La città incantata è un film colmo di personalità nel mondo dello Studio Ghibli, esso segna il passaggio verso un livello altissimo ed infatti è soprattutto grazie a questa storia che si conosce il mondo dello Studio.
La scorsa settimana, con Princess Mononoke, abbiamo notato un salto di qualità dello Studio Ghibli ed infatti il cartone è stato un trampolino di lancio per il vero e proprio decollo di Hayao Miyazaki. Il regista, infatti, credeva che con Princess Mononoke avesse chiuso il meraviglioso viaggio nello Studio Ghibli, ma per fortuna la sua mente geniale è andata avanti, creando un capolavoro che ha conquistato l’occidente.
La città incantata – Quello che è importante conoscere della storia
Chihiro ha 10 anni e deve trasferirsi in un’altra casa non senza remore e lamentele contro i genitori che cercano in tutti i modi di tranquillizzarla. Durante il viaggio, il padre sbaglia strada e la deviazione li porta dinanzi ad un gigantesco palazzo rosa con un piccolo tunnel al centro. Fortemente incuriositi, i genitori si incamminano verso il palazzo, trascinando la piccola Chihiro piena di paura.
Oltre il tunnel trovano un paradiso naturale che conduce ad un cittadina sostanzialmente vuota, ma dalla quale si sente un ottimo profumo di cibo. I genitori, allora, si accingono a sedersi ai tavoli, nonostante non ci fosse nessuno a servirli e al quale poter chiedere il permesso di mangiare le pietanze.
Mangiano voracemente, al punto che la figlia li chiama ripetutamente senza che loro se ne accorgano. Così Chihiro si allontana ed incontra Haku, un bambino dall’aspetto dolcissimo, molto premuroso con la piccola, che gli intima di andarsene subito altrimenti sarebbe stata trasformata in un animale da Yubaba, la strega a capo della Città.
Un’altra cosa importante che il ragazzo rivela è la necessità di trovarsi un lavoro, perché nella città chi non lavora è bandito e trasformato in polvere. Così Chihiro si reca da Kamaji che la fa lavorare insieme ad un’altra donna. Da questo momento passerà un bel po’ di tempo e la ragazza viene travolta in varie avventure, discostandosi anche dalla vita reale. Tutto è pilotato dall’amore nei confronti di Haku, con la quale la ragazza sente di avere una forte sintonia.
La città incantata – Un fondamentale focus sui personaggi
Fino ad ora non ci siamo soffermati sui singoli personaggi, ma La città incantata è popolata così tanto di personalità diverse, che trovo necessario presentarti i più importanti.
Chihiro
Già presentata a dovere, Chihiro è il personaggio principale de La città incantata, ma forse non quello più interessante! E’ stato ispirato alla figlia di amici di Miyazaki. La piccola attraverserà il ponte tra l’essere infantile e l’essere matura, quello che si denota da subito è la sua delicatezza nel trattare tutti gli abitanti della città. Chihiro è l’antitesi di Yubaba, ama salvare la vita, anziché distruggerla, come farà con Haku, Senza Volto e con i suoi genitori. Entrerà con paura in quel tunnel e ne uscirà guardandosi indietro…ma solo alla fine!
Haku
Haku è colui che conquista da subito il cuore della piccola Chihiro, oltre ad essere artefice della sua crescita. Il ragazzo è stato preso in custodia da Yubaba ed esegue tutti i suoi ordini, ha un passato particolare e si svelerà la sua vera essenza solo quando Chihiro gli salverà la vita e lo chiamerà per nome. Potrei affermare che è un personaggio chiave de La città incantata, dato che senza il suo ascendente su Chihiro, la ragazza probabilmente non si sarebbe mai inoltrata in quel mondo.
Yubaba
Eccoti la strega a capo della città incantata. Yubaba è tanto perfida quanto stupida, non si accorge di alcuni contro-incantesimi che le vengono fatti sotto il naso. Tuttavia controlla le vite di ogni membro della città e ne decide la sorte. Fino all’ultimo momento tenta di imbrogliare Chihiro, ma l’amore vincerà anche sulla perfidia della strega. Ha di controparte una sorella estremamente brava che ricongiungerà Chihiro ed Haku.
Senza Volto
La città incantata ha dato vita probabilmente al personaggio fantastico più interessante e al quale i fan sono fortemente legati. Come per Totoro, Senza Volto rappresenta un sigillo di riconoscimento nello Studio Ghibli. Egli non è definito, non si sa è un Dio o uno spirito. Finché resta fuori dalla città, è di una tenerezza unica, ma quando Chihiro lascerà la porta aperta, egli inizierà a corrompere tutti i dipendenti con loro e a mangiare tutti coloro che gli impedivano di incontrare Chihiro, alla quale resterà legata durante tutto il film.
La città incantata – L’importanza del nome
“Abbi cura del tuo nome”
La cara sorella di Yubaba, verso la fine del film, sussurra questa frase a Chihiro, che in realtà fa riflettere per quello che succede durante tutto il film. Chihiro, quando entra nella città, cambia nome, senza che lo spettatore se ne accorga, viene chiamata Sen da un momento all’altro. Questo perché Yubaba cancella l’identità di ogni nuovo cittadino e di conseguenza conferisce un nome diverso da quello di origine. Se infatti lo si dimentica, non si potrà mai uscire da quel posto.
Ed è qui che si snoda anche la vicenda di Haku, egli è in verità Kohaku, un fiume che salvò Chihiro quando era piccola, ma purtroppo, con lo scorrere del tempo nella Città, aveva dimenticato chi fosse, sarà la nostra protagonista a ricordarsi della vicenda e a salvargli la vita.
La città incantata – Hayao Miyazaki e le tradizioni
Anzitutto è necessario dire che La città incantata ci riporta senza dubbio a quello che accade in Alice nel paese delle meraviglie. Nel corso del tempo la critica si è mossa ostinatamente su questa posizione, ma chiaramente di Alice c’è solo l’ispirazione. Miyazaki infatti inserisce elementi della tradizione giapponese che sono strettamente legati al film, come la yamauba, una strega che abita le montagne dai poteri soprannaturali.
Inoltre Kamaji, uno spirito che lavora nelle caldaie della città, assomiglia ad un ragno che in Giappone è simbolo di operosità e abilità; Haku, che tradisce Yubaba per aiutare Chihiro, rappresenta in qualche modo la divinità Nigihayahi, che per aiutare l’imperatore del Giappone tradisce il suo ex-alleato. Infine Senza volto indossa una maschera che richiama il teatro Nō giapponese.
Un altro elemento interessante è la fine, in cui Chihiro si allontana dalla città, dopo essere stata raccomandata di non voltarsi mai indietro, situazione che richiama la tradizione greca con Orfeo. C’è anche un elemento che abbiamo visto all’inizio dei film dello Studio Ghibli, i fantastici “nerini del buio” che questa volta sono rappresentati come collaboratori di Kamaji.
In conclusione, La città incantata è pieno di anima dello Studio Ghibli, non senza le influenze occidentali. E’ stato pluripremiato e tra i riconoscimenti più importanti ricordiamo l’Oscar al miglior film d’animazione e l’Orso d’oro al Festival di Berlino. Un vero e proprio capolavoro da non perdere.