può rendere le nostre vite degne di essere vissute.
Soul parla di quanto avere uno scopo nella vita sia secondaria al semplice immergersi nella maestà della vita stessa.
Soul torna ciclicamente ad esplorare cosa significhi per Joe essere vivo e in parallelo perché 22 si rifiuti categoricamente di iniziare la sua vita sulla Terra.
Soul però non può essere capito dai più piccoli; parlando di un uomo di mezza età che ha inseguito un sogno per tutta la sua vita, e crede che realizzare quel sogno sia l’unica cosa che si frappone tra lui e la vita che ha un significato.
Una cosa che può capire solo un adulto che mette a confronto quello che vede sullo schermo con la propria vita e le proprie scelte e si chiede se la sua vita è valida solo se ha realizzato i suoi successi professionali.
Se hai una scintilla, e questo talento non viene realizzato a livello professionale, allora la tua vita è solo uno spreco? Se la società è composta solo da membri produttivi, allora il tuo valore si base solo ed esclusivamente solo su quello che produci?
Questi sono i sono macigni che Soul ci scaglia contro, dei macigni pesantissimi riuscendo però ad analizzarli in maniera ponderata e sublime.
Un peccato essersi dovuti accontentare della visione a casa, quando Soul merita senza alcun dubbio di essere visto nella penombra di una sala cinematografica.