5 è il numero perfetto ti era stato presentato dalla mia collega esperta di fumetti qualche mese fa, raccontandoti che è una fan del fumettista Igort e soprattutto di questa graphic novel, infatti il film è tratto proprio dal fumetto. Igor Tuveri, in arte Igort, questa volta vuole mettersi dietro la cinepresa e trasformare lui stesso la sceneggiatura in film, e devo dire che forse nessun altro avrebbe potuto riuscirci meglio di lui, il suo creatore e disegnatore. La storia è quella di Peppino Lo Cicero interpretato dal grande Toni Servillo (Le conseguenze dell’amore; La ragazza del lago; Il divo) con un naso posticcio enorme, che rimasto vedovo si prende cura del suo ragazzo, anche lui sicario. Ma una notte funesta il figlio viene ucciso. Divorato dal dolore Peppino decide di vendicarsi, e per farlo chiamerà in aiuto il suo vecchio compare Toto Macellaro, interpretato da Carlo Buccirosso (Noi e la Giulia; Se mi lasci non vale; Sono solo fantasmi) e a sorpresa un suo vecchio amore, Rita interpretata da Valeria Golino (Il colore nascosto delle cose; Figlia mia; Tutto il mio folle amore). Comincia così una notte buia e piovosa nelle strade di una Napoli scura come l’animo del protagonista, una efferata vendetta per cercare l’assassino del figlio.
Servillo, Buccirosso e Golino sono fantastici, bravi interpreti di questa storia di gangster anni ’70, sono caratterizzati molto bene sia fisicamente che caratterialmente. Tony Servillo con un naso, come ha detto la mia collega, alla Guido da Montefeltro (Ti invito a cercare il ritratto di profilo di Montefeltro), il cappello e l’impermeabile che ricordano un abbigliamento anni ’40, l’epoca in cui il protagonista era nel pieno della sua forza, giovinezza. Un uomo all’antica, con caratteristiche che anche il figlio gli dice, non come critica ma con rammarico, essere sorpassate. Carlo Buccirosso personaggio minore, che sembra essere al seguito di Peppino, ma che darà delle belle sorprese allo spettatore. Valeria Golino, brava come sempre, capace di spaziare dalla commedia al genere drammatico e qui in veste insolita con tanto di pistola. Storia un po’ anche buffa, in quanto i due compari sono sicari che sono rimasti sempre gregari, al comando di un boss, che forse non è così riconoscente per il loro ottimo operato di una vita, e che non si farà scrupoli a tradirli, come del resto avviene tra questi mafiosi, camorristi…che giurano alle loro “famiglie” eterna devozione, ma che appena gli torna comodo girano la faccia da un’altra parte. Insomma una storia di gangster intrisa di sangue, ma anche di amicizia e amore, di rinascita e di rimessa in gioco, incorniciata in una Napoli illuminata come le pagine di un fumetto dark, fotografia complice per rendere il tutto molto cartaceo. Con richiami anni ’70, come la mitica Fiat Bianchina del figlio, l’arredamenti, oppure il manifesto fuori da un negozio del Degestivo Antonetto o l’insegna luminosa Campari sui tetti della città. Se vedrai il film in DVD non perderti i contenuti speciali, sono molto interessanti per vedere come sono stati fatti gli effetti visivi, davvero interessante. Buona visione!