Si alza il vento è il testamento di Hayao Miyazaki, l’ultima sua opera, di una bellezza sublime e struggente, degna di essere l’opera finale che racchiude al suo interno quanto di più bello potesse trasmetterci questo grande regista, autore e artista, pioniere dello Studio Ghibli.
Un testamento scritto nel cielo
“Le vent se lève!…il faut tenter de vivre”
L’ultima volta Miyazaki ci aveva lasciati con un racconto ambientato nei mari con Ponyo sulla scogliera, a quanto pare il regista non ha resistito ed è tornato nell’alto dei cieli con l’ultimo lavoro prima di ritirarsi dalle scene.
Si alza il vento è un racconto semi-biografico sulla vita di Jiro Horikoshi: un ingegnere aeronautico giapponese, vissuto tra il 1903 ed il 1982, famoso per aver creato i primi modelli di aereo da caccia giapponesi, tra cui il Mitsubishi A6M.
Hayao Miyazaki ricama dei sogni sulla figura di Horikoshi, lo vediamo da bambino mentre immagina il suo futuro da grande figura dell’aviazione militare, ispirato dall’italiano Giovanni Battista Caproni, anch’egli importante ingegnere aeronautico, che ritorna in tutti i suoi sogni per spronarlo a non perdere di vista quello che ha in mente di realizzare nella sua vita.
Fin da subito, quindi, vediamo quanto di Miyazaki ci sia in Si alza il vento, ma l’aviazione non è l’unico tema che ci presenta il regista, perché Jiro troverà l’amore della sua vita, Nahoko, durante un soggiorno estivo. Si erano incontrati anni addietro, quando Jiro l’aveva salvata da un incendio e aveva curato la sua amica. Il loro amore non resta platonico, ma trova anzi una concretezza che va al di là di quanto visto fino ad ora nello Studio Ghibli.
Si alza il vento è un film concreto, privo di magie, di conseguenza anche la strepitosa coppia creata da Miyazaki svolge la vita di ogni giorno, con la difficoltà di dover affrontare la malattia di Nahoko, affetta da tubercolosi. La loro storia è stata ispirata all’omonimo romanzo di Tatsuo Hori ed il nome Nahoko è un omaggio del regista ad un altro libro dello stesso autore.
La tenerezza e la dolcezza espresse attraverso di loro, danno una sublimazione all’intero racconto e chiudono in bellezza una poetica sui sentimenti che trova i suoi picchi anche in film come Principessa Mononoke ed Il castello errante di Howl.
Miyazaki e l’importanza dei sogni
“Una vita senza sogni non è degna di essere vissuta”, ha affermato diverse volte il regista, il quale ritiene fondamentale che i suoi personaggi siano tanto caparbi e lucidi quanto stralunati e sognatori. In Si alza il vento l’importanza di rincorrere i sogni diventa una prerogativa fondamentale, anche quando i progetti di Jiro vengono chiamati ironicamente “oche di ferro”, o quando le peripezie della guerra e la malattia di Nahoko porteranno il protagonista a lavorare fuori dal suo ufficio.
Anche nel meraviglioso incipit, che riprende i versi del poeta Paul Valery e dà il titolo al film, l’autore ci prepara a guardare in alto, perché è solo con lo sguardo rivolto verso il cielo possiamo scorgere il messaggio che racchiude Miyazaki in questo capolavoro.
Si alza il vento – Tra gloria e controversie
Il film ha ricevuto ottime recensioni dalla critica cinematografica, dai siti di opinioni più importanti, risulta che ha un’acclamazione universale.
Il critico David Ehrlich di IndieWire, conferendogli un voto di 9,7/10, ritenne che è probabilmente il miglior film di animazione mai realizzato, centrando a pieno anche la poetica di Miyazaki:
“Sebbene l’inizio del film sia discordante, le deviazioni non apologetiche di Miyazaki dalla realtà dei fatti aiutano Si alza il vento a oltrepassare la linearità della sua struttura scontata, il film si rivela quindi essere meno biografico e piuttosto un irresistibile e sincero lamento per la corruzione della bellezza, e di come dev’essere inevitabilmente commovente la risposta umana a quella perdita. I film di Miyazaki sono spesso ossessionati dall’assenza, il valore delle cose che ci lasciamo indietro e di come i fantasmi di cose bellissime siano ricercati dentro i nostri ricordi come le ombre di un fallout nucleare, e Si alza il vento “ricorda” come solo un capolavoro finale può fare”
Nonostante le positivissime opinioni, non sono mancate le controversie legate al film. Alcune sono legate alla visione estremamente pacifista di Jiro Horikoshi nel film, inoltre i nazionalisti ribatterono su un articolo di Miyazaki prima dell’uscita del film, in cui criticava la destra giapponese. Altra tematica su cui si sono mossi è l’eccessivo uso di tabacco all’interno di Si alza il vento, che è stato duramente criticato da un’organizzazione anti-tabacco.
Tuttavia, anche queste onde alte non hanno impedito il successo stellare del film che ha ricevuto una candidatura all’Oscar come miglior film d’animazione, il Golden Globe come miglior film straniero e il premio della Japanese Academy.
La fine di una splendida era
Con Si alza il vento, Miyazaki porta con sé uno splendido mondo di cui, come detto all’inizio, questo film è il testamento. E’ proprio nell’opera stessa che ci sono riferimenti, come quando Caproni rivela in un sogno “caro ragazzo, questo è il mio ultimo lavoro prima di andare in pensione”. Solo un genio di questo calibro poteva chiudere in maniera così poetica un impegno durato quasi trent’anni che ha fatto sognare grandi e piccoli.