Si chiamava Liliana Castagnola ed era quella che a Napoli, veniva definita una sciantosa. Una bellissima e talentuosa donna di spettacolo, una cantante dalla voce soave, una seduttrice in grado di spezzare decine di cuori con un solo sguardo. Peccato che a spezzarsi, fu proprio il suo cuore.
Fu durante uno spettacolo all’Odeon di Napoli che avvenne l’incontro tra la chanteuse di successo Liliana Castagnola (nome d’arte di Eugenia Castagnola) e il principe Antonio de Curtis Gagliardi Focas Comneno di Bisanzio, in arte Totò.
L’uomo, che era solito corteggiare le donne inviando loro degli omaggi floreali, le fece recapitare un cesto di rose, con un biglietto dell’attore: ‘E’ con il profumo di queste rose che vi esprimo tutta la mia profonda ammirazione‘.
Iniziò così, con un tenero messaggio d’altri tempi, una storia passionale che li travolse per alcuni mesi. Liliana si perse completamente in Totò, arrivando addirittura a disdire diverse serate in teatro per lui e a dichiarare pubblicamente di essere pronta a rinunciare alla carriera, diversamente, il principe De Curtis non aveva intenzione di compromettere i propri impegni, né di interrompere la rapida ascesa verso il successo.
L’attore era atteso in diverse città del nord Italia e Liliana si offrì di andare con lui, nella sua compagnia: si sarebbe accontentata di fare qualsiasi cosa, pur di stargli accanto. Non riuscì, però, a persuaderlo a farsi portare con sé e, alla vigilia della partenza del suo grande amore, si chiuse nella sua camera d’albergo e dopo aver vuotato un tubetto di barbiturici, attese la morte.
Accanto al corpo senza vita di Liliana Castagnola fu rinvenuta una toccante lettera d’amore per il suo amato:
Antonio, perché non sei venuto a salutarmi per l’ultima volta? Ti sarò grata per sempre del sorriso che hai saputo dare alla mia vita grigia e disgraziata. Mi hai fatto felice, amore mio, e ti ringrazio. In questo momento mi trema la mano… Ah, se mi fossi vicino! Mi salveresti, è vero? Ma tu hai deciso di non vedermi più. E senza di te, senza il tuo amore, la mia vita non ha più alcuno scopo. Erano tutto, per me, i tuoi baci. Sei stato il mio unico grande amore.
Addio per sempre.
Tua Lilia.
Era il 3 marzo 1930 e Liliana Castagnola aveva soltanto 32 anni.
Quando Totò la vide cadavere, le gambe gli cedettero e svenne. I biografi raccontano che la strinse a sé e pianse senza sosta mormorando: ‘Liliana, Liliana mia, perché non ti ho creduta? Perché ho infranto così il tuo grande amore?’ e sebbene la città natale della donna fosse Genova, non volle che il corpo fosse sepolto lì e scelse, anzi, una tomba nella cappella della sua famiglia, presso il cimitero di Napoli, riservando per sé la sepoltura accanto.