Poco tempo fa ti avevo parlato di South Park The Pandemic Special, la puntata speciale in cui i creatori della longeva serie animata hanno esplorato a loro modo l’emergenza sanitaria mondiale e ci hanno raccontato come la cittadina di South Park e i suoi stravaganti abitanti hanno affrontato la crisi.
Andata in onda su Comedy Central, e disponibile su Sky on demand, la puntata speciale di un’ora, prima volta nella storia che un episodio del cartone ha questa durata, South Park The Pandemic Special non ha tradito le aspettative rivelandosi piena di trovate originali e surreali come solo South Park sa regalarci, anche se stavolta forse si hanno avuti alcuni momenti forse più seri, data anche la gravità degli eventi di attualità.
Allora, vuoi scoprire come South Park ha affrontato l’emergenza sanitaria? Sei pronto a scoprire la verità sull’origine della pandemia? Allora continua a leggere! (ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER!!!)
Anche la cittadina di South Park ha dovuto affrontare il lockdown, fatto che ha infastidito e turbato molti tranne Cartman, il quale si trova veramente a suo agio in quella situazione e non prende bene la notizia della riapertura delle scuole. E così, con la mascherina ben messa sul viso, i bambini si ritrovano nelle loro aule seduti a banchi riparati dietro lastre di plexiglas e con i poliziotti a fare da insegnanti i quali, a causa del crollo dei crimini durante il lockdown si sono ritrovati senza sovvenzioni e quindi in cerca di un’occupazione, domanda alla quale il comune risponde impiegandoli come maestri.
Non avendo tanta dimestichezza con i bambini e mostrando lo stereotipo del poliziotto americano sempre pronto a sparare, soprattutto a qualcuno di colore, durante una lezione Token viene ferito da un proiettile ma, una volta portato all’ospedale, la colpa viene data al covid e, per evitare una diffusione del virus, la scuola viene messa in quarantena e i bambini rinchiusi nell’edificio. Con i poliziotti a fare la guardia, ben presto la scuola si trasforma in una specie di carcere di cui i bambini iniziano ad essere sofferenti, soprattutto Butters che mostra i primi segni di squilibri mentali.
Dopo aver rinunciato più volte al suo appuntamento al Build-A-Bear a causa del covid, un negozio dove si possono costruire degli orsetti di peluche faidate, Butters non è più lo stesso e mal tollera quella situazione di prigionia e il suo malessere fa preoccupare Stan il quale si incaponisce nel voler aiutare l’amico.
Intanto Randy sta facendo i soldi con la Pandemic Special, un tipo di marijuana, che lui vende in offerta speciale per il periodo di crisi sanitaria, anche se la moglie Sharon non approva che lui si approfitti del covid per guadagnare, oltrettutto perchè suo fratello Jimbo è ricoverato in ospedale in gravi condizioni proprio a causa del virus. Durante un notiziario, Randy apprende che la malattia ha avuto origine da un pipistrello e che gli scienziati stanno cercando quell’animale per capire come il virus è entrato in contatto con l’essere umano e in questo momento Randy ha un flashback…
Durante un viaggio in Cina per promuovere la sua marijuana, Randy aveva passato una serata in stile la trilogia di Una notte da leoni in compagnia di Topolino e, tra uno sballo con le droghe e tanto alcool, entrambi avevano consumato un rapporto sessuale con un pipistrello. Temendo di essere responsabile della situazione pandemica, Randy contatta Topolino per avere un aiuto ma poi, in preda ai sensi di colpa, si ritrova a vagabondare per la città e, resosi conto della gravità della situazione, la sua paura di essere scoperto aumenta di minuto in minuto e cerca in ogni modo di trovare una soluzione per uscirne pulito.
Dopo un iniziale momento di felicità che prova quando al notiziario comunicano che il covid ha avuto origine non da un pipistrello ma da un pangolino, Randy ha di nuovo un terribile flashback in cui, per vincere una scommessa contro Topolino, durante quella pazza serata in Cina l’uomo ha avuto un rapporto sessuale con il mammifero, ricordo che lo fa ricadere nel panico. Deciso a non far analizzare il DNA presente “dentro” il pangolino, Randy lo ruba dai laboratori ma ha anche un’idea per lui illuminante: se il suo codice genetico può essere la soluzione per la pandemia, basta trovare un modo per diffonderlo e tutto sarà risolto ma, soprattutto, lui ne uscirà pulito e senza responsabilità.
Inoltre, Topolino è intenzionato ad ucciderlo per avere il suo DNA per creare un vaccino e guadagnare una montagna di soldi, così Randy deve trovare velocemente un modo per evitare di morire. Per riuscire nel suo intento, Randy “irrorerà” con il suo DNA la Pandemic Special e, dopo averla testata con successo su Jimbo, diffonderà in tutta South Park la sua “cura” mescolata alla marijuana, portando migliorie per quanto riguarda il covid ma che avrà un particolare effetto collaterale ben visibile sul volto di tutti quelli che hanno fumato il suo prodotto, Sharon compresa…
Intanto nella scuola Stan è sempre più preoccupato per Butters e, facendosi aiutare dagli amici, riescono a evadere dalla scuola insieme a tutti gli alunni e si avviano verso Build-A-Bear, stando ben attenti alla polizia che, in tenuta anti sommossa, anti terrorismo e con ogni arma immaginabile che il comune gli ha messo a disposizione per combattere gli “untori”, non si fanno remore a sparare ai bimbi che sono per le strade, Kenny compreso.
Alla fine tutto si risolverà con l’intervento del presidente degli Stati Uniti Garrison, il quale ha un modo tutto suo per chiudere la questione Covid e mantenere lo status quo…
Anche questa volta i creatori hanno voluto esporre la loro critica sulla gestione americana della pandemia, in cui troviamo un presidente che non prende provvedimenti perchè secondo lui tanto la malattia uccide solo le minoranze, sullo strapotere della polizia e sulla facilità con cui sparano soprattutto a persone di colore, ma con un occhio anche alla reazione della gente e alle conseguenze che questa crisi ha avuto sulla salute mentale della popolazione.
Non c’è dubbio che South Park stia vivendo nelle ultime stagioni un periodo di stanchezza e anche in questo caso si sente l’assenza di quella “cattiveria” a cui la serie ci aveva abituato, forse gli autori hanno voluto calcare meno la mano data la gravità della situazione mondiale, ma sembra che in questo speciale manchi qualcosa.
Ultimamente il personaggio di Randy ha acquistato sempre più centralità, ma in South Park Pandemic Special è quasi lui il protagonista principale, mentre i bambini sono relegati come in una storia secondaria e solo di sfondo, in cui anche le interazioni tra di loro sono limitate. L’unico che spicca è Stan, protagonista di un monologo finale in cui rivela i sentimenti e i disagi provati durante il lockdown, emozioni così umane e vere che probabilmente anche molti di noi abbiamo provato durante la chiusura.
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