Mohammad Rasoulof sicuramente non le manda a dire, il regista iraniano ha sempre avuto dentro di sé un grande coraggio e un’implosione, che con l’arte riesce a far esplodere, riguardo la sofferenza di vivere in un paese coercitivo che mette a repentaglio la libertà individuale dell’uomo e, nel suo caso, anche quella artistica.
Era il 2019 quando la corte iraniana l’aveva già condannato ad un anno di carcere e due anni di divieto di lasciare il paese e di prendere parte a tutte le attività sociali e politiche a causa del suo film, A man of integrity. L’accusa è la troppo esplicita propaganda contro il sistema nazionale.
Siamo nel 2020 e sembra di avere un dejà-vu. Il regista ha realizzato un’altra forte ed interessante pellicola intitolata There is no evil che, basandosi su quattro storie diverse, parla della pena di morte e di come gli uomini si assumano le proprie responsabilità al cospetto delle decisioni di un governo asfissiante. Il film è stato molto apprezzato tanto che alla Berlinale 2020 ha vinto l’Orso d’oro. “Mi sono basato sulla mia esperienza personale“, dice Rasoulof, che non ha potuto nemmeno ritirare il premio proprio a causa della reclusione impostagli l’anno prima. Purtroppo, però, la sua voglia di esprimersi viene di nuovo schiacciata dalla corte nazionale. Così l’autore rischia il carcere per un anno con i capi d’accusa che riprendono quelli dell’anno precedente. Scatta la procedura per la difesa, intanto il regista dichiara:
“Minacciarmi di mandarmi in prigione rivela solo un frammento dell’intolleranza e rabbia caratteristiche delle risposte del regime iraniano alle critiche. Molti attivisti culturali sono in carcere per aver criticato il governo. L’incontrollabile diffusione del Coronavirus nelle prigioni iraniane mette a rischio le loro vite. Queste condizioni richiedono una risposta immediata dalla comunità internazionale.”
Molti esponenti del mondo cinematografico, partendo dall’European Film Academy fino all’Accademia del cinema italiano, si schierano dalla parte di Rasoulof per sostenerlo in questo momento delicato.