Nel mezzo del cammin di nostra vita, le serie tv su La Divina Commedia è servita.
Chissà cosa penserebbe il sommo poeta di questa rivisitazione del suo Inferno da parte di Freeform, la nota rete televisiva via cavo statunitense appartenente ad una divisione della Disney. Sicuramente quando si prende spunto da un’opera colossale come quella di Dante Alighieri, bisogna evitare errori grossolani e citazioni fuoriluogo. Anche perchè non si parla di un semplice libro, ma DEL libro. Un capolavoro universalmente riconosciuto, ritenuta una delle più importanti testimonianze della civiltà medievale; per questo motivo è conosciuta e studiata in tutte le scuole del pianeta. Quindi, non scherziamo.
L’adattamento in questione sarà ambientato nella selva oscura di Los Angeles, USA. Il protagonista che ha smarrito la diritta via sarà Grace Dante, una ventenne con una situazione familiare complicata: madre tossicodipendente e fratello problematico. Una vita difficile la sua, ma improvvisamente inizierà a migliorare, a prendere una piega positiva. Scuola, carriera, amore… tutto sembrerà andare al posto giusto. Bello vero? Si, molto. Forse troppo. Dietro a questa svolta nella sua vita c’è lo zampino del Diavolo e la giovane dovrà attraversare una sorta di Inferno dantesco (i bassifondi di L.A.) per poterlo sconfiggere. Ethan Reiff, Cyrus Voris (quest’ultimo dietro le serie Knightfall e Bard of Blood), Nina Fiore e John Herrera (The Handmaid’s Tale e The Purge) scriveranno la sceneggiatura di questo progetto televisivo.
La notizia non è stata accolta nel migliore dei modi dal pubblico italiano; i social sono stati invasi da messaggi di disappunto, soprattutto per il fatto che l’opera di Dante verrebbe ridotta ad un teen drama adolescenziale, spogliata di qualsiasi riferimento socio-culturale alla base dello scritto originale.
L’Opera di Dante è già stata fonte di ispirazione per il cinema, così come l’Inferno. Nel 1911 sono due i film prodotti intitolati L’inferno; anche il principe de Curtis ha fatto un viaggio nell’universo dantesco con il film Totò all’Inferno del 1955, così come il personaggio cinematografico nato nel 1914 protagonista della pellicola Maciste all’Inferno del 1962. La divina commedia di Manoel de Oliveira del 1991 del poema prende in prestito solo il nome: nel film come nel libro vi è una contrapposizione tra bene e male, santità e peccato. In un manicomio alcuni malati si credono dei personaggi storici, santi e letterati e lo spettatore assiste ad una riflessione sulla condizione umana attraverso i dialoghi sopra le righe dei protagonisti. Non dimentichiamo il film Inferno del 2016, diretto da Ron Howard e tratto dal best seller di Dan Brown, in cui i versi del poema si trasformano in indizi per il professor Langdon (Tom Hanks).
La base c’è: un soggetto scritto dal sommo non può che essere spettacolare, bisogna però farne un buon uso. Lasciate ogni speranza , o voi che visionate…? Speriamo di no, io ogni caso rimani sintonizzato per ulteriori aggiornamenti.