Maïmouna Doucouré è la regista di Cuties (titolo originale: Mignonnes) film francese presentato al Sundance Film Festival, il 23 gennaio 2020 e premiato con il Directing Award.
Il film, che è stato distribuito in Francia il 19 agosto e dal 9 settembre sarà disponibile sulla piattaforma streaming, è stato recentemente oggetto di una sgradevole polemica conclusasi con le scuse formali da parte di Netflix ed il ritiro del poster scelto per promuovere la pellicola.
Appare palese che l’immagine sia molto diversa dalla locandina scelta in origine per il lancio del film e che trasmetta un messaggio completamente differente da quello contenuto in Cuties.
Tanto premesso, le polemiche si sono soffermate sulla presunta “sessualizzazione” delle undicenni ritratte in primo piano con un evidente riferimento a possibili strumentalizzazioni da parte di malintenzionati e pedofili.
Devo ammettere che il poster ha infastidito anche me e diverse altre persone che, effettivamente, per com’è presentata Cuties, non riuscivano a comprenderne il contenuto e soprattutto lo spessore. Appare, infatti, una sorta di banale documentario su giovanissime cheerleaders e non comunica minimamente il tenore del film.
Un portavoce di Netflix, a seguito delle proteste e dell’intervento del Parents Television Council, un’Associazione di genitori conservatori, ha dichiarato:
Siamo profondamente dispiaciuti per la locandina inappropriata che abbiamo utilizzato per ‘Mignonnes’ / ‘Cuties’. Non andava bene, né rappresentava questo film francese presentato in anteprima al Sundance. Abbiamo ora aggiornato le immagini e la descrizione.
Cuties segue le vicende di Amy, un’undicenne senegalese che ama la danza e vive in uno dei quartieri più poveri di Parigi. Amy (Fathia Youssouf) decide di unirsi alle Cuties, un gruppetto di ragazzine moderne che dopo la scuola si incontrano per ballare. Incontrerà la severa opposizione della madre Mariam (Maïmouna Gueye) molto tradizionalista e di fede musulmana.
Nel cast, accanto a Fathia, le giovanissime Médina El Aidi-Azouni, Esther Gohourou e Ilanah Cami-Goursolas.
Al netto di ogni valutazione maliziosa e ricordando che la malizia è negli occhi di chi guarda, sono contenta che Netflix si sia scusato e che abbia cambiato l’immagine promozionale del film e non per una questione di natura “conservatrice“, ma bensì per aver completamente stravolto il senso stesso della pellicola a beneficio di mero marketing.
E’ molto probabile, in effetti, che Netflix abbia intenzionalmente utilizzato un’immagine destinata a sollevare un polverone mediatico e non è certo la prima volta che il colosso dello streaming utilizza una descrizione troppo vaga e/o immagini che traggano in inganno lo spettatore.
Come evitare di guardare qualcosa che poi ci deluderà? Il trailer è l’unica garanzia su cui possiamo ancora contare!